Ma senza spazio per gli italiani
Ludovico Pratesi
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latere
Ludovico Pratesi, critico d'arte e curatore, ha organizzato una
serie di mostre di arte contemporanea in diverse città italiane per
promuovere gli artisti italiani delle ultime generazioni. Vive a Roma
ed è attualmente Direttore Artistico del Centro d'Arti Visive
"Pescheria" di Pesaro.
Pensieri in ordine sparso su questa quarantanovesima edizione della
Biennale di Venezia, seconda prova dello straordinario talento di
grande allestitore di Harald Szeemann, che verrà ricordato come il
curatore delle Biennali che hanno ritrovato i meravigliosi spazi
dell'Arsenale, dove video, sculture, installazioni e performance degli
artisti più trendy sulla scena internazionale si susseguono uno dopo
l'altro in una promenade unica al mondo che collega le Corderie
alle Gaggiandre, le Tese alle Bombarde per concludersi con una
fantastica visione panoramica sulla laguna.

Maurizio Cattelan
Non è difficile rendersi conto che la vera mostra è qui, riunita in
un itinerario dove l'avanguardia è pensiero e immagine, poesia e
spettacolarità, silenzio e rumore. Un percorso magico che comincia
con il gigantesco Boy di Ron Mueck e si conclude con il
Giovanni Paolo II colpito dal meteorite in quella Nona Ora di
Maurizio Cattelan che ha già fatto il giro del mondo prima di
approdare a Venezia. Qui le opere sono allestite con attenzione,
vengono valorizzate una ad una per permettere al visitatore di
coglierne il senso anche con una visione "a colpo d'occhio",
senza perdere mai quel rispetto per il pensiero dell'artista che i
grandi curatori come Szeemann conoscono bene, dopo un'esperienza
trentennale.
Dalle Corderie alla Tese, dalla Fine del millennio di Beuys al Narciso
di Bill Viola, la mostra si presenta effettivamente come una
panoramica ragionata e puntuale sull'arte di questi tempi così
contraddittori. Qui Szeemann coglie il bersaglio con tale precisione
che ci rimane difficile pensare che sia lo stesso curatore a firmare
l'allestimento del Padiglione Italia, un improbabile guazzabuglio di
lavori poco valorizzati e a volte inutili, dove anche maestri del
calibro di Cy Twombly (premiato con il Leone d'Oro alla carriera
insieme a Richard Serra) o Gerhard Richter appaiono appiattiti in un
percorso espositivo caotico e confuso.

Ron Mueck
Certamente Szeemann sa per esperienza (e non è difficile rendersene
conto) che il Padiglione è uno spazio terribile, che avrebbe bisogno
di una ristrutturazione totale (ma non era stato bandito un concorso
internazionale per ricostruirlo qualche anno fa?) e quindi non si è
sprecato più di tanto per trasformarlo in un luogo più accettabile,
concentrando le sue energie sull'Arsenale. Però qualche peccatuccio
l'ha commesso lo stesso, soprattutto verso gli artisti italiani, come
sempre penalizzati da un confronto internazionale che li relega negli
interstizi, riservando ad artisti sostenuti dal mercato internazionale
palcoscenici più appetitosi.
Eccezion fatta per Loris Cecchini, gli altri rappresentanti del paese
ospitante (e pagante) presenti nel Padiglione Italia sono stati
collocati (ironia della sorte!) in spazi decisamente infelici e poco
visibili . Una sorte assai migliore è stata riservata agli ospiti
dell'Arsenale, come Massimo Vitali e Francesco Vezzoli (i poveri Botto
& Bruno, all'ingresso delle Corderie, sono praticamente
invisibili), mentre i posti d'onore sono stati riservati ai due
emigrati di lusso, Vanessa Beecroft e Maurizio Cattelan, ormai
cittadini newyorchesi.
Nella nostra straordinaria capacità di denigrarci sempre e comunque
all'interno dei contesti internazionali, noi italiani abbiamo fatto il
miracolo di finanziare a suon di miliardi un notissimo curatore
internazionale, che ci ha sbattuto in faccia l'evidente situazione di
inferiorità dei nostri artisti, certamente non meno bravi di tanti
altri loro colleghi internazionali. Forse se credessimo di più in noi
stessi, saremmo anche in grado di aiutarli, affidandoli magari alle
cure di un piccolo gruppo di giovani curatori italiani (tre o al
massimo cinque) informati come Szeemann delle ultime novità
artistiche internazionali ma senz'altro più attenti a valorizzare i
nostri migliori talenti.
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