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Letti per voi/Un tifo sportivo


Arrigo Sacchi




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Questo articolo è stato pubblicato su La Stampa  del 5 giugno

Conosco Berlusconi da molti anni, sono stato per quattro stagioni e mezzo allenatore del suo Milan, abbiamo vissuto insieme momenti esaltanti e, al mio ritorno, burrascosi. Stima e amicizia sono fuori discussione. Abbiamo parlato molto in quei primi quattro anni, discusso a volte ma sempre con educazione e rispetto reciproco, ci siamo confrontati e confortati nei momenti difficili. Per la mia carriera è stato importante, ha creduto in me, mi ha scelto, difeso, aiutato con coerenza e lealtà. Mi ha messo nelle condizioni migliori per esprimere le mie idee, mi ha permesso di lavorare come meglio non si poteva e a volte, pure non condividendo in pieno il mio operato, democraticamente le accettava.

Gli sarò grato in eterno, ma questo non pregiudica la mia attuale obiettività. L’ho conosciuto bene, pertanto, come uomo e imprenditore, mi ha affascinato la sua generosità, la sua abilità di intuire e risolvere i problemi, la capacità di percepire le cose in anticipo e di apprendere tutto con estrema rapidità. E’ un uomo ambizioso e capace, vuol fare qualcosa di importante per gli italiani, sta cercando di farlo con costanza e determinazione come è nel suo stile.

Il calcio è per lui la gioia, il momento di relax, e nel relax di Milanello fra battute e risposte ha detto qualcosa che ha fatto sobbalzare Zoff e parte dell’Italia. E’ stato un commento critico, di uno sportivo a un altro sportivo, sono certo che non vi fosse alcuna intenzione di offendere la persona, solo l’amarezza di un presidente di calcio che, deluso dal risultato, non condivideva alcune scelte. Io penso che ognuno abbia il diritto di dire ciò che pensa. Questo modo nuovo per un politico di esprimersi ha dato il la a una serie di reazioni, forse eccessive.

Zoff ha dato le dimissioni, che io spero rivedibili. Ci ripensi, è un uomo serio, coerente che conosce molto bene il calcio italiano, merita di restare. Poi vi sono state le reazioni sdegnate dei mass-media e dei politici, ad alcuni dei quali non pareva vero di strumentalizzare il tutto, ma, a questi tutori dell’etica e dell’equità, vorrei porre una domanda e togliermi contemporaneamente un dente: per quale motivo la Nazionale del ’94 non ha mai avuto i riconoscimenti politici come le altre Nazionali arrivate seconde? Forse perché quella Nazionale veniva considerata la Nazionale di Berlusconi, allora presidente del Consiglio? Spero che non sia così, per quell’onestà e correttezza che sono certo tutti stanno perseguendo.



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