Continua, a colpi di vivaci schermaglie
polemiche, la battaglia sulla par condicio, in un botta e risposta tra maggioranza e
opposizione. La prossima tappa del confronto parlamentare è fissata per il 18 Gennaio, e
il voto dell'aula di Montecitorio è previsto per il 21. Il disegno di legge approvato dal
Senato riguarda tutte le competizioni elettorali e tutti i programmi, esclusi i TG, e
vieta ai partiti di trasmettere e vendere spot durante la campagna elettorale sulle reti
nazionali (Rai, Mediaset, Tmc).
Abbiamo chiesto ad alcuni autorevoli esponenti del centrosinistra e del centrodestra di
fare il punto della situazione su questo tema che rappresenta il primo, fondamentale banco
di prova del D'Alema bis.

FAUSTO BERTINOTTI (segretario di Rifondazione Comunista) "Quella del voto di
Rifondazione Comunista a favore del provvedimento sulla par condicio è una questione
seria, ben più seria di quanto comunemente si pensi. Non intendiamo certo supplire a
un'eventuale defezione dello Sdi, al no dei cossighiani e dei socialisti, visto che nè
Boselli nè Cossiga e La Malfa e neppure i Verdi appaiono soddisfatti del disegno di legge
sulla par condicio: non credo che si possa rimpiazzare un appoggio con un altro.
Non escludo un dialogo con il Governo, ma quella sulla par condicio deve essere solo
una compenente, pur importante, di un discorso più vasto, che comprenda temi decisivi
come quelli delle pensioni, delle norme sul lavoro e delle rappresentanze sindacali,
oltre, naturalmente, alla ridiscussione - sulla quale continuiamo a insistere - del
problema del conflitto d'interessi e della necessità che la Rai resti saldamente in mano
pubblica"
SILVIO BERLUSCONI (leader di Forza Italia) "Questo ennesimo rinvio della
discussione sulla par condicio non è altro che un ulteriore segno di debolezza della
maggioranza. La legge passata al vaglio del Senato è assolutamente discriminatoria e
antidemocratica. Ne sono indignato. Per questo, in un recente appello, mi sono rivolto a
cattolici e laici, al Trifoglio e anche a Rifondazione Comunista affinchè scelgano di
votare contro un disegno di legge che vuole penalizzare la minoranza per non consentirle
di prendere, alle prossime elezioni politiche, il posto di questa rissosa e inefficiente
maggioranza.

Vorrei anche sottolineare quanto sia pretestuosa l'accusa ricorrente che mi viene mossa
di detenere le reti Mediaset: dicendo questo si vuole nascondere il predominio pressochè
assoluto che la sinistra e il governo esercitano sulla comunicazione. Si tratta di un
dominio che non ha uguali in nessun altro Paese democratico! Eppoi, veramente suscitano
sdegno e pietà le violente reazioni che si sono scatenate contro i miei auguri natalizi
ai cittadini. Si pensa al mio messaggio e non ci si occupa dei problemi veri, drammatici,
che tormentano questo nostro Paese!..."
VINCENZO VITA (sottosegretario alle Comunicazioni - Ds) "Sono ottimista per quanto
riguarda il provvedimento. Credo proprio che la situazione, in questi ultimi, giorni, si
sia sbloccata. La maggioranza può contare, mi sembra, su un possibile ripensamento da
parte dello Sdi di Boselli che, bisogna ricordare, siede al tavolo della famiglia
eurosocialista. Proprio la necessità di continuare il dialogo con i socialisti mi fa
ritenere saggia e opportuna la decisione di rinviare il dibattito a dopo l'importante
appuntamento del congresso diessino. Certamente, dal 16 Gennaio, si potrà affrontare con
maggiore lucidità e concentrazione un tema delicato come quello della regolamentazione
degli spot, fondamentale per essere al passo con le altre democrazie europee.
"Sono poi fiducioso in un eventuale appoggio da parte di Rifondazione Comunista.
Su alcuni punti trovo abbia una convergenza di vedute con il Governo. Se Bertinotti
chiede, come ha lasciato intendere, che insieme alla par condicio si discuta anche del
conflitto d'interessi e si riveda il sistema radiotelevisivo pubblico contro rischi - per
la verità del tutto ipotetici - di privatizzazione della Rai, penso che vi siano le basi
per dialogare. Come sottosegretario alle Comunicazioni, non posso non auspicare una
soluzione del problema della par condicio e una ridefinizione dell'assetto
radiotelevisivo. Le sfide che ci attendono, in un futuro che sarà dominato da Internet e
dalla globalizzazione, sono enormi e anche appassionanti"