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Pochi lettori, qualche perche' (pagina 3) Giulio Ferroni
E' stato osservato più volte che grandi danni nel passato più o
meno recente sono stati fatti dalle formule politico-ideologiche e dalle
analisi struttural- linguistiche, che hanno imperversato nella scuola e nei
manuali, accerchiando i testi con apparati, scomposizioni, materiali
complementari e supplementari di tutti i tipi, allontanando i ragazzi dai veri
contenuti dei grandi libri, dalla passione, dall'esperienza, dal piacere, dalla
problematicità che da essi sprigiona: ma ora c'è chi addirittura
pensa ad una scuola liberata dal libro, sottratta al "logocentrismo" e al
razionalismo della tradizione occidentale, immersa in una plurale
multimedialità. Contro tutto ciò bisognerebbe istituire nelle
università delle "scuole di lettura creativa" (riprendo una formula di
George Steiner), per formare docenti capaci di far riscoprire nelle scuole di
base la pratica della lettura, in tutta la sua ricchezza (e del resto anche il
miglior esito delle buone scuole di "scrittura creativa" è in genere
proprio quello di insegnare a leggere).
Non mi pare invece che abbiano molto senso certe proposte editoriali di
acquisti in blocco di libri da parte pubblica o di sostegni particolari
all'editoria: per promuovere la lettura non occorre favorire il libro in
genere, ma solo i buoni libri; non si tratta di far comprare più copie
dell'ultimo romanzetto, ma di formare lettori per libri essenziali, che
veramente diano un senso alla vita, che facciano vedere quel mondo che i media
non riescono a far vedere.

E' assurdo pretendere di suscitare nuovi lettori somministrando i residui di
una produzione caotica e confusa: ci sono tanti libri importanti dei secoli
passati e del secolo presente che aspettano di essere letti; non leggerli
è davvero una perdita, una diminuzione di vita. Ripartiamo da lì,
ritroviamo i lettori attraverso di essi; solo dopo e a ragion veduta
potrà sorgere l'eventuale curiosità per le novità, per la
produzione in atto, spesso troppo inessenziale, troppo subalterna alla
vertigine mediatica. Giulio Ferroni e' critico letterario e docente di letteratura italiana alla "Sapienza". Tra le sue ultime opere: "Dopo la fine" (Einaudi 1996), "La scuola sospesa. Istruzione, cultura e illusioni della riforma (Einaudi 1997). In corso di pubblicazione presso Rizzoli e' invece il volume "La scena intellettuale. Tipi italiani".
Scuole di scrittura: corpo a corpo tra le righe
Manuali offrensi, scrittori cercansi
"Imparare a scrivere per iniziare a leggere"
"Non si legge? Più che della scuola è colpa della Chiesa"
Pochi lettori, qualche perche'
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