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"Aristo si è sposato e l’ho saputo soltanto dai giornali"



Lettere inedite di Maria Callas



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Queste lettere inedite sono appare sul numero 43 di Reset del dicembre 1997. Gli errori grammaticali e di scrittura sono riportati dalle lettere originali, scritte in italiano dalla greca Maria.

A bordo del "Cristina", 4 giugno 1965

Cara Elvira, è tanto che voglio scriverti, ma non trovo il tempo o meglio l’energia.
Come avrai capito già da allora - e lo dicevi - ero stanca. Lavorare di nuovo la voce, cambiare tecnica durante le recite non era per i miei nervi già tesi da tanti anni.
Conclusione sono andata abbastanza bene con eccezione di qualche do sfuocato più da paura e sfiducia. Ho fatto molti programmi ma come hai detto tu non si può fare tutto in tre mesi.
Ora sono qua in crociera.... spero tirarmi su per le Tosche di Londra, ne ho quattro in luglio....
....a Parigi andrò dal dottore e prenderò una decisione
....dopo New York ho avuto il crollo del corpo. Cioè la pressione è scesa a settanta di massima e cinquanta di minima ... ho riposato circa un mese ma si vede che i miei nervi non erano saldi ancora per un lavoro tanto duro come Norma. Un programma televisivo e cinque Norme più prove in venti giorni.
Così la mia stanchezza è infinita e la mia rabbia ancora di più per non aver potuto resistere fino alla fine.

44.Avenue Foch XVI, 22aprile 1966

Cara Elvira, non ti scrivo da tanto tempo ma tu hai tanta pazienza e tu sai bene
che avrò le mie ragioni. Ero tanto stanca, sto meglio; sono ancora stanca ma sto molto meglio, non mi sforzo che non ne vale la pena.
Ho trovato un appartamento e mi dedico a quello per il momento, cosi non mi stancherò troppo a avere degli impegni vocali ed appartamentali!
Spererei venire a Milano per qualche giorno, forse fra due settimane, ma non ci contare troppo. Avrei bisogno di parlarti, ma ho tanto da fare, appunto per questo appartamentino.
Ti penso tanto affettuosamente, penso ai nostri colloqui, penso che avevi ragione cento per cento e quanto mai non ti ho ascoltato. Sono molto più tranquilla, tranquilla che non centra niente con felicità, ma che serve tuttavia a rimettere il mio sistema nervoso, che era il vero colpevole di tutto, come tu dicesti una volta.
Ti scrivo appena potrò, ma spero ancora meglio vederti presto.
Sempre tua,
Maria
P.S. Rispondimi se hai voglia, ma per favore scrivi tanto chiaro (perdonami).

New York, 17 novembre 1967, Hotel Pierre

Carissima Elvira, ti ho fatta diventare matta, non è vero? Vedi cosa fa l'amore....
Aristo è un amore con me. Ti abbraccia tanto e ti ringrazia di essere tanto comprensiva e cara con me....
....ti prego di perdonare le mie follie, le abbiamo fatte tutte quante non è vero? Non è vero che trovi Aristo tanto cambiato al meglio?

Parigi, 20 gennaio 1968

....ho.studiato per conto mio (il pianista è andato in America) e solo una settimana fa h o sbucato una nuova strada, o meglio, trovato la vecchia.
Sto ricostruendo tutto. Vedremo in ogni modo prima non andava quindi non ho nulla da perdere a questo punto.
È un lavoro lungo ma ho pazienza tanta. Sono tranquilla qui in casa. Ho i miei dischi che mi insegnano che cosa facevo ed il mio registratore mi specchia quello che faccio o che non devo fare. E' la lingua ha tanto da fare là....
Io mi sbroglierò come mi sono sbrogliata fino ad adesso. Se va, sennò mollerò tutto.
In fondo ho Aristo - cosa posso chiedere di più?
Io, tu sai come ti penso anche se nella mia strana maniera affettuosamente e caramente tua Maria.


Parigi, 16giugno1968
Cara Elvira, sto abbastanza bene sotto le circostanze ma è come se avessi pre­so una botta enorme e non riesco a respirare ancora. Ho avuto tre telefonate. Una non ho preso. Due ho risposto ed era­no disastrose per tue. Come t’avevo dettò è un’irresponsabile, quindi è una cosa disgu­stosa per me. Sono a Parigi e cercherò di mettere un po’ d’ordine nella mia testa tanto dolorosa. Cerco di sopravvivere questi mesi. Non mi sforzo troppo perchè non ho troppe forze mentali e conse­guentemente psichiche. Non saprei proprio (love andare per un poco di riposo. Sono tanto perduta dopo tanti anni di lavoro e poi sacrificio per uno che mi trovo sensa sapere dove andare è il colino
se vuoi scrivimi qui almeno a casa mia sto bene per ora.
Ti abbraccio tanto caramente, spero che tu non ti dia troppi pen­sieri per me
cara mia dolce amica di sempre, tua sempre Maria.

Parigi, 29ottobre1968


Cara Elvira, grazie della tua cara lettera.
È crudele, non è vero, ma pagano tutti e due - e pagheranno - ve­drai.
La cosa peggiore è che non mi ha detto niente del suo matrimonio.
Penso che aveva l’obbligo dopo nove anni presso di lui - almeno non apprenderlo dai giornali.
Ma lo considero un matto e come tale lo liquido nella mia mente sto abbastanza bene viste le circostanze e ti ringrazio visto il tanto affetto per me.



Parigi, 26aprile 1969


Cara Elvira,
la televisione era un successone. Tu hai trionfato, ti giuro. Ti hanno trovato di una vivacità e di una personalità enorme. Certo a me alla fine dopo due ore e mezza hanno domandato perché avevo smesso di cantare ed ho risposto in tutta onestà che non
ero contenta di me - ed ho ripreso a lavorare per rimettermi a posto. ­Dicevano che se mi portavano in trionfo perchè avevo dubbi - ed ho risposto che io prima di tutti so se canto come devo.
Elvira sarebbe ora di buttare giù qualche ricordo di infanzia, lavoro eccetera. Fra poco comincerò la mia biografia ed avrei bisogno di cose che tu sola puoi ricordare e dire.

Quando non hai tanto da fare scrivi qualche ricordo, poi me lo mandi…

…scusami sai ma mi farai un favore, alla Maria e alla Callas, mia cara…

… io sto meglio. Sono più sicura. Sono un poco ingrassata e molto ottimista. Lavoro sempre e va bene. In maggio il filing comincerà… voglio che sia una riuscita è un personaggio mio. Poi è la prima volta che farò senza campo, per quello mi affascina.


 

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