I diverbi
della critica
a cura di Paola Casella
Articoli collegati:
Luce dei miei occhi
Il coraggio di rimanere essenziali
I diverbi della critica
Il 19 settembre, presso la libreria romana dello spettacolo Il Leuto,
si è svolto il tradizionale incontro dopo-Mostra del cinema di
Venezia organizzato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici
Italiani. La discussione, coordinata da Bruno Torri, Presidente del
Sindacato, ha visto la partecipazione del Presidente dell'Istituto
Luce Angelo Guglielmi, del Direttore artistico della Mostra
Internazionale d'Arte Cinematografica Alberto Barbera e dei critici
Alberto Crespi, Andrea Martini e Cristiana Paternò.

Parte del dibattito è stata
dedicata alla divergenza di opinioni che i critici cinematografici
italiani stanno manifestando a proposito dei film in sala, e in
particolare dei film italiani. All'origine della polemica c'era
soprattutto l'accoglienza riservata al film di Giuseppe Piccioni Luce
dei miei occhi (vedi articoli collegati), accolto all'ultima
edizione del Festival del Cinema di Venezia da reazioni critiche
fortemente discordanti: molti fischi, qualche elogio sperticato.
In realtà, "Nessuno dei film presenti alla Mostra ha ricevuto
critiche unanimi", ha puntualizzato Alberto Crespi, critico
cinematografico de l'Unità e de ilNuovo.it, nonché
conduttore della trasmissione radiofonica Hollywood Party.
"I critici italiani sono diventati un insieme di schegge
impazzite. Il che non è necessariamente un male. Forse però
dovrebbero parlarsi, non per concordare una comune linea
professionale, ma per capire quali direzioni stia prendendo il nostro
mestiere, per il quale oltretutto gli spazi stanno cambiando: sempre
minori sui quotidiani, sempre maggiori sulle riviste specializzate in
Rete".

"Non mi pare uno scandalo che
i critici italiani si dividano a proposito dello stesso film", ha
osservato Angelo Guglielmi. "Nell'ambito letterario capita
continuamente, anzi, è indice di vivacità del settore. Tuttavia
forse se i critici si fossero sentiti maggiormente responsabili della
buona riuscita del cinema italiano sarebbero stati meno feroci nei
confronti del film di Piccioni".
"Ben vengano le discussioni frontali, anche quando riguardano il
cinema italiano: sono felice che Piccioni faccia dissentire quanto
Spielberg", ha ribattuto Cristiana Paternò, critico
cinematografico de l'Unità. "Il cinema italiano non è più
così debole che si debba per forza difenderlo. Forse è stata proprio
la polemica a richiamare il pubblico nelle sale che proiettano Luce
dei miei occhi".
"Se Luce dei miei occhi non fosse uscito dalla Mostra con
due premi (i due Leoni d'oro agli attori protagonisti, ndr), il film
sarebbe stato schiantato", contrappone invece Valerio De Paolis,
distributore cinematografico. "E per un regista italiano, vedere
vuote le sale dove vengono proiettati i suoi film è un colpo".
Articoli collegati:
Luce dei miei occhi
Il coraggio di rimanere essenziali
I diverbi della critica
Vi
e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di
vista cliccando qui
Archivio Cinema
|