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Per accrescere la capacità di giudizio



Renato Parascandolo con Susanna Marietti



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"Viviamo ormai in un mondo che lascia crescere soltanto i tecnici e gli specialisti. Il sapere si è andato parcellizzando, è venuta a mancare una visione d'insieme. Tutto ciò incide in maniera forte sulla riproduzione della nostra classe dirigente, sempre più carente di una visione ampia, sempre più ristretta in orizzonti limitati".

A parlare è Renato Parascandolo, direttore editoriale di RAI Educational, che nel 1987 ha dato vita - in collaborazione con l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e con l'Istituto della Enciclopedia Italiana - a quell'opera monumentale che è l'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, nel cui comitato promotore figurano studiosi della statura di Gadamer, Ricoeur e Prigogine.

"Non solo", continua Parascandolo. "Sempre più siamo andati perdendo il luogo stesso della produzione di un sapere universale. Come la parola indicare, questo luogo era l'università, a fondamento e origine della quale stava proprio quel criterio di universalità cui nel mondo attuale si dà sempre meno valore. Originariamente, all'università si studiavano la retorica, la letteratura, la filosofia. A partire dall'inizio di questo secolo essa ha perso la sua stessa natura, e oggi ospita un sapere che vive ormai soltanto di specialismi. E' stato quest'ordine di considerazioni a spingermi a tentare un'impresa come quella dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche".


L'Enciclopedia è un'opera che si propone di diffondere nel mondo la conoscenza della filosofia, utilizzando le nuove forme di comunicazione che la tecnica oggi consente. Il cuore è costituito da circa 1.500 filmati della durata media di un'ora ciascuno, nei quali filosofi, scienziati e studiosi provenienti da 34 paesi di tutto il mondo, intervistati da una voce fuori campo, parlano della loro materia di studio e tengono una lezione sulle loro ricerche. A partire da questo straordinario archivio multimediale - che contiene video e testi delle lezioni, sia in lingua originale che in traduzione italiana, e al quale è possibile accedere secondo vari percorsi - vengono realizzate opere divulgative sui più diversi supporti mediatici: cd-rom, cassette audio e video, dispense.

Come è nata una idea come questa, che, purtroppo, non ha precedenti? Avremmo potuto raccogliere un archivio filmico di lezioni di Wittgenstein, di Husserl, di Freud, un patrimonio per le generazioni future come sarà l'archivio dell'Enciclopedia, eppure nessuno ci ha pensato.

"Quando ho cominciato a fare il mio mestiere, potevo illudermi di fare il Piero Angela della filosofia, vale a dire di funzionare da tramite tra la filosofia e il mondo dei mass media. Accadde però che lessi il libro di Einstein, Relatività: esposizione divulgativa. Fu allora che capii che soltanto un genio può fare davvero della divulgazione. Soltanto un genio, e non un giornalista, poteva far comprendere a chiunque la teoria della relatività. Decisi allora di prendere i migliori filosofi del mondo e di fare divulgare a loro le conoscenze filosofiche".

L'Enciclopedia è una grande opera per così dire di custodia, di preservazione di una memoria culturale nei confronti della quale la conservazione costituisce un valore in sé e per sé.

"Vero. Ma come spiegavo prima, all'origine di quest'idea vi sono state anche altre esigenze. I princìpi ispiratori dell'Enciclopedia sono contenuti nell'Appello per la filosofia ai governi e ai parlamenti di tutti i paesi del mondo, presentato nel 1992 dalla RAI, dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e dall'Enciclopedia Italiana (vedi articoli collegati). L'appello è stato sottoscritto da 700 scienziati e filosofi di tutto il mondo, dall'ONU, dall'UNESCO, dal Parlamento Europeo, dal Congresso mondiale di filosofia di Mosca del '93 e da tante altre personalità e istituzioni".

Leggo dal vostro appello: "In quel crogiolo di civiltà che fu il mondo classico, è sorto un vitale e perpetuo alimento: la riflessione filosofica (...). Tuttavia l'atteggiamento della società contemporanea verso la filosofia non appare adeguato ai problemi del presente. (...). Noi educhiamo talenti tecnico-pratici e atrofizziamo il genio dell'invenzione filosofica. Ne consegue che vi sono sempre meno persone che comprendono - o sono effettivamente in grado di comprendere - la connessione dei fattori che costituiscono la realtà storica. (...). In questa straordinaria e sconvolgente ora della storia, quando il termine 'umanità' comincia ad assumere il significato di 'tutti gli uomini', vi è necessità di coscienza civile. Vi è necessità della filosofia". La filosofia non sarebbe dunque una scienza al pari delle altre, ma piuttosto un'educazione a leggere le connessioni, a sintetizzare la realtà in una comprensione più ampia.

"Sì. La filosofia educa ad una mentalità sintetica. Non è uno studio disciplinare in senso stretto, e considerarla come una disciplina come le altre significherebbe immiserirla, rinnegare il suo valore, che sta appunto nell'universalità. Significherebbe produrre forse professori di filosofia, ma non certo filosofi. La filosofia è stata definita la madre di tutte le scienze, in quanto di ogni scienza essa cerca di cogliere i presupposti, che nelle singole discipline positive sono invece assiomatici. E' l'unico strumento che educa al pensiero astratto".


Di qui il valore della divulgazione filosofica, allora, del possedere uno strumento per raggiungere con la filosofia il maggior numero di persone.

"Questo è l'intento con il quale è nata l'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche. Il 17 dicembre 1996 è stato firmato a Parigi un accordo fra la RAI e l'UNESCO, col quale quest'ultimo si impegnava a diffondere l'Enciclopedia nel modo più ampio possibile attraverso i servizi pubblici televisivi di tutti gli Stati membri. Operazioni di questo tipo hanno un valore culturale enorme. Nel mondo attuale tutto è ormai circoscritto all'immediato, vale a dire che si è perso non soltanto il lungo, bensì anche il medio termine. E ciò ad opera delle imprese, ma anche dei governi e delle istituzioni. La mancanza di una visione globale dei problemi immiserisce le scoperte scientifiche e i saperi, come le loro proprie applicazioni pratiche.
La classe dirigente ha oggigiorno una mentalità analitica piuttosto che sintetica: manca la percezione dell'insieme, mancano coloro in grado di collegare cultura umanistica e cultura scientifica, vita pratica e teoria. Una conseguenza del declino della filosofia, di questa tirannia dello scientismo, è il fatto che le scoperte scientifiche accadono in modo sempre più casuale. Ma fin qui poco male. La cosa grave è che siamo impreparati davanti alle scoperte fatte, non abbiamo un quadro generale di riferimento nel quale integrarle, ci troviamo a chiederci: 'ma cosa ci facciamo ora con questa roba?', e non sappiamo dare una vera risposta".

Ed è la filosofia che dà queste risposte?

"Vede, io credo anche all'esistenza di una filosofia spontanea e ingenua, a livello di massa. Ma il punto è che alcune di queste filosofie sono errate: il positivismo, ad esempio, a un certo punto è diventata una filosofia di massa nel senso deteriore dell'espressione, scadendo in un diffuso empirismo scettico. Correggere questi luoghi comuni è difficile se non si posseggono quelli che sono gli strumenti tipici della filosofia: la capacità di argomentare, la capacità di giudizio. Ecco, io credo che la capacità di giudizio sia proprio ciò che di specifico la filosofia debba fornire".

Per fare questo, però, sembrerebbe non bastare la divulgazione della storia della filosofia. Lo strumento divulgativo è in grado di fare anche qualcosa di diverso?

"Attenzione: in Italia, è vero, si studia storia della filosofia. Ma questo è comunque un gran bene. Nessuno lo sa, ma siamo l'unico paese al mondo dove ciò accade, forse solo l'Argentina ha qualche cosa di analogo, il che è gravissimo. Non si conosce la storia del pensiero, che ha una sua evoluzione importantissima da seguire, per quanto non ci sia dubbio che i problemi della filosofia siano problemi perenni. Se oggi noi occidentali abbiamo una certa conoscenza della natura, e abbiamo un nostro modo di conciliare scienza e filosofia, lo dobbiamo proprio all'evoluzione del pensiero filosofico, che per noi coincide con l'evoluzione della filosofia occidentale. Detto questo, però, è anche vero che un approccio esclusivamente storicistico risulta limitativo. E l'Enciclopedia infatti contiene opere che hanno l'ambizione di superarlo".

Che mezzi usa a questo scopo? Può farci un esempio di un'opera di questo tipo?

"Certamente. Il CD-rom dal titolo Le rotte della filosofia ad esempio, nasce proprio con questo intento. Esso è concepito per Questioni, un centinaio di domande filosofiche di impianto etico, logico, epistemologico, politico, antropologico e quant'altro. Si parte dal presupposto che lo studente non conosca nulla di filosofia, e lo si mette di fronte a questioni nelle quali chiunque potrebbe imbattersi, almeno nel senso di richiedere da se stesso un'opinione. Faccio l'esempio di una questione di etica che viene proposta nel CD-rom: si chiede allo studente di immedesimarsi nello sceriffo di un villaggio che si trova davanti alla folla inferocita che sta per linciare un uomo ritenuto colpevole di un delitto. Lo sceriffo sa per certo, da altre fonti, che l'uomo è accusato ingiustamente. Cosa deve fare? La situazione è ormai incandescente, la folla è incitata a tal punto che per fermarla lo sceriffo non può che fare uso delle armi, col rischio fare di uccidere anche persone innocenti.
Si propongono due soluzioni, la A e la B. Nella prima lo studente è a favore dell'intervento, nonostante i rischi che esso comporta. Se sceglie questa soluzione, gli viene spiegato che, anche senza saperlo, egli sta abbracciando una filosofia kantiana, e lo si rimanda alle pagine del manuale o alle interviste pertinenti del CD-rom dove si parla di ragion pratica, di imperativo categorico e via dicendo. Se lo studente sceglie la seconda alternativa, gli si spiega allora di essere un utilitarista, gli si illustra il concetto di male minore, lo si rimanda ad ulteriori consultazioni.
Ecco un modo per avvicinare alla filosofia chi non l'ha mai studiata. Ecco cosa può e deve fare la divulgazione filosofica: suscitare curiosità per il pensiero filosofico, spingendo lo studente ad approfondirne la conoscenza. Ma il CD-rom ha un'ambizione anche maggiore: non soltanto incuriosire nei confronti della storia del pensiero, ma contribuire a esercitare il pensiero medesimo; non soltanto informare sull'evoluzione della filosofia, ma migliorare l'uso stesso degli strumenti filosofici. La divulgazione filosofica può e deve servire anche a questo: accrescere la capacità di giudizio, rafforzare le capacità argomentative".


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