Il mistero è nel visibile
Steingrim Laursen
Articoli collegati:
La storia centrale
La risposta imprevista
Il mistero è nel visibile
I ricordi migliori sono quelli
inventati
Steingrim Laursen è il direttore del Louisiana Museum of Modern
Art.
Nell'universo artistico di Magritte il mistero è nel visibile. I
quadri di Magritte non rifuggono dalla propria realtà, ma mostrano le
cose nel loro spesso enigmatico stato di cose. L'artista ne conserva
l'aspetto, ma le svuota di contenuto inserendole in tableaux nei quali
esse creano inaspettati rapporti e vengono disgiunte dalla loro
funzione. Nei quadri di Magritte gli elementi emergono in
configurazioni provocatorie ed i quadri stessi sono spesso integrati
da un testo apparentemente ovvio e logico, che ben presto si dimostra
tematicamente irrazionale. Ne risulta una sobria e fredda
rappresentazione di scenari spesso familiari intessuta di mistero.

L'Empire des Lumières (1961), olio su tela, cm 114
x 148
COLLEZIONE PRIVATA
Lo spettatore non riesce a sentirsi sicuro di poter
interpretare quest'arte chiara e tuttavia, nel contempo, enigmatica.
In alcuni quadri Magritte è spiritoso ed ironico, in altri appare
freddamente ed intellettualmente indagatore, in altri ancora
nuovamente provocatorio ed irritante. L'enigma è spesso basato sul
paradosso.
"Non dipingo visioni. Con l'aiuto della pittura descrivo, nel
modo migliore in cui so farlo, oggetti - ed i rapporti fra gli oggetti
- in modo così esplicito che nessuna delle nostre normali nozioni ed
emozioni possa necessariamente esservi associata". Per questo
l'arte di Magritte è stata definita "surrealismo veristico"
e rimane lontana dall'idea di André Breton di farsi trasportare in un
intossicante stato di automatismo.
Nel 1923-24 Magritte vide una riproduzione del Canto d'Amore di
de Chirico. Definì il quadro, nel quale i guanti rosa del chirurgo
incontrano il viso bianco di un'antica statua ed una sfera verde,
poesia trionfante che supera gli stereotipati mezzi della pittura. Si
tratta di un nuovo modo di vedere, da Magritte inequivocabilmente
espresso.
L'opera gli diede una scossa vivificante. L'incontro fra i due geni
liberò una specie di forza che emancipò l'immaginazione di Magritte
e lo ispirò profondamente nello sviluppo del suo linguaggio
artistico, che coniuga l'elegante poesia del sud con la riflessione
melanconica della scuola settentrionale.

La Bonne Foi (1964-65), olio su tela, cm. 41 x 33
BRUXELLES, COLLEZIONE PRIVATA
L'arte di Magritte trova la sua ispirazione nella
tensione fra la luce, elegantemente metaforica, ed il tocco più
delicato e melanconico della scuola del nord, ed è fra queste due
polarità che l'artista crea le opere più significative. La mostra
prende avvio proprio da questo incontro e può essere letta come il
tributo di Magritte a Roma, al retaggio artistico della cultura
italiana dove il passato, ancora completamente nello spirito di de
Chirico, viene riscoperto nel linguaggio artistico del presente.
L'architettura storica di Roma è ricordata da Magritte in
innumerevoli quadri: archi, portici e colonne, per non parlare della
Torre pendente di Pisa, che ricorre come motivo dominante in tante sue
opere - misteriosi incontri fra la Torre pendente e la bella linea
curva di una piuma, o un cucchiaio piegato reso in un magico momento
di equilibrio. Un duttile equilibrio che compendia il potere di
Magritte di forzare gli enigmi, nei suoi quadri, fino al punto di
rottura per ogni possibile soluzione.
Con questa mostra La Storia Centrale dell'artista belga viene
presentata in un contesto di forte tradizione sulla quale si basa
l'artista europeo.
Articoli collegati:
La storia centrale
La risposta imprevista
Il mistero è nel visibile
I ricordi migliori sono quelli
inventati
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da
fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio
Attualita' |