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Racconta una storia vera



Ilenia Mirenda



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L'attacco terroristico alle Torri Gemelle è stato visto alla televisione in tempo reale da moltissimi bambini italiani che in quel momento stavano guardando i programmi a loro dedicati. La brusca interruzione di quei programmi ha fatto sì che i bimbi passassero dalla visione di Solletico o di qualche cartoon giapponese a quella delle torri in fiamme senza soluzione di continuità, e spesso senza un adulto vicino a fare da filtro o a fornire spiegazioni. Quanto segue è il resoconto degli eventi di New York da parte di una bambina di nove anni.

Il pomeriggio dell’undici settembre, su Retequattro, durante il tg, ho visto una cosa molto brutta: a New York erano arrivati dei terroristi che con l’aereo hanno fatto crollare le torri gemelle e il Pentagono. Mentre vedevo queste cose, mi rattristavo e pensavo: “Povere persone, chissà quanto stanno soffrendo”.

Poi hanno inquadrato quello che stava accadendo un po’ più da vicino. Ho visto persone che si affacciavano alla finestra e cercavano aiuto sventolando un fazzoletto o una maglietta, altre che si sporgevano e si buttavano nel vuoto per salvarsi.

Un signore uscendo dalla torre diceva: “Io sono sceso prima dalle scale e non so se mia moglie è indietro o è rimasta nel palazzo”. Poi ho visto persone uscire dalla torre con la faccia coperta di sangue.

Mia madre non sopportava più di vedere quelle brutte cose e ha cambiato canale, sperando di trovarne qualcuno che non parlasse di questa tragedia, ma quello che era successo era stato così atroce che ovunque si vedevano le stesse immagini.

Mia cugina che è nata a New York piangeva vedendo la televisione. Ha telefonato ai nonni che stanno a Manhattan, ma non è riuscita a mettersi in contatto con loro.

Penso che queste persone cattive devono finirla di distruggere il mondo, e poi che c’entrano quegli innocenti, che non hanno fatto niente di male? Quei terroristi saranno persone pazze.

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