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Questo pezzo e' apparso il primo marzo sul "Corriere della Sera"
"Prendi l'home-page e scappa", si potrebbe dire. Se, una
volta messo piede sull'uscio di un sito, non vede subito qualcosa che calamita la sua
attenzione, il navigatore a spasso per la rete non ci pensa un amen a cambiare strada.
Un'ormai classico studio dell'Universita' del Minnesota ha messo per scritto questa
stressante verita': se un sito non cattura l'attenzione del visitatore entro i primi otto
secondi, il suo dito clicchera' altrove. E anche nei casi in cui tale aggancio si
verifichi, la permanenza nell'ambiente elettronico non durera', in media, piu' di sette
minuti. La sfida degli editori online, dei cosiddetti content provider, e' quindi
duplice: presentare i contenuti in una maniera accattivante, tale da calamitare
immediatamente la curiosita' del lettore-navigatore e inventarsi strategie per far si'
che, una volta entrato, il lettore resti il piu' a lungo possibile. Non si tratta di
un'aspirazione futile: se gira in lungo e in largo l'ambiente telematico, se legge molte
pagine diverse, partecipa alle discussioni online, il visitatore vedra' tanti banner, i
cartelloni pubblicitari che campeggiano su ogni pagina, e il messaggio che gli
inserzionisti hanno cercato di veicolare si stampera', impercettibilmente ma saldamente,
sui suoi neuroni.

Qualche tempo fa il "New York Times" sbandierava nella sua
edizione cartacea un primato di quella elettronica: "Da noi i navigatori si fermano
in media 27 minuti". Il prestigioso quotidiano americano non usa "effetti
speciali" e fa affidamento sulla ricchezza della sua offerta per tenere incollati a
lungo i visitatori. Ma nel mercato del Web non c'e' moneta piu' preziosa dell'attenzione e
c'e' chi e' disposto a tutto per creare assuefazione nel proprio pubblico. Anche a pagare.
Da due anni a questa parte, infatti, e' arrivata Cybergold. Il suo sito e' una grande
vetrina di ditte che vogliono pubblicizzare i propri prodotti. Ciascuna remunera in
maniera diversa - generalmente intorno a un dollaro - l'attenzione del potenziale cliente
che, per guadagnare la ricompensa (che va ad alimentare un conto virtuale da utilizzare
per acquisti online), non ha che da cliccare. Generalmente prima di passare all'incasso si
deve rispondere a un questionario, fornendo un profilo personale con eta', professione e
cosi' via. In questo modo l'inserzionista sara' sicuro che il suo messaggio sara' arrivato
a destinazione e avra' appreso notizie importanti sul conto del potenziale cliente. A oggi
un milione e duecentomila persone avrebbero aderito all'iniziativa. Sistema analogo e'
quello della californiana Intellipost, che propone due formule diverse: BonusMail, nella
quale gli internauti accettano di ricevere e-mail contenenti pubblicita' e MyPoints in cui
l'utente si dirigera' verso destinazioni online che danno buoni sconto. "Una buona
parte dell'economia di Internet - garantisce Nat Godhaber, fondatore di Cybergold -
funzionera' presto secondo questo modello: siamo veramente entrati nell'eta'
dell'attenzione".
I segni di questa transizione si intravedevano da tempo. Pionieri erano
stati HotMail e i suoi cloni, che regalano caselle di posta elettronica per poi rivendere
a caro prezzo gli spazi pubblicitari per i banner che gli utenti, controllando la mail,
vedranno; Geocities, che da' via spazio su Web per poi piazzarvi la pubblicita' e Juno,
che dava accesso a Internet a chi era disposto a sorbirsi un certo numero di spot. In
quest'ultima direzione oggi ha investito Netfraternity che replica, anche in Italia, il
precedente americano. Se si accetta di ricevere sul proprio schermo - dopo aver installato
un software specifico - una certa quantita' di spot, la compagnia provvedera' a un
rimborso parziale della bolletta telefonica. I "netfratelli", nel mondo, sono
gia' 5 milioni.
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Juno
Hotmail
Geocities
Cybergold
Intellipost
Netfraternity
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