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Antonia Anania



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Come si scrive una sceneggiatura di successo? Bella domanda! Non è una pura questione di talento? “No” -ti diranno- “è solo questione di pratica, anzi, di tecnica”. Talento o tecnica? Questo l’eterno dilemma. Le buone sceneggiature sono l’impalcatura di un film; e se è vero che a volte buoni attori e buoni registi riescono a nascondere le pecche strutturali della narrazione cinematografica, è anche vero che il pubblico, per niente stupido, si fa abbindolare solo perché lo vuole e si accorge subito, anche solo a livello inconscio, che qualcosa non va.

In verità per una buona sceneggiatura talento e tecnica sono necessariamente complementari, a volte in bilico in un equilibrio incerto - c'è chi è ‘malato’ di talento, chi di tecnica- motivo per cui con più frequenza film, ma anche romanzi o testi teatrali, sono scritti a più mani e da più menti. Dunque avere talento, conoscere bene le regole, esercitare una grande attività di pensiero ed essere accompagnati dalla solita buona dose di fortuna (che per alcuni è solo questione di ruffianeria) sono indispensabili per ogni sceneggiatore. Ma queste quattro componenti sfornano sceneggiature gustose solo se amalgamate dall’ingrediente segreto: l’esercizio, o esperienza, o bottega, o come volete chiamarla.

Nelle Università americane sono tantissimi i corsi di scrittura creativa e di sceneggiatura in particolare; in Italia, i D.A.M.S. (Discipline, arti, musiche e spettacoli) e le altre facoltà universitarie che si interessano di cinema e cinematografia hanno iniziato da alcuni anni a darsi da fare in questo senso. Poi c’è la Scuola Nazionale di Cinema, ex Centro Sperimentale, che, tra gli altri, organizza corsi triennali di sceneggiatura, e dall’anno scorso ha reso l’ammissione ai corsi annuale, quasi a proporsi come realtà sostitutiva all’università. Per essere ammessi però bisogna superare una dura selezione, e il Santo Graal è raggiungibile solo da una decina di eroi. Esistono poi altre scuole o associazioni regionali, parecchi istituti privati, e vari workshop europei, che spesso hanno scelto come referente italiano il Comitato organizzativo del premio Solinas, ossia il premio più prestigioso che uno sceneggiatore italiano emergente possa vedersi conferito.


Da alcuni anni inoltre la Rai, con la collaborazione dell’Associazione e della rivista Script (edita da Dino Audino Editore) organizza un corso annuale di sceneggiatura, reclutando come insegnanti illustri story editor stranieri e italiani come Linda Seger e Luigi Forlai, Jurgen Wolff e Francesco Scardamaglia, Dara Marks e Gino Ventriglia. E dall’anno scorso anche Mediaset ha preparato un corso analogo.

Spesso questi corsi rispecchiano fedelmente il contenuto di manuali e trattati che individuano e spiegano le tecniche e le regole basilari di una sceneggiatura. Eccovi un breve elenco:

Lucio Battistrada-Massimo Felisatti, Corso di sceneggiatura - Sansoni 1993.
La peculiarità di questo manuale è l’illustrazione della teoria a tappe, tramite l’analisi di 17 film importanti e soprattutto italiani: “Blow up”, “Divorzio all’italiana”, “Accattone”, “Mery per sempre”, “Il caso Mattei”, “La dolce vita”…

Lilie Ferrari, Come funziona una soap opera, Dino Audino Editore, 2000 (trad. Lidwina Schembi Wismayer).
L’autrice del libro è story editor di EastEnders, la soap-opera più amata dal pubblico televisivo inglese.

Syd Field, La sceneggiatura, Il film sulla carta - Lupetti, 1991.
Il papà di tutti i manuali di sceneggiatura che non spiega come scrivere un copione ma che cosa fare una volta che si ha un’idea, perché il modo in cui poi l'idea viene esposta dipende dallo stile di chi scrive. I capitoli, che contengono anche esercizi, sono strutturati come uno dei tanti seminari che Field organizza a Los Angeles, e che durano otto settimane. Asciutto e senza fronzoli. Da comprare.

Luigi Forlai-Augusto Bruni, Come raccontare una grande storia, Dino Audino Editore, 2000.
Il testo ripercorre tappa dopo tappa i viaggi degli eroi studiati da Joseph Campbell e ripresi per il cinema da Chris Vogler.

Yves Lavandier, La dramaturgie - Lindau, 1997.
Breve testo indispensabile sia per lo scrittore che per il critico cinematografico. Docente universitario, sceneggiatore e regista, Lavandier ha scritto un trattatello facilmente leggibile e che è la risposta francese a tutti i trattati americani di cinematografia. E visto che “Paese che vai, filosofia filmica che trovi”….

Daniele Maggioni, Guide, Professione Film Maker - Mondadori 1997.
Un manuale che non riguarda solo l’idea, il soggetto e la sceneggiatura di un film, ma l’intero viaggio di un documentario, di un corto o lungometraggio, dal progetto alla diffusione. Sezioni tecniche dedicate ai tipi di videocamere, ai preventivi, alle domande e ai documenti da presentare al Consiglio dei Ministri e al Dipartimento dello Spettacolo. Molti indirizzi di Festival e di alcune case di produzione.


Massimo Moscati, Manuale di sceneggiatura - Oscar Mondadori, 1995.
Dedicato agli sceneggiatori di cinema e televisione. Interessante la sezione “E’ conveniente fare lo sceneggiatore in Italia?”, con le risposte dei professionisti del settore. Le tappe di ogni sceneggiatura vengono spiegate da Moscati tramite l’analisi di Il grande inganno, una storia scritta dall’autore proprio per l’occasione.

Francesca Nigro (a cura di), Novissimo Vademecum per leggere e scrivere il cinema (consigli, storie e autori proposti dal premio Solinas) - Il Castoro, 1999.
Già titolo e sottotitolo spiegano il contenuto di questo testo dedicato a Franco Cristaldi, Nanni Loy e Gian Maria Volonté. Per chi è curioso di sapere come molti giovani sceneggiatori abbiano iniziato, sono inseriti in breve tutti i curriculum di quelli che hanno vinto il Solinas o ne sono stati segnalati.

Giovanni Robbiano, La sceneggiatura cinematografica - Carocci, settembre 2000

Il più recente di tutti! Un manuale universitario che elenca e studia tutte le fasi e tutti gli aspetti della sceneggiatura, scritto da un teorico diplomato in sceneggiatura alla Columbia University di New York, che insegna Teoria e tecnica del linguaggio cinematografico presso il DAMS di Bologna. Robbiano si è anche "sporcato le mani" con la prassi del mondo cinematografico: è coautore della sceneggiatura de La bruttina stagionata del'96, ed è recentemente passato dietro la macchina da presa con Figurine del '97 e 500!, del 2000.

Linda Seger, Come scrivere una grande sceneggiatura - Dino Audino editore, 1997 (trad. Susan Carrington).
Un testo sulla riscrittura, “che rende una buona sceneggiatura veramente grande”. Un manuale che tenta di dare chiarezze ai tanti sceneggiatori indecisi e attorcigliati nei propri pensieri. Molti metodi utili e risposte a parecchie domande: perché e come usare la struttura in tre atti, cosa fa il subplot, come tenere in movimento il secondo atto, quali scene usare, dove inserirle, come trovare la spina dorsale del personaggio…

Chris Vogler, Il viaggio dell’eroe, Dino Audino Editore, 1998.
Il teorico per eccellenza del viaggio dell’eroe cinematografico. Le leggende del ciclo bretone docent e così dalla Chiamata e l’Entrata nel mondo straordinario fino all’Incontro con la morte…

Jurgen Wolff-L.P. Ferrante, Successful sit-com writing, ST.Martin’s Press, 1996.
Come diventare uno scrittore di sit-com e vivere ricco e felice. Dedicato a ‘Bob che ride sempre’ (chiunque conosca Bob può anche mandarci un’e-mail).

Jurgen Wolff, Come funziona una sit-com, Dino Audino Editore, 2000, (trad. Lidwina Schembi Wismayer).
Non è la versione italiana del testo precedente.


I film spesso vengono tratti da romanzi, e allora ecco alcuni manuali che riguardano lo scrivere in generale e che introducono nel mondo degli scrittori:

1- Raymond Carver, Il mestiere di scrivere: esercizi, lezioni, saggi di scrittura creativa, a cura di William L. Stull e Riccardo Duranti - Einaudi Tascabili, Stile libero, 1997.
Il testo è un insieme di articoli curiosi e interessanti scritti dall’autore di Cattedrale e pubblicati su varie riviste e giornali. Soffermatevi su quelli riguardanti il fuoco sacro e le stelle polari dello scrittore e altre curiosità. Tra le righe ci scappa anche qualche lezione.

2- Vincenzo Cerami, Consigli ad un giovane scrittore. Narrativa, cinema, teatro, radio - Einaudi Tascabili Stile libero, 1996.
Un insieme di dritte precise su tutte le forme della scrittura, con termini tecnici e alcuni esempi. Una piccola sezione dedicata al far ridere.

3- Patricia Highsmith, Come si scrive un giallo, teoria e pratica della suspense - minimum fax, 1998.
Avete visto Il talento di Mr. Ripley? Ebbene, l'autrice di questo manuale è anche la mamma del romanzo dal quale è stato tratto quel film con Matt Damon e Gwyneth Paltrow. Il libretto è un insieme di regole e consigli preziosi sulla scrittura che scaturiscono dall’esperienza individuale della Highsmith, la quale racconta perché e sotto quali influssi è nato un suo libro; i suoi problemi con le case editrici; la figura dello scrittore che ha bisogno di cambiare spesso casa e paesaggio o di attorniarsi delle persone giuste, anche quelle apparentemente più noiose.

4- Hanif Kureishi, Da dove vengono le storie? - pasSaggi Bompiani, 1999, (trad. Ivan Cotroneo)
“Se scrivere non fosse difficile non sarebbe piacevole” spiega l'autore anglo-pakistano nell’ultima pagina di questo saggio. Kureishi racconta in prima persona come ha iniziato e continuato a scrivere, anche grazie all’esempio di un padre, tenacemente aspirante scrittore…

La lista dei manuali di scrittura è lunga e non finisce qua. Che se ne leggano tutti o solo uno non importa, l’unica speranza è che questi testi contribuiscano a illuminare il futuro scrittore e sceneggiatore, così che possa dire, insieme a Cechov: “…e all’improvviso tutto gli fu chiaro”.

Una chicca finale: la sceneggiatura di Pane e tulipani appena uscita per Marsilio, un buon esempio di come si scrive un film destinato al successo.


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