Caffe' Europa
Attualita'



Napoleone/L’imperatore in libreria

Paolo Marcesini

Articoli collegati

Napoleone/L’imperatore in libreria
Napoleone/Tutti i link da Marengo a Waterloo
"Il Cinque Maggio" di Alessandro Manzoni

"Una forza misteriosa mi spinge verso una meta che ignoro. Finché non l’avrò raggiunta sarò invulnerabile, invincible. Dopo, anche un soffio di vento basterà a rovesciarmi". Chi parla è Napoleone Bonaparte e quel soffio di vento, per chiunque ricorda i versi di Alessandro Manzoni, arrivò il cinque maggio. Lui era l’Imperatore, tutto lo salutavano così, anche quando imperatore ormai non lo era più. Sono passati centocinquanta anni dalla sua morte, ma ancora oggi l’iconografia classica lo ricorda come il più grande dei generali, il militare sempre in divisa, la mano nell’inimitabile posa chiusa nella giacca. Era un amante focoso, fu il condottiero esiliato, c’era chi lo riteneva immortale. Di sicuro era una leggenda vivente. Ed è rimasto leggendario dopo la sua morte. Il protagonista ideale di un grande romanzo, o per meglio dire di una iconografia letteraria che ha dato spunto a centinaia di biografie, romanzi, ricostruzioni storiche. Una vera e propria battaglia editoriale iniziata immediatamente dopo la sua morte a Sant’Elena nel 1821 con Stendhal, Hugo, Goethe, Foscolo che in questi mesi si rinnova in nome della sua memoria. Protagonisti assoluti i due maggiori editori italiani.

napo02.jpg (18159 byte)

Iniziamo dalla Mondadori e dai quattro volumi della biografia romanzata di Max Gallo, storico, giornalista, uomo politico (è stato consigliere di Mitterand), insegnante e scrittore francese tra i più venduti nel mondo. Attraverso il suo monumentale lavoro è come se desse voce a una statua. I volumi "La voce del destino" (è uscito il secondo "Il sole di Austerlitz", tra poco uscirà il terzo, "I cieli dell’Impero") sono in testa alle classifiche mentre in libreria, sempre editi da Mondadori, troviamo ancora l’"Autobiografia di Napoleone Bonaparte" di André Malraux e il testo di Gerosa, "Napoleone, un rivoluzionario alla conquista di un impero". La Rizzoli si affida a stampe e ristampe (nella Superbur saggi) di biografie dedicate alla sua vita e alle mitiche battaglie dell’epopea napoleonica con tanto di cartine per carpirne al meglio l’inimitabile strategia militare. Ecco "Napoleone" di Emil Ludwig, "Waterloo" e "I marescialli di Napoleone: gli uomini che combatterono a fianco dell’Imperatore da Marengo a Waterloo" di David Chandler, "Vivere e morire per Napoleone" di Georges Blond e il celeberrimo "L’antico regime e la rivoluzione" di Alexis de Tocqueville.

napo03.jpg (14762 byte)

Perchè di tanto successo, viene da chiedersi? La modernità, o per meglio dire la post-modernità ha bisogno di eroi classici e romantici, miti guerrieri da venerare. E lui era un grande militare, un uomo che si gettava nella battaglia e, allo stesso tempo, trovava il tempo per scrivere infuocate lettere appassionate all’amata Josephine. Il ritratto che esce dalle tante pagine dei libri che lo raccontano è quello di un uomo potentissimo che non venne mai accecato dal potere. E’ sul cavallo bianco e al tempo stesso a stretto contatto con la sua gente. Dava ordini, scrisse il Codice civile, dettava nuove regole per una nuova società. Di fronte al trono imperiale disse che in fondo quello non era altro che un pezzo di legno con un po’ di stoffa incollata sopra. Era una uomo partito da zero, conquistò il mondo, fu grande anche nella sconfitta. Aveva, insomma, il senso della relatività delle cose. Sapeva di essere una stella importante che attraversava l’universo della storia, e ne sentiva addosso tutto il peso, la responsabilità. Dettava le sue memorie e immaginava generazioni future e lontane di lettori. Capiva il mondo in cui viveva e sapeva immaginarne il futuro; un visionario con i piedi ben piantati a terra. Dormiva poco, ma non si alzava mai troppo presto, dettava molte lettere, leggeva. Quando non c’erano battaglie da preparare (era meticolosissimo e non lasciava mai nulla al caso) incontrava il suo stato maggiore e discuteva di politica. Malgrado la stazza non proprio atletica (era basso e tarchiato) trovava il tempo per quattro ore al giorno di equitazione. Aveva bisogno di muoversi, a Sant’Elena non poteva più cavalcare e questa fu una delle cose, tra le tante, che lo avvilirono di più. A Waterloo perse una grande battaglia ma in vita sua furono molte di più le vittorie delle sconfitte. Aveva pochi amici. Non era un uomo piacevole, non aveva un buon carattere, era autoritario, un militare vero, l’ordine veniva prima di tutto, di qualsiasi cosa. Fascino e carisma, insomma. Un uomo da amare o detestare. Sicuramente da leggere.

Articoli collegati

Napoleone/L’imperatore in libreria
Napoleone/Tutti i link da Marengo a Waterloo
"Il Cinque Maggio" di Alessandro Manzoni

 

Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui


Archivio libri

 


homearchivio sezionearchivio
Copyright © Caffe' Europa 1999

Home | Rassegna italiana | Rassegna estera | Editoriale | Attualita' | Dossier | Reset Online | Libri | Cinema | Costume | Posta del cuore | Immagini | Nuovi media | Archivi | A domicilio | Scriveteci | Chi siamo