Si mescolano nelle prime pagine l'esultanza per la vittoria di Michael
Schumacher a Monza e la preoccupazione per i disordini in Albania, dopo
l'assassinio, sabato scorso, di un importante esponente dell'opposizione,
braccio destro dell'ex presidente Sali Berisha. Da notare pero' che la
crisi albanese, pur conquistando i titoli principali del "Corriere della
Sera" ("Albania sull'orlo della guerra civile") e dell'"Unita'" ("Tirana,
parlano i Kalashnikov") e molto spazio sugli altri quotidiani, non e'
oggetto di commenti da parte degli editorialisti, che preferiscono
dedicarsi al Sexgate, alle oscillazioni dei mercati finanziari e al
successo elettorale della Csu bavarese, di buon auspicio per il
cancelliere Helmut Kohl.
"Repubblica" da' notevole rilievo alle disavventure della Casa Bianca,
riferendo nel titolo principale la richiesta dell'opposizione repubblicana
("'Clinton si dimetta'") e pubblicando un commento a due facce di Curzio
Maltese. Da una parte il corsivista definisce Clinton "un buon presidente
per l'America e il resto del mondo", vittima di un "gigantesco e fatale
corto circuito fra il buon senso e la demenziale, distruttiva logica della
societa' dello spettacolo". Dall'altra lo accusa di essersi comportato da
"pargolo irresponsabile" e di aver mentito "ai poveri del suo Paese", con
promesse elettorali da marinaio.
Sull'"Unita'" Nicola Fano osserva che il Sexgate e' frutto di un'operazione
tutta politica, condotta con indubbia abilita' dal procuratore Kenneth
Starr, per "rendere impresentabile, scoperta, privata l'immagine pubblica
di Clinton". Mentre Paolo Granzotto, sul "Giornale", infierisce contro il
presidente Usa, a suo parere inguaiato proprio dalle "fregole per le
molestie sessuali" della cultura postfemminista e "politically correct"
fiorente a sinistra.
Anche sulla Germania opinioni divergenti. Sul "Messaggero" Antonio Gambino
vede un panorama piatto: vinca Kohl o Schroeder, Bonn ha gia' compiuto la
sua scelta fondamentale con la moneta unica europea. Federico Rampini
sostiene invece, su "Repubblica", che "l'incognita tedesca pesa piu' che
mai sugli scenari europei", perche' il cancelliere e' "assediato da una
destra interna isolazionista" e il suo avversario socialdemocratico "non ha
ancora dimostrato di avere un grande disegno".
Notevole varieta' di pareri anche in campo economico. Sul "Messaggero"
Mario Baldassarri giudica "estremamente basse" le probabilita' di una
recessione di portata mondiale. Carlo Bastasin, sulla "Stampa", vede invece
la crisi "non piu' alle soglie, ma dentro la porta di casa" anche per
Europa e Usa, invocando "un controllo sull'economia globale". Ancor piu'
pessimista Paolo Leon, sull'"Unita'': "se si aspetta che la crisi si
manifesti in tutta la sua intensita' sara' troppo tardi". infine Alessandro
Penati, dalle colonne del "Corriere", invita a rassegnarsi a un periodo di
alti e bassi.
Tante preoccupazioni non bastano tuttavia a sminuire l'entusiasmo per
l'impresa delle rosse di Maranello. "Schumacher, il trionfo e una
promessa", titola "la Stampa" alludendo all'intenzione del pilota di
vincere il mondiale. "Le mani Ferrari sul mondiale" conferma "il
Messaggero".
Enfatici ovviamente i commenti. Mentre Enzo Biagi sul "Corriere" onora la
memoria di Enzo Ferrari ("ha trasformato dei contadini in quei meccanici
che costruiscono le piu' belle automobili del mondo"), su "Repubblica"
Carlo Marincovich si abbandona alle reminiscenze salgariane. Per lui
Schumacher e' come Sandokan che va all'arrembaggio del "vascello dei pirati
cattivi", cioe' la McLaren. Si potrebbe pero' obiettare che Sandokan, nella
finzione romanzesca, di mestiere faceva proprio il pirata, e usava
piuttosto affrontare le navi da guerra di sua maesta' britannica.
"L'Unita'", con il titolo "Domenica italiana", mette insieme il gran premio
di Monza e il Festival del cinema di Venezia, vinto da Gianni Amelio. E
Natalia Aspesi, su "Repubblica", polemizza con chi attribuisce la vittoria
del film "Cosi' ridevano" a un "regime immaginario" d'impronta veltroniana.
in realta', spiega Lietta Tornabuoni sulla "Stampa", Amelio e' un
"antibuonista", lontano anni luce dalla "ostentata bonarieta' dell'Ulivo".
Unico tra tutti i quotidiani, "il Giornale" da' assoluta priorita' alla
politica interna, proseguendo la sua annosa polemica contro il capo dello
Stato. "Scalfaro sceglie il suo successore: Oscar", e' la vistosa
apertura, corredata da un editoriale di Antonio Socci il cui titolo e'
tutto un programma: "Le ambizioni di Kim il Sung". Nel mirino l'ipotesi
che si introduca in tempi brevi l'elezione diretta del presidente della
Repubblica, il che comporterebbe probabilmente una proroga del mandato di
Scalfaro. Un po' pochino per autorizzare paragoni con il defunto dittatore
nordcoreano.
Solo "il Messaggero", infine, commenta la riapertura delle scuole. Eraldo
Affinati osserva che la nostra epoca "da una parte spinge alla
solidarieta', dall'altra esalta qualsiasi forma di successo": non ci si
puo' stupire se gli studenti sono disorientati.