Caffe' Europa
Attualita'



Eyes Wide Shut: l'ambivalenza nei confronti del sesso

Francesco Scardamaglia


Articoli collegati
Viaggio nel sottomondo
Il doppio sogno di una coppia scissa
Kubrick, terzo incomodo fra Schnitzler e Freud
Eros e Thanatos con gli occhi della mente
Considerazioni di un lettore cinephile
I turpi figli di Schnitzler
Kubrick, l’orrore che spiazza
L'ultimo Kubrick, doppio sogno o semplice bluff?

Film oxymoron, fin dal titolo. Occhi aperti chiusi. Film doppio, fin dal racconto di Schnitzler. Film che divide. Fascino o rifiuto, emozioni simultanee talvolta. Film che si può amare e detestare nello stesso momento, per i suoi piani narrativi o figurativi divergenti o conflittuali. Si può restare folgorati dallo splendore visivo di certe sequenze e contemporaneamente infastiditi da un tipo di recitazione o di dialogo non in linea con il resto.

Film dunque imperniato sull'ambivalenza, sulla coesistenza di emozioni e impulsi contraddittori verso un "oggetto". Maschera e volto, individuo e collettivo. Si ha l'impressione che Kubrick abbia cercato di controllare e rappresentare l'ambivalenza, a cominciare da quella sua personale verso un oggetto film che non è riuscito a definire per tanti anni. Come se le contraddizioni formali interne all'opera fossero ricercate per rappresentare il tema di fondo: l'ambivalenza nei confronti del sesso.

EYES06.jpg (7801 byte)

Giudicare il film di Kubrick secondo criteri di realismo estetico fa pensare ai bravi borghesi spiazzati davanti al cubismo. No, le Demoiselles D'Avignon non sono così fedeli al vero come certi dipinti di mucca e vitellino nella stalla! Kubrick non mi sembra ricercare una rappresentazione fotografica del reale. La sua ricerca è un'altra. Il realismo diventa per lui materiale da utilizzare per raccontare qualcosa di irrappresentabile. Ambivalenza, appunto, e incapacità di risolvere altrimenti la pulsione sessuale, il rapporto con la sessualità.

La sessualità è la reazione della materia vivente contro la morte. Non solo la sessualità agìta, il rapporto fisico fra donna e uomo, ma anche la sessualità mentale, la creatività artistica, la stessa organizzazione e strutturazione della società. La sessualità impregna e condiziona la nostra vita in maniera perfino più massiccia di quello che appare. Sessualità è la spinta verso l'individuazione personale e nello stesso tempo il legame con il grande flusso collettivo della vita.

Questo doppio livello, spesso conflittuale, Kubrick lo percepisce con grande chiarezza. Dal "mondo ordinario" dei due protagonisti emerge l'incidente scatenante che mette in azione il plot: Alice confessa a suo marito un'intensa emozione sessuale verso uno sconosciuto. Per lui, se me lo avesse chiesto - confessa Alice - avrei lasciato te e nostra figlia. Non è l'espressione di una fantasia, ma qualcosa di più profondo: la percezione di una grande onda nascosta, di una grande spinta collettiva che può travolgere l'individuo e tutti i suoi valori consolidati.

Per Bill Harford quest rivelazione (c'è sempre una rivelazione che conduce al cuore di tutte le storie) è un trauma che lo sposta in un "mondo straordinario", in un mondo cioè di cui non conosce le regole, un territorio sconosciuto e inquietante dove tutto può ferire e uccidere.

EYES07.jpg (11911 byte)

L'occhio di Kubrick, così apparentemente levigato, è in realtà la lama che squarcia un velo. Bill comincia a vedere i mondo nei suoi connotati sessuali. Viaggio interiore rappresentato come viaggio in una città notturna. Ogni incontro di Bill mostra come la sessualità sia pervasiva e onnipresente: la figlia del paziente deceduto, la giovane prostituta, i ragazzi che lo insultano ritenendolo omosessuale, il "costumista" e la sua vera o presunta figlia, gli invitati dell'orgia, il portiere gay dell'albergo del musicista.

Il trauma nato dalla confessione della moglie genera ambivalenza, produce regressione nei diversi livelli della sessualità fino a incontrare inevitabilmente la morte.

Il realismo è solo apparenza. Perfino certe scene irrisolte, come quella con il miliardario amico e lo stesso finale con la moglie, segnalano che il vero discorso si svolge altrove, dove alle domande semplicemente non si può rispondere. Perchè la sessualità stessa è un mistero senza rsposta del quale riusciamo a cogliere appena qualche riflesso.

 

Articoli collegati
Viaggio nel sottomondo
Il doppio sogno di una coppia scissa
Kubrick, terzo incomodo fra Schnitzler e Freud
Eros e Thanatos con gli occhi della mente
Considerazioni di un lettore cinephile
I turpi figli di Schnitzler
Kubrick, l’orrore che spiazza
L'ultimo Kubrick, doppio sogno o semplice bluff?

 

Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui

Archivio Attualita'

 


homearchivio sezionearchivio
Copyright © Caffe' Europa 1999

Home | Rassegna italiana | Rassegna estera | Editoriale | Attualita' | Dossier | Reset Online | Libri | Cinema | Costume | Posta del cuore | Immagini | Nuovi media | Archivi | A domicilio | Scriveteci | Chi siamo