Una vita complessa
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Il legame fra arte e scienza
1939 Nasce il 27 dicembre a Palermiti, in Calabria. Nella prima
infanzia vede un gruppo di ragazzi con i libri sotto il braccio e la
parola “scolaro” con cui gli adulti li definiscono, diventa per
lui rivelatrice della condizione umana dell’apprendere.
Sfidando la paura del buio esce nella notte e disegna l’aria con
tizzoni accesi, trovando segni che si perdono poi nel nulla. Per caso
scopre che sfregando gli attrezzi di suo nonno può accendere la
scintilla nel metallo e così la ricrea di nascosto fino a logorarli.
Rivelando l’imperturbabilità della natura di fronte ai drammi
umani, si lacera in lui in maniera irreparabile la relazione con un
Dio che esclude a priori la sua presunta creatura dall’avventura
della conoscenza: “da qui il salto nella solitudine del comprendere
come cifra allora inconsapevole dell’esistenza”.
1949 Si trasferisce in Argentina. Parte dal porto di Napoli, con il
bastimento “Il Conte Biancamano”, affidato ad uno zio acquisito.
Unico bambino fino alla Spagna. Qui un piccolo gruppo di suoi coetanei
spagnoli salirà sulla nave. Nel suo bisogno di comunicare egli
tenterà di averne l’attenzione e la compagnia rivolgendosi loro con
alcune parole del linguaggio sconosciuto e confidenziale con cui li ha
sentiti parlare. Ma le parole sono epiteti e genereranno una rissa che
giungerà all’attenzione del Comandante, il quale, nell’accertamento
dei fatti, rileverà l’equivoco. Questo sarà per lui il primo segno
della difficoltà che la condizione di straniero comporta. Poi
deciderà di adottare per sempre il suo nome da emigrante.
1954 Buenos Aires. Assillato dal dubbio inerente al contrasto libero
arbitrio-dogmaticità, studia segretamente la Bibbia, ne rileva
insanabili contraddizioni e le annota ai margini. Scoperto, viene
espulso dal Collegio d’Arte e Mestieri “Pio IX”.
1955 Frequenta varie scuole di pittura, scultura, letteratura e musica
e lavora.
1957 La notizia del primo satellite in orbita lo sorprende in una
stazione ferroviaria dei sobborghi di Buenos Aires e gli accende la
speranza di un possibile “controcampo” degli uomini sulla propria
condizione di “unica specie”, “sul chicco ancora verde del
grappolo solare”.
1958 Buenos Aires. All’Accademia di Belle Arti ha luogo la sua
personale. Partecipa attivamente alle vicende non solo culturali del
paese.
1961 Dopo una serie di viaggi attraverso il Sud America avviene il
percorso verso l’origine, il rientro in Italia. La prima residenza
è Firenze dopo le tappe di Genova e Torino e un breve soggiorno a
Palermiti. In questo periodo indaga la superficie e sperimenta la
materia giungendo all’invenzione dei “chinacidi” (soluzione di
acidi e inchiostri), che gli consentono di ottenere un cromatismo
dirompente, palpitante, atmosferico. Per non asservirsi al “mercato”
dell’arte, fa i lavori più eterogenei. Rendendosi conto dell’equivoco
che baratta nella società contemporanea l’idea di progresso per
quella di civiltà, forte di tale consapevolezza, apre la “sintesi”
tra naturalità procreativa e innaturalità creativa, tra utile e
inutile. “L’uomo è in cammino costante verso l’innaturalità. L’Arte
non è necessaria; è indispensabile”.
1962 Dipinge il ritratto a Pablo Picasso (senza averlo ancora
conosciuto), che successivamente entrerà a far parte della Collezione
Picasso.
1963 Roma. Prima personale italiana: suscita molto interesse e molte
polemiche.
1964 Firenze. Mostra e lettura delle sue poesie alla Casa di Cultura
Porta Romana.
Roma. Ha inizio il periodo della NON PITTURA dove sconvolge il
concetto stesso del supporto dell’opera che, dalle caverne di
Altamira alla michelangiolesca Cappella Sistina alle tele di Pollock,
restava il medesimo. Con la NONPITTURA il supporto, fino ad allora
immutato luogo del soggetto da osservare, diventa osservatorio dell’inedito:
l’orto assediato dal muro, cornice dell’esterno, ora diviene “pagina
bianca”, nulla oltre il quale deriva la materia, appena
implosa-esplosa in magmatico colore che fluisce dall’amorfo
originario all’originale affaccio che si fa Evento e induce al
senso.
1965 Roma. Galleria Quantas, David Alfaros Siqueiros affascinato dalla
sua pittura gli propone di collaborare all’esecuzione di un’affresco
di 350 metri quadrati in Messico.
A New York le sue opere sono esposte assieme a quelle di Chagall, Dufy,
Lèger, Modigliani, Picasso. Nonostante questo, l’ufficialità
istituzionale “Quadriennale di Roma” continua a ignorarlo,
rifiutando tre sue opere (senza peraltro prenderne visione: le casse
che le contenevano non vengono nemmeno aperte); una di queste opere
verrà definita da Waldemar George in una conferenza parigina, l’opera
d’arte più importante del dopoguerra.
1966 Roma. Galleria 88, saggi vari sulle sue opere.
Chieti. La sua personale evidenzia l’importanza del decentramento
culturale.
Contesta il premio Genazzano, dove rivela documentabili irregolarità
in una lettera aperta che molti dei presenti sottoscrivono, ma la
medesima non trova spazio sui giornali.
Mougins. È ospite di Pablo Picasso a Nôtre Dame de Vie. Qui conosce
Albert Skirà.La visione di 23 opere di Domingo Notaro colpisce
profondamente Picasso, al punto che questi esprime il desiderio di
poterne avere qualcuna.
1967 Parigi. In occasione delle due personali scrivono di lui Louis
Aragon, Jean Cassou, Pierre Courthion, Warie Jean e Waldemar George
che lo definisce “messaggero della nuova arte mondiale” e
successivamente “grande visionario, creatore di forme magiche di uno
stile monumentale”.
Anversa. Pavlovic sottolinea la genialità con cui Domingo Notaro
elabora una simbologia leggibile per “l’Uomo Nuovo”.
1968 Bruxelles. Galleria La Violette.
Knokke.
Porto Cervo.
Warie Jean traduce in francese alcune poesie di Notaro che verranno
lette alla Sorbona.
Scrivono: Pierre Louis Flouquet, Elio Mercuri e Sebastiano Carta.
È uno degli esponenti attivi della contestazione alla Biennale di
Venezia.
Inizia l’inchiesta “Arte e Società”, intervistando Giullo Carlo
Argan, Giorgio De Chirico, Paul Delvaux, Fausto Pirandello, Roger
Somville, Cesare Zavattini e altri.
1969 Realizza il bozzetto della scultura “Oltre l’orizzonte”.
Bruxelles. Galleria Fitzroy gli dedica una mostra che intitola “Evoluzione
e Rivoluzione sessuale”.
Montegrotto.
Viterbo. Palazzo Santoro, testimonianze varie.
Salerno. Galleria La Seggiola.
Napoli. Maschio Angioino, prefazione di Marina Morani e altri.
1970 Gli viene conferita la cittadinanza onoraria di Montevago, paese
della Sicilia duramente colpito dal terremoto.
Mostra antologica itinerante di 223 opere nei musei di: Zagabria,
Belgrado, Dubrovnik.
1971 Roma. Galleria La Nuova Pesa, scrivono: Gianfranco De Bosio,
Carla De Petris, Laura Di Falco, Alberto Gatti, Giuseppe Selvaggi.
Dopo l’ennesimo bozzetto scultoreo presentato nei vari concorsi
pubblici, sempre nella rosa dei finalisti ma nessuno dei quali mai
realizzato, durante la nevicata romana di quell’anno decide di
modellare nella neve una sua scultura in piazza Mignanelli dove
questa, per qualche giorno, è ammirata dai passanti quale fosse di
marmo.
1972 Napoli. Gli viene conferito “Il Posillipo d’Oro per l’Arte”.
Il Piemonte gli dedica tre mostre:Torino, Alba, Alessandria.
L’evento è presentato dal direttore della Galleria Civica d’Arte
Moderna di Torino Aldo Passoni, e da Alberto Bevilacqua, Adalberto
Rossi, Paola Romano.
Pablo Picasso a conferma della sua grande stima e amicizia gli invia
un telegramma.
Roma. Presentazione di grafica e poesia.
1973 Ferrara. Palazzo dei Diamanti, 133 opere con scheda critica, per
una successiva monografia, di Alberto Bevilacqua e un saggio di Pavlo
Pavlovic che riconferma “la geniale sintesi” dell’autore.
Palermiti. “Medaglia d’Oro al Grande Artista per essersi distinto
all’estero anche per doti umane e sociali”.
Roma. Galleria Silarte presentato da Giorgio Bassani.
Ferrara. Palazzo dei Diamanti, in occasione del V Centenario della
nascita di Ludovico Ariosto, presenta la sua opera “Strutturazione e
Metamorfosi della Ragione del Dinamismo Ariostesco”.
1974 Nasce la PLURIDIMENSIONE, cioè il parallelismo tra microcosmo e
macrocosmo. Perciò l’autore dipinge su pannelli aprendo al centro
dell’opera un vuoto rettangolare che è speculare al vuoto esterno e
tra i due vuoti si affollano grappoli umani e grappoli stellari.
1975 Grotte di Castro. Palazzo Comunale.
Montepulciano. Galleria L’Antico Forno. Testimonianze varie.
Roma. Scacco Matto, mostra di pittura. Fausto Tozzi legge le poesie
dell’autore.
1976 Sorrento. Palazzo Comunale.
L’Istituto di Cultura Torquato Tasso pubblica la raccolta di poesie:
“I miei piedi sono radici d’aria”.
1977 Roma. Sala Borromini, presentazione della sua raccolta poetica e
lettura di Riccardo Cucciolla con interventi e dibattito.
Palermiti. POESIA in PIAZZA.
Catanzaro. Palazzo della Provincia. Mostra antologica. Contraccambia
le visite degli studenti alla sua mostra con una serie di incontri
nelle scuole.
Decide il suo autoesilio in Italia per non abiurare la sua
indipendenza da ogni ortodossia.
1980 Cava de’ Tirreni. Circolo Universitario, pittura e poesia.
1981 Frascati. Palazzo Comunale. PLURIDIMENSIONE presentato da Augusto
Gentili, Giorgio Guadagni, Carlo Guaraldo, Vittorio Leti-Messina,
Paola Romano. Analisi biografica e sintesi di un percorso per la tesi
di Patrizia Fulciniti.
Chianciano. Palazzo Comunale. Testimonianze varie.
1982 Todi. Galleria del Teatro, presentato dall’Assessore ai beni
Culturali Marisa Giontella e da Gianluca Prosperi.
1984 Soverato. Palazzo Comunale, COSMOMITOMORFOSI, prefazione di
Patrizia Fulciniti e altre testimonianze.
1988 Velletri. Galleria la Giara in collaborazione con l’Istituto
Enrico Fermi.
1990 Roma. Complesso Monumentale San Michele a Ripa, Mostra Antologica
1960-90 con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della
Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma.
1991 IL LIMITE. Lavora agli ulteriori momenti della sua pittura, dove
si colloca come ipotetico osservatore un attimo dopo il Big Bang e
dunque il modello non è più né l’uomo, né la terra, né il
sistema solare, né il Cosmo, ma il Caos primordiale, l’amorfo e da
esso le prime germinazioni della materia tendenti al senso.
Tokyo. Metropolitan Art Space, Mostra Antologica 1960-1990.
L’attenzione e l’accoglienza del pubblico giapponese la decretano
come il più grande evento artistico. Gli viene offerto di rilevare l’esclusiva
mondiale delle sue opere, con la conseguenza che l’Italia sarebbe
stata privata della collezione antologica che testimoniava il percorso
artistico dell’autore dal 1960 al presente. Ancora una volta l’autore
rifiuta di abdicare alle sue radici. Perciò comincia un ulteriore
esilio nel quale porta a compimento la raccolta poetica “D’èsili
esìli che questo tempo impone” arrivando così a oltre 10 raccolte
di poesie, un glossario e un libro di racconti (tuttora inediti).
1993 CAOS - CASO - COSA
1994 SOGLIA
1995 EVENTO
Buenos Aires. Dipinge un’Opera (3x2m) assieme ai bambini di una
scuola, quale grande metafora del suo rientro ufficiale nella città
della sua prima formazione.
Tucumàn. Museo Timoteo Navarro.
Accademia di Belle Arti. Ospite della Direzione Generale di Cultura
Roma. Ambasciata Argentina.
Casa Argentina. Testimonianze varie.
1996 Edito da Sovera, “D’èsili esìli che questo tempo impone”.
Introduzione di Walter Pedullà.
Roma. Centro Internazionale del Libro, con la presentazione di Simona
Cigliana e la lettura di Achille Millo.
1998 Sorrento. Istituto di Cultura Torquato Tasso, con il patrocinio
dell’Assessorato alla Cultura, Antologica Poetica con la
presentazione di Michele Cataudella e la lettura a cura della Coop.
Teatrale “L’Arcolaio”.
1999 Saggio dell’autore “Arte e Poesia” in “Come nasce l’opera
d’arte” - Edizioni ELDEC.
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