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Il futuro nella palla di cristallo del Cebit

 

Raffaele Oriani

 

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Shopping:

Con 150 milioni di persone connesse, e un tasso di crescita del 100% ogni quindici mesi, la Rete è ormai da tempo la metropoli commercialmente più appetibile del pianeta. Facendo il punto sullo shopping on-line, "Spiegel" riferisce di ricerche di mercato che per il 2002 prevedono 500 miliardi di dollari di scambi che chiamare virtuali a quel punto sarà semplicemente un controsenso. Ma chi andrà questo fiume di denaro? Secondo il settimanale di Amburgo farà i soldi chi si orgnizzerà per sostituire la Rete al negozio, chi come Dell (produttore di computer da 14 milioni di dollari di fatturato quotidiano) farà tutto in rete: presentazione, scelta, ordinazione, pagamento. E’ destinato invece a soccombere chi come molti tour operator è ancora fermo al mezzo servizio: ti presento il prodotto, te lo faccio scegliere, ma se lo vuoi acquistare ti rimandando alla bottega sotto casa o a un’ora di metropolitana.

Per la stragrande maggioranza degli operatori, l’investimento in rete e’ comunque a tutt'oggi un investimento sul futuro. Tre problemi restano infatti da risolvere prima che possa fiorire la creatività commerciale della Rete: affidabilità, sicurezza, velocità. Quanto ad affidabilità i peggiori della classe sono i siti erotici a pagamento, vera terra da corsari in cui si gioca sapientemente con una miscela di alta tecnologia e vecchie pruderie. Capita ad esempio di pagare una una tantum accorgendosi poi che il prelievo di 30mila lire si ripete regolarmente tutti i mesi minacciando di continuare per l’eternità. Dopo qualche tentativo di disdire l’abbonamento da voyeur non resta quindi che parlarne con la banca, pregare che non paghino più una lira e svelare così le proprie legittime ma imbarazzanti preferenze digitali. Qualcuno non se la sente e i sito continua ad incassare.

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E veniamo agli altri due problemi: se la velocità di trasmissioni e transazioni raggiungerà presto un livello accettabile grazie ad "Abilene", nome d’arte di Internet 2, che una volta collaudata promette di essere 45.000 volte più veloce della Rete attuale, la sicurezza è il vero tasto dolente del commercio on-line. La gente non si fida e tra gli stessi consumatori on-line solo un terzo paga con la carta di credito mentre il resto preferisce saldare il conto con la cara, vecchia posta. Secondo "Spiegel" il vero salto di qualità si avrà solo con l’introduzione della moneta elettronica, un credito digitale acquistato dalla propria banca a prova di falsari telematici.

Eppure, nonostante per ciascuno di questi tre problemi si intravveda appena una soluzione, l’anno scorso gli americani hanno speso in Internet circa nove miliardi di dollari, mentre nello stesso 1998 è triplicato il numero degli operatori commerciali in Rete. Secondo Forrester Research in quattro anni il fatturato del commercio on-line in America toccherà quota 108 miliardi di dollari, il cinque per cento del commercio totale. Il web non aspetta, e crescendo trita anche le paure per le proprie tasche.

 

 

Finanza

Sette milioni di americani hanno già affidato i loro risparmi a broker virtuali. Alla fine di quest’anno saranno probabilmente più di dieci milioni. I cento operatori di borsa on-line del mercato americano, negli ultimi tre mesi dell’anno scorso hanno eseguito 340.000 ordini al giorno, con un picco di 93.000 per il primo della classe, il broker newyorchese Charles Schwab contattabile al sito www.schwab.com. Il fatto è che anche in questo caso il cambio di vettore muta la polpa delle cose: chi entra in Internet infatti scopre un mondo in cui le notizie circolano in tempo reale e sollecitano azioni altrettanto repentine. Il risparmiatore giudizioso fa presto allora a trasformarsi in un giocatore che segue le azioni minuto per minuto e invece di puntare su un cavallo solo lo cambia più volte nel corso della giornata. Una manna per i mediatori.

Se l’Europa resta anche in questo caso alla finestra (i dieci milioni di utenti li raggiungeremo probabilmente solo nel 2002), in America è ormai una mania. Non priva di rischi, però, dal momento che non basta l’entusiasmo a eliminare i tanti problemi di connessione che mandano spesso in tilt i cervelloni finanziari e, soprattutto nei momenti di euforia, rischiano di far sì che i guadagni siano più virtuali del dovuto e che un ordine si inceppi nella rete o venga addirittura dirottato su un titolo concorrente. E’ accaduto all’inizio di quest’anno e Ameritrade, una delle società leader nel settore, ha già dovuto stanziare più di cinque milioni di dollari di risarcimenti. Lo stesso Alan Greenspan, presidente della Federal Reserve, ha messo in guardia i consumatori da questa mentalità che confonde la Borsa con l’Enalotto, e sulla sua scia il Congresso ha convocato recentemente un’audizione della SEC, l’autorità che sovraintende al corretto funzionamento della Borsa statunitense. Perché anche in Rete la potenza è nulla senza controllo.

 

Privacy

Come nel mondo reale, anche in Rete non c’è sicurezza senza intrusione nella libertà personale; che l’international style della Rete ha ribattezzato col termine di privacy. Al Cebit, Intel ha presentato Pentium III, erede di una gloriosa schiatta di microprocessori con un optional inquietante: un numero di serie che permetterà in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento di identificare l’utente connesso. Bando quindi alle frodi commerciali, tirano un sospiro di sollievo i legittimi fruitori di carte di credito, ma provano qualche brivido di inquietudine gli altrettanto legittimi proprietari di un’identità personale: il codice potrà infatti essere usato per tracciare profili estremamente dettagaliati delle abitudini del navigatore/consumatore.

Il caso Intel ha risvegliato la curiosità di Richard Smith, docente al Mit di Cambridge, che ha scoperto anche in Windows un codice di dodici cifre che accompagna ogni documento uscito dal proprio Pc. Problema doppio in questo caso, perché lo stesso Smith ha scoperto anche lo strumento che permette allo stesso Windows di trasformare i nudi dati in nomi, cognomi e numeri di telefono: è il programma Wizard che riduce l’identità dell’utente ad un codice di 128 cifre custodito gelosamente nella centrale di Microsoft a Redmond. Anche in questo caso l’obiettivo è la sicurezza, ma giustamente "Spiegel" sottolinea come l’effetto collaterale sia un’appiccicosa familiarità con gente di cui non conosciamo il volto ma che di noi conosce ogni pensiero che ci sia passato tra le dita.

 

 

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