Chi è Lester Burnham? E perché il suo
destino ci riguarda? Eppure non abitiamo in un pettinato suburbio americano dove i nuovi
vicini di casa compitamente si presentano per offrire aiuto in caso di necessità.
American Beauty è un "oggetto" film che non si lascia facilmente decodificare.
O inversamente ingloba le chiavi di lettura che tentano di ridurlo a vetrino anatomico.
L'unica cosa certa è che Lester, quando inizia a raccontarci la sua storia, è morto.
Parla dal di là della soglia. Naturalmente molti hanno visto in questo incipit una
citazione cinephile. Anche lo sceneggiatore Joe Gillis (William Holden) diViale del
Tramonto galleggia morto nella piscina che ha da sempre desiderato ed è la voce narrante
della storia. Con una differenza non futile: ilprotagonista di Billy Wilder non viene
immediatamente identificato dallo spettatore con il cadavere nella piscina. Lester invece
dichiara subito l'imminenza della sua morte. E' un segno forte. E' il punto di vista dello
scrittore sulla storia, quello che in termini strettamente tecnici viene definito
"tema costruttivo".Individuato, più o meno consciamente, il tema costruttivo
tutto il resto della storia, tutti gli altri personaggi con le loro vicende
inevitabilmente si allineano intorno a questo asse.
La struttura di "American Beauty ", velata dal forte impatto emotivo, dalla
descrizione iperrealista di una generazione e di un mondo, è una struttura
"tradizionale" nel senso che rispetta le condizioni base della narrazione, dalla
Poetica di Aristotele agli odierni teorici come John Truby. Si segue infatti il
cambiamento di un personaggio attraverso una serie di eventi che si svolgono intorno ad un
tema.
Con questo non si vuole assolutamente affermare che Alan Ball, sceneggiatore, e Sam
Mendes, regista, si siano affidati ad una serie di regole prestampate. La struttura del
racconto, di qualsiasi racconto, è qualcosa di strettamente legato alla fisiologia della
mente umana e al suo procedere nel percepire e descrivere il mondo. Qualsiasi sogno
"rispetta" le regole del racconto perché, come il racconto, nasce dalla
medesime "mappe neuronali".
Lester, quando gli autori ce lo fanno conoscere all'inizio di una giornata qualsiasi,
in realtà è già "morto", prigioniero di una descrizione che la sua famiglia e
il mondo danno di lui. La sua vita, ma non soltanto la sua, anche quella di tutti gli
altri personaggi del film e inevitabilmente di tutti noi spettatori del film, si è
strutturata attraverso una serie di pressioni del collettivo profondo. L'incontro fra
l'individualità di Lester e la gigantesca struttura collettiva hanno prodotto la
"maschera Lester": uno con famigliola apparentemente modello, stanco della sua
routine, ritardatario, goffo, pronto a riappisolarsi sulla strada di un lavoro che non gli
piace.
Questo il dato di partenza, il cosidetto set up del personaggio e del suo mondo. La
realtà, fino a questo punto di qualsiasi storia, è "non lineare". Tutto può
accadere, come nella realtà in cui siamo immersi. Da questa realtà non lineare nasce
"l'incidente scatenante", il fatto che crea la storia e rende la realtà
"raccontabile".
L'incidente scatenante di "American Beauty" è l'incontro di Lester con
Angela, una giovane amica della figlia. Inizia da questo punto, secondo gli stilemi della
black comedy, la trasformazione di Lester, il suo tentativo disperato di togliersi la
maschera e inventarne una nuova. Anche fisicamente nuova. Lester si dedica ad esercizi
ginnici che lo dovrebbero rendere più attraente agli occhi di Angela dalla cui bocca
fioccano, come da un'icona laica miracolosa, i petali della rosa rossa che dà il titolo
al film .Perché Angela è miracolosa agli occhi di Lester. Quei petali rossi che la
fanciulla emette sono la promessa di una nuova sessualità, di un nuovo rapporto con il
collettivo, di una nuova maschera.
Intorno a Lester, la sua famiglia e il mondo continuano a ruotare impassibili come gli
ingranaggi di una macchina alla quale Lester tenta disottrarsi. Continuano i party e gli
incontri sociali, ma Lester preferisce tirare canne in compagnia di un ventenne vicino di
casa. Non lo turba neppure la scoperta che sua moglie Carolyn ha cercato di annettersi con
il sesso l'aura di vincitore di un broker immobiliare.
Il povero Lester deve fare da solo, qualche volta anche a letto o sotto la doccia, non
soltanto sesso, ma la strada impervia per non essere più il sé stesso che gli altri lo
costringono ad essere. Per lui non c'è nemmeno il conforto delle cassette preregistrate
da cui sua moglie cerca di apprendere le tecniche per "convincere tutti di essere un
vincente".
Angela, la provocante ragazzina, sorella infinitamente minore diLolita, resta la sua
unica mèta, la speranza di un nuovo patto con il collettivo, e quindi di nuova vita. Il
collettivo della vita si conserva e perpetua attraverso la sessualità. L'individuo
attraverso la sessualità comunica con il collettivo e trattiene per sé una breve
illusione di immortalità. Lester lo intuisce confusamente, sente che la sua unica
possibilità di salvezza è avere Angela e i suoi petali rossi che perpetuamente si
riproducono.
Intorno a Lester si muovono personaggi straordinari sul piano dell'invenzione
narrativa: il colonnello dei marine ossessionato dalla rettitudine anti-gay anti- erba
anti-disordine. Suo figlio, che si lascia battere selvaggiamente come una recluta
indisciplinata e intanto spaccia droga e filma ossessivamente il mondo in cerca di
qualcosa di vitale, di un simbolo di cosa la vita dovrebbe essere.
Tutti nel film cercano vita, come condannati in attesa di esecuzione.La sintesi delle
ricerche individuali è quella di essere "vincitori". Nel mondo di Lester e
Carolyn bisogna ad ogni costo essere vincitori. I vincitori sono i prescelti dal
collettivo per sopravvivere, gli altri, i vinti, sono morti anche se respirano. Se
vinci,vivi. Questa è l'etica elementare. Nessuna mediazione è possibile. Nessuno di loro
sembra avvedersi che un collettivo che pretende vincitori, pretende automaticamente dei
vinti, vittime sacrificali di liturgie oscure e presenti in ogni cultura.
Perfino Lester cerca di essere un vincitore, non nell'arena sociale che abbandona e
sbeffeggia impiegandosi in un fast food nel posto di minore responsabilità, macercando di
possedere la gioventù di Angela. Se riesce ad avere la ragazzina non è più un vinto. E
il collettivo attraverso questa affermazione sessuale gli risparmierà la vita.
Lester cade perché pensa di fare da solo. Togliersi una maschera collettiva non è
facile come masturbarsi sotto la doccia. Lester non tiene conto degli altri, del contesto.
Accecato da Angela non vede che il riflesso della sua passione. La lotta degli altri per
sopravivvere non gli interessa. L'incontro con il colonnello intriso di pioggia, in una
strordinaria scena di equivoci, segna per Lester quello che tecnicamente si chiama
"incontro con la morte". Nella luce deformante della black comedy, il
protagonista misura la distanza abissale fra la sua percezione di sé e quella di un
altro. Viene scambiato per gay e in quanto presunto gay riceve una goffa profferta di
rapporto. L'esatto contrario di quanto stava cercando. In questo divario si annida per lui
la morte fisica, la perdita di ogni speranza.
Ecco il climax, la sfida finale della storia alla trasformazione del protagonista.
Questo è il momento in cui si decide il destino. Angela finalmente è fra le braccia di
Lester, si lascia docilmente spogliare, ma improvvisamente confessa qualcosa di
imprevedibile: è vergine. Lester resta un lungo attimo sospeso. Tutto è possibile, ma
dentro di lui prevalgono i lineamenti della vecchia maschera sociale: non si scopa sul
divano di casa una ragazzina vergine amica della figlia.
La trasformazione finale del protagonista non avviene e quindi l'intera sua ricerca di
una nuova identità fallisce. Lester rinuncia, e i petali dell'American beauty, i petali
della rosa che ha perduto insieme ad Angela non possono restiturgli la vita che sperava di
ritrovare.
Il colpo di revolver che lo uccide è un mero adeguarsi della vita alla realtà. Chi
uccide è solo un sicario del collettivo, mosso non a caso da una comunicazione sessuale
totalmente fraintesa.
Povero Lester! Il tuo destino ci riguarda e ci commuove perché potrebbe essere il
nostro. Noi tutti come te cerchiamo la nostra sopravvivenza in un continuo, difficile
compromesso fra la nostra individualità e il collettivo.