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Rassegna Italiana

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Antonio Carioti

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Lunedi' 14.09.98
Piombo a Tirana, fango a Washington

 

Si mescolano nelle prime pagine l'esultanza per la vittoria di Michael Schumacher a Monza e la preoccupazione per i disordini in Albania, dopo l'assassinio, sabato scorso, di un importante esponente dell'opposizione, braccio destro dell'ex presidente Sali Berisha. Da notare pero' che la crisi albanese, pur conquistando i titoli principali del "Corriere della Sera" ("Albania sull'orlo della guerra civile") e dell'"Unita'" ("Tirana, parlano i Kalashnikov") e molto spazio sugli altri quotidiani, non e' oggetto di commenti da parte degli editorialisti, che preferiscono dedicarsi al Sexgate, alle oscillazioni dei mercati finanziari e al successo elettorale della Csu bavarese, di buon auspicio per il cancelliere Helmut Kohl.

"Repubblica" da' notevole rilievo alle disavventure della Casa Bianca, riferendo nel titolo principale la richiesta dell'opposizione repubblicana ("'Clinton si dimetta'") e pubblicando un commento a due facce di Curzio Maltese. Da una parte il corsivista definisce Clinton "un buon presidente per l'America e il resto del mondo", vittima di un "gigantesco e fatale corto circuito fra il buon senso e la demenziale, distruttiva logica della societa' dello spettacolo". Dall'altra lo accusa di essersi comportato da "pargolo irresponsabile" e di aver mentito "ai poveri del suo Paese", con promesse elettorali da marinaio.

Sull'"Unita'" Nicola Fano osserva che il Sexgate e' frutto di un'operazione tutta politica, condotta con indubbia abilita' dal procuratore Kenneth Starr, per "rendere impresentabile, scoperta, privata l'immagine pubblica di Clinton". Mentre Paolo Granzotto, sul "Giornale", infierisce contro il presidente Usa, a suo parere inguaiato proprio dalle "fregole per le molestie sessuali" della cultura postfemminista e "politically correct" fiorente a sinistra.

Anche sulla Germania opinioni divergenti. Sul "Messaggero" Antonio Gambino vede un panorama piatto: vinca Kohl o Schroeder, Bonn ha gia' compiuto la sua scelta fondamentale con la moneta unica europea. Federico Rampini sostiene invece, su "Repubblica", che "l'incognita tedesca pesa piu' che mai sugli scenari europei", perche' il cancelliere e' "assediato da una destra interna isolazionista" e il suo avversario socialdemocratico "non ha ancora dimostrato di avere un grande disegno".

Notevole varieta' di pareri anche in campo economico. Sul "Messaggero" Mario Baldassarri giudica "estremamente basse" le probabilita' di una recessione di portata mondiale. Carlo Bastasin, sulla "Stampa", vede invece la crisi "non piu' alle soglie, ma dentro la porta di casa" anche per Europa e Usa, invocando "un controllo sull'economia globale". Ancor piu' pessimista Paolo Leon, sull'"Unita'': "se si aspetta che la crisi si manifesti in tutta la sua intensita' sara' troppo tardi". infine Alessandro Penati, dalle colonne del "Corriere", invita a rassegnarsi a un periodo di alti e bassi.

Tante preoccupazioni non bastano tuttavia a sminuire l'entusiasmo per l'impresa delle rosse di Maranello. "Schumacher, il trionfo e una promessa", titola "la Stampa" alludendo all'intenzione del pilota di vincere il mondiale. "Le mani Ferrari sul mondiale" conferma "il Messaggero".

Enfatici ovviamente i commenti. Mentre Enzo Biagi sul "Corriere" onora la memoria di Enzo Ferrari ("ha trasformato dei contadini in quei meccanici che costruiscono le piu' belle automobili del mondo"), su "Repubblica" Carlo Marincovich si abbandona alle reminiscenze salgariane. Per lui Schumacher e' come Sandokan che va all'arrembaggio del "vascello dei pirati cattivi", cioe' la McLaren. Si potrebbe pero' obiettare che Sandokan, nella finzione romanzesca, di mestiere faceva proprio il pirata, e usava piuttosto affrontare le navi da guerra di sua maesta' britannica.

"L'Unita'", con il titolo "Domenica italiana", mette insieme il gran premio di Monza e il Festival del cinema di Venezia, vinto da Gianni Amelio. E Natalia Aspesi, su "Repubblica", polemizza con chi attribuisce la vittoria del film "Cosi' ridevano" a un "regime immaginario" d'impronta veltroniana. in realta', spiega Lietta Tornabuoni sulla "Stampa", Amelio e' un "antibuonista", lontano anni luce dalla "ostentata bonarieta' dell'Ulivo".

Unico tra tutti i quotidiani, "il Giornale" da' assoluta priorita' alla politica interna, proseguendo la sua annosa polemica contro il capo dello Stato. "Scalfaro sceglie il suo successore: Oscar", e' la vistosa apertura, corredata da un editoriale di Antonio Socci il cui titolo e' tutto un programma: "Le ambizioni di Kim il Sung". Nel mirino l'ipotesi che si introduca in tempi brevi l'elezione diretta del presidente della Repubblica, il che comporterebbe probabilmente una proroga del mandato di Scalfaro. Un po' pochino per autorizzare paragoni con il defunto dittatore nordcoreano.

Solo "il Messaggero", infine, commenta la riapertura delle scuole. Eraldo Affinati osserva che la nostra epoca "da una parte spinge alla solidarieta', dall'altra esalta qualsiasi forma di successo": non ci si puo' stupire se gli studenti sono disorientati.


 


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