Solidarieta' ? Questa nobile parola assume spesso la forma del coccodrillo , lacrime comprese. Ecco un esempio. I proprietari dell' Unita' ("giornale fondato da Antonio Gramsci") decidono di chiudere le redazioni di Firenze e di Bologna, cittadelle storiche del Pci e dei suoi derivati. I sindacati trattano, ottengono un rinvio. Ma comunque 80 lavoratori, tra giornalisti e poligrafici, saranno licenziati l' anno prossimo. Che cosa fanno i Democratici di Sinistra? Esprimono solidarieta' . Cio' e' nobile. Ma e' anche strano poiche' i Ds abitano alle Botteghe Oscure e sono padroni dell' Unita' . Cacciano i dipendenti, ma sono solidali, insomma. A dire il vero, gli eredi di Gramsci possiedono (ormai) soltanto il 25 per cento dell' azienda. E quindi ne parlano da lontano. Da Parigi Walter Veltroni, segretario dei Ds ed ex direttore dell' Unita' , manifesta "grande soddisfazione per la positiva conclusione della lunga trattativa". L' altro ex direttore, Massimo D' Alema, e' addirittura presidente del Consiglio. Ma a lui, si sa, i giornali non piacciono. I Ds, insomma, guardano l' Unita' col binocolo, come se fosse un qualsiasi prodotto sottoposto alle spietate (e condivise) regole del capitalismo. Peccato che questo quotidiano prenda sedici miliardi l' anno dallo Stato perche' e' un "giornale di partito".

Peccato che sia impossibile (e anche un po' vile) far finta di dimenticare che l' Unita' era l' organo (il cuore) di questo partito, la mimosa dell' 8 marzo, la bandiera del primo maggio, la promessa di verita' e di rivincita per tanti compagni che s' alzavano all' alba per diffondere le sue parole rassicuranti. Altri tempi. Ieri (l' altro ieri) il giornale dei comunisti distribuiva identita' , orgoglio antagonista, "linee giuste", ingenue certezze giustamente sbertucciate da Guareschi. E quel foglio, spesso bugiardo e sempre fazioso, era alimentato da sottoscrizioni entusiastiche, da feste rossosugo, da giornalisti, intellettuali e artisti "organici", da rivoluzionari di professione e da collette esotiche. Era facile, allora, sventolare quel vessillo di carta. Adesso e' arrivata la tanto attesa stagione delle responsabilita' . E il giornale fondato da Antonio Gramsci e' costretto a saltare (senza rete) dalle vette della propaganda alle paludi dei compromessi, somministrando ai lettori, ogni giorno, un ampio menu' di rospi amari, di crisi apocalittiche, di elogi ad avversari storici che (opla' ) diventano alleati. Da molti anni, ormai, l' antico organo del Pci e' attraversato dal maldimare della politica, dagli sbandamenti culturali di un partito che cambia nome e che non riesce a trovare un' identita' , che incensa e abbraccia le culture socialdemocratiche, democristiane e liberali, fino a ieri odiatissime. Serenamente, generosamente, i Ds regalano solidarieta' al loro quotidiano. Giuseppe Giulietti, dirigente del partito per la Comunicazione, propone che ogni sezione sottoscriva abbonamenti. E non s' accorge che all' Unita' servirebbe un' anima, piu' che un' elemosina.

Nessuno dei coccodrilli ds mostra di capire che la crisi del giornale viene da lontano e che loro (soltanto loro) ne sono responsabili. Da questa (presunta) ignoranza deriva la surreale solidarieta' dei licenziatori con i licenziandi. Il surrealismo, del resto, governa tutta la politica, in Italia. Basta pensare alle immagini inquietanti inventate da Romano Prodi, l' Ulivo con due Gambe, o addirittura l' Ulivo ortopedico:protesi arboree che gareggiano con le fantasie visionarie di Magritte.

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