Iniziamo dal titolo: occhi
sbarrati....chiusi. Si, chiusi, perchè i protagonisti di questo film vogliono sognare;
chiusi, per evitare lo sguardo dell'altro, quel temibile oggetto, lo sguardo; chiusi, per
il terrore della sorpresa. Sorpresa, certo: scoprire in seno alla propria famiglia
perbene, dalla bocca (adorabile) della sua giovane e devota moglie, parole e desideri che
mai e poi mai, neanche in sogno, avrebbe potuto immaginare che le potessero appartenere.
Che noi non siamo liberi di immaginare qualsiasi cosa, non è una novità. Né è una
novità che la donna sia, come dice Freud, "un continente nero". Cadrà il velo
dagli occhi del bravo medico, padre di famiglia, ascoltando la confessione di un desiderio
travolgente, ancora vivissimo, benchè e perchè inappagato? Sì, ma non prima che il
medico abbia percorso tutte le tappe iscritte sulla sua pellicola onirica: iniziando
dall'incontro mancato con l'inerme figlia di un suo paziente appena deceduto, per passare
a quello con la simpatica prostituta, anche lei toccata dalla morte (è sieropositiva),
per arrivare infine al faccia a faccia fondamentale, l'incontro con la meravigliosa donna
mascherata e nuda, che il nostro protagonista sembra riconoscere. Questa dama l'avverte di
un imminente pericolo se Bill non sparisce immediatamente dal luogo dove ha voluto
introdursi ad ogni costo.
A questo punto lo spettatore può pensare alla stretta parentela tra la figura della
puttana e quella della madre, insomma, ad una figura eminentemente fallica nata
dall'immaginario infantile. Quasi contemporanamente, il personaggio più anziano e
autorevole della scena intima all'intruso di proferire la parola d'ordine o di
smascherarsi. Comunque dovrà aspettarsi il peggio. L'uomo confessa di non sapere, di non
possedere la chiave d'ingresso del paradiso edonistico e ammette la sua duplicità; è
alla mercè del furore della orda orgiastica. Allora la dama, con un gesto magistrale,
intercede in suo favore, immolandosi al suo posto secondo le regole di questa legge
primitiva. La ritroveremo all'obitorio, altrettanto nuda, ma priva della sua meravigliosa
maschera. (Molto banalmente, è morta di overdose.) Il nostro uomo è affranto. Laddove si
proponeva solo di godersi la vita e le donne, si è trovato di fronte all'orribile volto
della morte e ha avvertito la propria impotenza.
Così, questo film permette di porre due domande fondamentali: la prima, che cosa
separa l'uomo dal suo pieno godimento della vita, e dal poter godere di tutte le donne? La
castrazione simbolica dell'uomo,infatti, è ciò che lo separa dal godimento infinito, ma
è anche ciò che l'umanizza, che fa sì che si distacchi e si distingua dalla legge
dell'orda primitiva, o da quella arbitraria della madre.
La seconda domanda è: cosa vuole la donna? La questione del desiderio della donna, e
in questo caso del desiderio della nostra protagonista, è il cuore stesso del film, ma
senza dubbio è anche ciò che della novella di Artur Schnitzler sta più a cuore a
Stanley Kubrick. Uno dei momenti in cui appare evidente la divisione della protagonista di
fronte al suo desiderio è per esempio quello in cui fa una dichiarazione d'amore al
marito proprio nel momento in cui più brama l'ufficiale sconosciuto.
La sua è una divisione strutturale. Voglio dire che per lei il godimento fallico non
è tutto. Ha anche accesso a un altro godimento. Questo le conferisce un'imprendibilità
esasperante. Si pensi allo smarrimento del marito, alla sua non comprensione e al suo
sentirsi giocato e tradito. Paradossalmente è proprio il godimento che l'uomo ha di lei
che accentua questa divisione nella donna.
Si potrebbe pensare che alla fine del film, dopo ciò che i protagonisti chiamano le
loro "avventure", essi siano diversi da prima, che non possano più ignorare le
loro diversità riguardo al desiderio e al godimento. Lo stesso concetto di tradimento
viene svuotato di senso. Diversi da prima, nella loro fondamentale eterogeneità, come
fare a sostenere l'esistenza del rapporto sessuale? Lacan evoca la storiella dei due
amanti che si danno appuntamento a un ballo in maschera. Ballano insieme tutta la notte,
ma quando alla fine si tolgono la maschera, lui non era lui e lei nemmeno.