Risposte del 2 settembre 1998
Giuliano Ferrara
1) Lei ha detto che il sesso, oramai, lo fanno solo i portoricani? E' una
constatazione o un giudizio: non le sembra, in ogni modo, un quadro
triste?
Claudia P., Livorno
San Tommaso, il dottore angelico, diceva che dopo il coito
ciascun animale prova tristezza (post coitum omne animal triste). Come mai il
sesso, che è un impegno gioioso e tremendo per la riproduzione della
specie e il risultato dell'energia dell'amore, dunque letteralmente un lavoro,
sia diventato sinonimo di generica allegria, di spensieratezza, di
capacità mondana, per me è un mistero (nemmeno tanto gaudioso).
Il corteggiamento, il discorso d'amore, eventualmente il fidanzamento e il
matrimonio o l'unione cosiddetta di fatto, il fare figli, o comunque il
dedicarsi, la carezza protettiva e la naturale lode alla qualche bellezza che
si desidera, che s'incensa, di cui perfino ci si inebria: tutto questo viene
prima del sesso come potenza erettile del pene, penetrazione e orgasmo maschile
e femminile (per non parlare del mito dell'orgasmo vaginale distrutto dalla
benedetta cultura femminista). In questo senso, così come per un certo
periodo il fumo è stato messo fuori moda nelle classi medio-superiori
americane, e considerato un vizio di serie per emarginati (i "portoricani"),
anche il sesso come ossessione e nichilista volontà di potenza (la
farmacopea al posto della filosofia, il Viagra al posto di Nietzsche), merita
un declassamento brutale. In allegria.
Pagina 1,2, 3
|