Posta elettronica contro posta lumaca: chi
vincera'? Riccardo Stagliano'
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L'articolo che qui pubblichiamo, per gentile concessione dell'editore, e' apparso per
la prima volta sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it).
Mettendovi nei panni di un postino, regalereste a vostro figlio un abbonamento a
Internet questo Natale? L'indecisione sta nel capire se una scelta del genere sia tanto
autolesionista quanto, per un macellaio, comprare alla prole un abbonamento per un corso
di alimentazione vegetariana: se i piccoli - e i loro amici e i genitori dei loro amici -
si appassionassero alla nuova condotta di vita, il papa' non farebbe piu' affari. Nel caso
del portalettere, pero', l'esito finale e' molto piu' incerto. Se/quando la rete
diventera' un fenomeno di massa come la televisione si avranno almeno due ricadute,
importanti e antitetiche, sul sistema postale: in primo luogo la posta elettronica fara',
in buona misura, le scarpe a quella ordinaria (meno posti di lavoro per i dipendenti del
Ministero Pt) ma il fiorire del commercio elettronico aumentera' il bisogno di qualcuno
che consegni le merci acquistate sul Web (nuove assunzioni per i post-telegrafonici).
Cosi' come e' successo per le telecom di tutto il mondo - che hanno cercato di
ridicolizzare l'idea di telefonare via Internet, salvo poi cominciare a vendere, da
At&t a Deutsche Telekom, i deprecati servizi - anche le poste hanno capito che,
piuttosto che dargli battaglia, era meglio allearsi con il Futuro. Il caso statunitense
illustra bene la situazione. L'anno scorso i postini americani hanno recapitato, in media,
630 milioni di lettere al giorno contro 100/150 milioni di e-mail scambiate ogni 24 ore.
La contabilita' di quanto fax e posta elettronica abbiano gia' eroso il volume di quella
tradizionale e' ardua, ma studi citati dal gestore pubblico statunitense parlano di un
calo dal 64,4 per cento del 1987 al 60,2 del 1996. E da allora la diffusione dell'e-mail
e' letteralmente esplosa. Al glorioso United States Postal Service non e' rimasto che
attrezzarsi con varie contromisure.

Dal momento che l'affidabilita' e', allo stesso tempo, uno dei maggiori punti forti
delle poste americane e uno dei principali punti deboli dell'e-mail, l'Usps si e' offerto
come "certificatore" della corrispondenza elettronica. Se il contenuto del
messaggio e' importante, quindi, si puo' mandare prima a un indirizzo apposito che gli
imprimera' una specie di sigillo telematico, (electronic postamark) che fara' fede sulla
data, sul mittente e, tramite crittazioni particolari, proteggera' il testo da
manomissioni informatiche.
Un altro vantaggio della posta fisica nei confronti di quella virtuale e' la
capillarita'. La percentuale di popolazione online e' ancora minima, percio' Usps ha
pensato di colmare il divario tra chi vorrebbe comunicare in e-mail anche con chi non ha
accesso a Internet. La sperimentazione e' in corso in Florida e in Connecticut: si manda
il messaggio elettronico a uno specifico ufficio postale che lo stampa lo imbusta e lo
consegna prontamente a domicilio. Dal sito http://www.usps.gov, poi, si puo' seguire anche
l'iter degli "espressi": basta avere il numero di spedizione e, digitandolo in
una mascherina, si scopre a che punto sia la lettera o il pacco. E anche il francobollo
elettronico e' una novita' sempre piu' verosimile. Chi deve spedire missive o plichi
potra' scaricarsi l'affrancatura in rete, evitando code e perdite di tempo relative.
Lettere e testi vari, quindi, viaggeranno sempre piu' sotto forma digitale: si passera'
- recuperando una dicotomia cara a Nicholas Negroponte - dai loro "atomi" ai
loro "bit" e i postini avranno meno da fare. Allo stesso tempo, pero', lo
sviluppo dell'economia digitale potra' restituire loro una seconda giovinezza. Nel
commercio elettronico infatti la promozione del prodotto e la transazione per la sua
compravendita avverranno online, ma a tutti coloro che acquistano senza muoversi da casa
qualcuno i prodotti dovra' pure portarli. "Sino a quando non si arrivera' al
teletrasporto tipo "Star Trek" dove un oggetto scompare e si materializza in un
altro luogo, beh, sino ad allora ci sara' bisogno di spostare fisicamente delle merci e in
questo vediamo una fenomenale opportunita' di crescita". Susan Rosenberg, portavoce
di United Parcel Service (http://www.ups.com), colosso mondiale delle spedizioni private,
argomenta e sorride, non riuscendo a scorgere, nemmeno in lontananza, le orecchie a punta
del Dottor Spock.
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