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Bestselleristi/ "Grisham come Dickens? Ma non diciamo
sciocchezze
"
Grisham & King: "blue chips"
delleditoria mondiale?
To be or not to be popular? Essere o non essere popolare, di massa? Questo è il
problema, oggi, mentre sulla rete impazzano i siti dedicati a autori di culto come John
Grisham e Stephen King e in libreria i romanzi dei narratori americani vengono prenotati
ancora prima delluscita. Dopo lamore dichiarato e il debito di riconoscenza di
alcuni isolati scrittori italiani, da Maurizio Maggiani, autore de "Il coraggio de Il
pettirosso" e "La regina disadorna" (Feltrinelli) a Niccolò Ammaniti,
("Branchie", Einaudi e "Fango", Mondadori"), il genere
mass-market-popular, la cosiddetta trivial-litterature, scomunicata da sempre
dallOlimpo della critica, comincia a far breccia nel cuore di qualcuno. Tuttavia, se
Beniamino Placido su "La Repubblica" ha paragonato questi autori ai grandi
romanzieri dellOttocento, resta uno zoccolo duro di recensori e stroncatori che
proprio non se la sente di analizzare e prendere sul serio romanzi come "Il
cliente" o "Dolores Claiburne", di pensare che abbia un valore letterario
un libro che nel giro di pochi mesi passa dalla hard-cover alla carta reciclata, dalle
trentamilalire alle tremila
"Grisham come Dickens? Ma non diciamo sciocchezze
" taglia corto Giulio
Ferroni, critico e autore di una celebre e faziosa "Storia della letteratura
italiana"
"Non me la sento di paragonare questi autori ai romanzieri
dappendice del secolo scorso
Quelli avevano meno pretese. Gli autori trivial,
invece, vogliono essere sofisticati. I loro romanzi contengono un esotismo ambiguo che
riflette certi valori medi correnti, cè una falsa enfasi utopistica da new
age
"

John Grisham, non dimentichiamo, che in America supera per ogni nuovo romanzo il
milione di copie vendute e in Italia arriva a duecentomila a uscita, a cui vanno aggiunte
le vendite di quello stesso titolo negli Oscar (è autore Mondadori) o nei supereconomici.
I suoi legal thriller costruiti su una trama incalzante in molti casi sono diventati
sceneggiature di successo e poi film. Stesso destino, stesso successo per Stephen King,
che, nella miglior tradizione del romanzo dappendice non scende mai sotto le
quattrocento pagine. King che per soddisfare il palato dei fan più esigenti, ha scritto
addirittura un romanzo a puntate mensili.
Proprio nessun legame con il romanzo dappendice Ottocentesco?. "Continuo a
pensare di no" dice Ferroni. Allora il narratore aveva come scopo quello di
diffondere un miglioramento culturale. In questo caso invece si tratta di un puro
prodotto. Allora cera un humus diverso: non dimentichiamoci che dal romanzo
dappendice dellOttocento è venuto fuori Dostoevski". Così, a proposito
dellinteresse maniacale per questi autori, che vediamo nei siti Internet a loro
dedicati per Ferroni si tratta di una moda: "indica solo che si sta diffondendo la
voglia di essere cultori di qualcosa a tutti i costi, un modo per coltivarsi il proprio
orticello
" Un po come accadeva per i fan club di Stendhal , che avevano
addirittura costituito delle associazioni e erano conoscitori maniacali della storia
dellOttocento. "Il problema è che al di là del loro autore preferito i fans
non vedono altro. In questo modo si vengono a creare delle nicchie contrarie allo spirito
globale che dovrebbe animare la rete e stimolare un confronto non solo basato sulla
conoscenza del proprio autore".
To be or not to be "di nicchia"? Il problema delle nicchie autoriali, è
lultimo, per Emilio Tadini, pittore, scrittore e conduttore televisivo della
trasmissione "Contesto". "A dire la verità non è che li ho letti molto
questi autori ammette tuttavia mi pare che siamo lontani dal senso etico di
un Dickens". Eppure, una somiglianza, proprio tra Dickens e Grisham, sulla questione
della popolarità cè: una volta si aspettava con ansia la nave che portava le copie
del nuovo libro di Dickens come oggi si aspetta tutti gli anni a maggio, almeno in Italia,
luscita del nuovo romanzo di Grisham, prenotato con mesi di anticipo da tutte le
librerie. "Credo che si tratti di letture passatempo aggiunge Tadini
che non scavano in profondità in nessun modo, almeno rispetto a romanzieri americani come
Faulkner e Hemingway , che erano quelli letti dalla mia generazione. Con questo non voglio
dire che possano essere paragonati a loro, il grande Faulkner non era proprio così
popolare, ma certamente questi autori non si pongono in nessun modo il problema della
scrittura
Le prenotazioni dei loro romanzi? Ma quello fa parte del mondo di oggi.
Chissà che cosa sarebbe successo se ci fosse stato Internet ai tempi di Dickens".
A spezzare una lancia a favore della trivial, Vittorio Spinazzola, professore di
letteratura italiana moderna e contemporanea, da sempre sostenitore della dignità del
genere letterario "pop". Spinazzola si pone di fronte a questi autori con le
armi della critica. "Non conosco bene Stephen King, ma limpressione che ne ho
avuto è che abbia doti di scrittura notevoli. Mi sembra invece che i suoi difetti
maggiori siano altrove: che tenga poco nella strutturazione del racconto. Al contrario di
Grisham, che invece ha una struttura molto più salda ma una scrittura più
grigia
" Insomma, limportante è "non mettere tutti nella stessa
barca perché non è vero che cè ununiformità generale, ci sono autori
diversissimi con loro diverse personalità
"

E come la mettiamo per il rapporto con i giganti del passato? "Come livello
lascerei stare Dostoevski e Tolstoj. E vero che venivano fuori
dallappendicismo ma, sinceramente avevano altri mezzi". Invece il professore
riconosce agli scrittori di genere seriale, da cassetta, che sfornano un libro
allanno che diventa subito best-seller un valore quasi catartico: "King,
Grisham, la Cornwell certamente portano a galla pulsioni diffuse nellimmaginario
collettivo che non trovano una rappresentazione adeguata in arte narrativa
superiore". E poi, per il professore, una cosa questi scrittori lhanno
dimostrata: "Che non è vero come si diceva un tempo che il titolo prevale
sullautore. Può succedere ma può accadere anche il contrario. Queste ultime
vicende, i siti Internet dei fan degli scrittori, anche del passato, ce lo
dimostrano". La sua conclusione apre uno spiraglio: "Bisogna avere curiosità ma
anche mantenere una certa distanza di sicurezza: non insistere coi paragoni. E poi non
generalizzare. Prendiamo esempio dalla scienza: i fenomeni vanno studiati caso per
caso". Il dibattito, come si dice, è aperto.