Cresce l'allarme sociale
per il diffondersi della piccola criminalità. E il governo vuol correre ai ripari.
Vertici, proposte, incontri per elaborare un pacchetto di misure al fine di
combattere efficacemente il fenomeno. Lopposizione invoca misure forti, e il
segretario del Ccd Casini si spinge a chiedere suscitando un vespaio di polemiche -
di sparare sugli scafisti, responsabili dellimmigrazione clandestina. An insiste
sulla necessità di rivedere la legge Simeone (che stabilisce pene alternative per
condanne inferiori ai tre anni) e della legge Gozzini (riguardante i benefici carcerari).
Nella maggioranza, sia pure con sfumature diverse, si è registrato un
sostanziale accordo sulle norme da adottare: aumento di 500 miliardi degli stanziamenti
per la sicurezza, sperimentazione del braccialetto elettronico per i detenuti in
semilibertà, assunzione di seimila uomini per far fronte alle esigenze relative alla
lotta anticrimine e di cinquemila impiegati civili per consentire agli addetti
allordine pubblico di rimanere in prima linea.
Basteranno queste misure a contenere un fenomeno così diffuso? Non si
rischia invece, come ha paventato Miriam Mafai, di concentrare limpegno solo sulla
piccola criminalità tralasciando di combattere le grandi organizzazioni e di agire contro
eventuali inquisiti più forti, potenti e politicamente protetti?
Abbiamo rivolto queste due domande ad alcuni tra i massimi esponenti
della maggioranza e dellopposizione.

MASSIMO DALEMA (Presidente del Consiglio) "Stiamo attenti a
non esagerare. Lallarme criminalità cè, ma sarebbe sbagliato e
controproducente diffondere il panico. Basta confrontare la situazione della
microcriminalità in Italia con quella di altri Paesi, primi fra tutti gli Stati Uniti,
per rendersi conto che lItalia non sta peggio degli altri. Anzi!
Quindi è inutile drammatizzare, e non abbiamo ritenuto opportuno
ricorrere ad alcuna legge speciale: basta applicare in modo corretto lattuale
normativa. E chiaro e le misure che stiamo elaborando lo dimostrano - che il
governo sta prendendo molto sul serio la situazione. Se qualcuno poi, nel centro-destra,
si mette a parlare della necessità di sparare contro gli scafisti, rimango quantomeno
stupito: proprio il Polo, infatti, aveva detto più volte di temere uno Stato di polizia.
Non esiste il rischio di abbassare la guardia contro la grande
criminalità: il crimine si combatte in toto, sia che venga da singoli
delinquenti che da grandi organizzazioni!"
SILVIO BERLUSCONI (leader di Forza Italia) "Da molti mesi noi del
Polo avevamo denunciato laumento dellemergenza criminalità. Purtroppo
lallarme è stato ampiamente sottovalutato, e finora nulla è cambiato. Il governo
non si rende conto della gravità della situazione. La criminalità deve esser combattuta
con leggi speciali, conservando la tutela dei diritti dei cittadini. Nel security
day che abbiamo indetto per i primi di ottobre illustreremo proposte concrete,
serie, che non mancheremo di attuare nel momento in cui il centro-destra tornerà a
governare il Paese.
Agire contro la microcriminalità non significa affatto evitare di
combattere le grandi organizzazioni: significa invece tutelare i cittadini dai
delinquenti, piccoli o grandi che siano, lasciando intatte le garanzie e i diritti".
FABIO MUSSI (capogruppo Ds) "Contro la criminalità - piccola e
grande - occorrono, come la maggioranza concordemente ha sottolineato, una risposta forte
e una forte prevenzione. In tal senso, sarà opportuno rivedere e correggere la legge
Simeone, aumentare i poteri di polizia giudiziaria e riformare il terzo grado di giudizio.
Quanto alle posizioni assunte dal Polo su questo tema, vorrei tornare a notare
lassoluta schizofrenia di chi un giorno si proclama supergarantista, e il giorno
dopo chiede di sparare."
PIERFERDINANDO CASINI (leader Ccd) "Vorrei mettere laccento
su un fatto: contro la piccola criminalità è in atto una vera e propria guerra. Siamo in
guerra contro gli scafisti che scaricano ogni notte sulle nostre coste centinaia di
clandestini. Ecco perché, suscitando tante polemiche, ho detto che in questa lotta senza
quartiere non si deve aver paura di sparare.
Non esiste il rischio di sottovalutare la grande criminalità: sappiamo
tutti quanto estesi e ramificati siano i legami fra la microdelinquenza (che poi spesso
commette reati gravissimi) e le grandi organizzazioni malavitose."

ARMANDO COSSUTTA (leader Pcdi) "Io credo che nessuno possa
contestare quanto sia preoccupante il diffondersi della piccola criminalità. Il governo
sta agendo con serietà per combatterla. E invece grave latteggiamento della
destra, che chiede garanzie e tutele quando teme che ad esser colpiti siano i suoi membri,
mentre dimentica ogni garantismo nei casi in cui non vi sono suoi esponenti da tutelare.
Ecco: bisogna assolutamente evitare che, per rafforzare la giusta lotta
contro la microcriminalità, si tralasci anche solo per un attimo di perseguire grandi
organizzazioni o di indagare su chiunque sia inquisito, indipendentemente dal fatto che
abbia soldi e potere".
MAURO PAISSAN (capogruppo Verdi) "E assai opportuna la
decisione del governo di non ricorrere a leggi speciali. Non si risponde, infatti, al
bisogno di sicurezza dei cittadini con inefficaci proclami che alla lunga si rivelano
addirittura controproducenti. Proprio le leggi speciali porterebbero facilmente al grave
errore di colpire i piccoli delinquenti e di abbassare invece la guardia nei confronti dei
grandi criminali"
FAUSTO BERTINOTTI (segretario Prc) "La maggioranza sta invocando
legge e ordine, invece fa solo caos, solo confusione. E' giusto non ricorrere a leggi
speciali, ma non si vedono ancora reali ed effettivi provvedimenti per arginare la
criminalità. Guai anche solo a pensare a misure di sicurezza che ricordino la
tolleranza zero voluta dal sindaco di New York Rudolph Giuliani. Anche
perché, effettivamente, i provvedimenti di tolleranza zero rischierebbero di portare a
grandi azioni repressive contro la microdelinquenza e di lasciare impuniti i più feroci e
potenti criminali".