Ma come cambiano rapidamente i costumi e i giudizi. Alcuni anni fa il regista
Nanni Loy, da sempre militante del Pci, durante un convegno al Teatro Eliseo di
Roma sull'emittenza televisiva privata, accusò la nostra epoca di
essere "luridamente pagana". L'invettiva suonò strana, fuori luogo, come
dire?, eccessivamente beghina, quasi papalina. Anche a sinistra. Oggi succede
evidentemente il contrario.
Vista l'immensità spontanea e globale della devozione popolare con
gladioli e pianti e cortei di gente comunissima ad Althorp, per rendere omaggio
alla sua tomba tragica, va "paganizzato" il fantasma di Lady D. Intanto,
è planetariamente santificata da tutte le religioni e mitologie e razze,
con magliette e tazzine e copertine di periodici con su il santino biondo.
E la forza del Mito muove milioni di fedeli motivati e sinceri, senza
predicazioni capillari né pellegrinaggi a pagamento né voli
charter con guide e programmi come ai principali santuari dei vari culti
organizzati, riuscendo miracolosamente a riunire i devoti di Santiago de
Compostela con quelli della Mecca. Insieme pregano per Dodi e Diana uniti nel
martirio della Celebrità Sociale.
Il nuovo inaspettato culto della dea Diana ha posto quindi un problema di
rinascita del paganesimo antico, quale religione egemone delle genti. Quale
prelato o confessore di antico stampo oserà infatti sussurrare a una
giovane credente che sarebbe peccaminoso spassarsela con uno o più
amanti in quelle situazioni che le "vecchie istituzioni rigide e ipocrite"
monarchicamente o cattolicamente etichettano come Adulterio e Concubinaggio e
Divorzio?
Un giudice ecclesiastico di Canterbury e di Westminster nei giorni scorsi si
è permesso una bacchettata sulla "peccatrice", dando un certo peso al
Buono e Cattivo Esempio (soprattutto "dall'alto"), e ai relativi Castighi
Esemplari del Cielo (la Mano del Signore). L'incauto arcivescovo anglicano
è stato prontamente disapprovato per scarso bon ton e zittito come
profanatore del neo-culto. Anche se poi dovendo precisarne i meriti spirituali
i commentatori si limitano ad elogiare la Principessa Cuorinfranti come
picconatrice della monarchia britannica. E la assolvono quindi da qualunque
comportamento già condannato nelle Cattedrali e nei Palazzi
perché anticamente riprovevole.
Che la teologia contemporanea venga riscritta dalle Celebrità, sarti e
parrucchieri, paparazzi e cantanti pop, lo si dovrà riconoscere di certo
a Madonna, di recente incoronata "adulta-bitch" con quaranta candeline. Come
Diana, la sfacciata Ciccone è la rivincita contro ogni santità
sgraziata e bruttina. Come la scostumata Diana, è contro la mania
religiosa della rinuncia e la smania ideologica del sacrificio. Del resto,
nell'antichità classica, Diana e Venere non si presentavano certo con
stracci e lamenti. Né facevano fioretti a Giove o a Giunone per andare
sull'Olimpo. Si mettevano sempre al meglio, badando soprattutto al carisma e al
successo dell'immagine. Patrocinavano musica e danza. Guarivano con la sola
apparizione.
La supremazia del look è schiacciante, nei culti pagani. Se Diana si
fosse chiamata Jole o Jessica, e fosse stata una bruttina stagionata in
tailleur fatto dalla mamma, anche con molte più opere di bene e mine
sminate sul groppone sarebbe stata santificata lo stesso dalle masse? Per
niente.