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Riccardo Staglianò


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L'unico numero certo e' 2000. Per il resto l'ottovolante delle cifre che serviranno per riparare il difetto che potrebbe mandare in tilt i computer immediatamente dopo l'ultimo cin-cin di questo millennio non si e' fermato un attimo. La previsione piu' spesso ripetuta e' quella della societa' di consulenza Gartner Group, ovvero 600 miliardi di dollari per mettere in regola le macchine di tutto il mondo. Ma c'e' anche chi, come Capers Jones, fondatore di Software Productivity Research, ha sparato stime di tremila seicento miliardi di dollari, includendo le spese per i risarcmenti e le cause legali collegate ai guasti che si produrranno.

Un piatto cosi' ricco ha richiamato un numero strabiliante di concorrenti che annunciano sempre nuovi e migliori metodi per riparare il difetto in maniera rapida, economica ed affidabile. Alla Year 2000 Conference and Expo che si e' tenuta a Chicago agli inizi di luglio oltre cento "medici" informatici magnificavano le qualita' della propria cura. Nessun leader incontrastato e' emerso per il momento ma alcuni nomi si sentono piu' spesso di altri. E' il caso di MatriDigm di Freemont, California, che ha investito piu' di un decennio di ricerche nel suo "Code Analizer" che, in una dimostrazione pubblica, passava al setaccio e correggeva milioni di linee di codice all'ora con un'accuratezza del 99 per cento. Il suo piu' vicino concorrente - quanto a velocita' - e' la Peritus Software Services, Massachusetts, che riesce a mettere a posto due milioni di linee al giorno (e recentemente ha avviato una partnership in questo settore con Ibm e ha esordito in Borsa con quotazioni alle stelle). Senza dimenticare che l'Electronic Data Systems, una delle piu' grandi compagnie nel settore dell'assistenza dell'information technology, ha annunciato nuove versioni del software Reasoning per riparare il "baco del 2000" sui computer dei suoi ricchi clienti che figurano tra i primi 500 della classifica di Fortune. Non solo: la nuova linea di produzione specializzata in queste tematiche dovrebbe dare lavoro a olre 1400 persone entro i prossimi due anni.

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"Con una torta cosi' grossa c'e' spazio per tutti" ha dichiarato fiducioso il canadese Peter de Jager. Ex redattore della rivista "Computerworld", e' considerato ormai la Cassandra ufficiale del largamente sbandierato millenarismo informatico. Proprio un suo articolo del 1993 suono' l'allarme sui rischi del "baco" e da allora de Jager passa le sue giornate in conferenze e viaggi in mezzo mondo, spiegando alle imprese i terribili scenari cui potrebbero andare incontro se non si muoveranno alla svelta. Il suo pessimismo e' molto sospetto, dal momento che la sua societa' di consulenza (messa nell'apposito indice Amex di quelle da tenere d'occhio) e' completamente coinvolta nel business delle riparazioni. Detto questo la sua posizione e' chiara: "E' veramente difficile esagerare su cosa porebbe accadere - avverte - e la strana cosa e' che non facciamo abbastanza per mitigare il rischio". Secondo lui, mentre le banche e le assicurazioni stanno prendendo contromisure serie, il settore pubblico non lo sta facendo affatto e cio' potrebbe avere conseguenze nefaste addirittura sull'ordine pubblico: "Vi piacerebbe trovarvi a Los Angeles quando gli uffici postali non consegneranno in tempo le pensioni perche' i computer si saranno incantati?" e' la sua vetriolica domanda, che riecheggia i moti del '92 nella citta' californiana.

Molte imprese sono gia' corse ai ripari, assoldando alcune delle varie societa' specializzate ma altre stanno rimandando le decisioni e il concentrarsi delle richieste negli ultimi anni utili fara' lievitare anche significativamente i prezzi dei servizi. Stando a un sondaggio della International Data Corporation che l'anno scorso ha analizzato cento compagnie americane con fatturato superiore ai 100 milioni di dollari, oltre i due terzi avevano preso provvedimenti e il 7 per cento aveva gia' tutto in ordine. Alla fine di marzo solo il 6 per cento non aveva neppure iniziato i lavori. Tuttavia le compagnie piu' piccole non hanno reagito con altrettanta solerzia.

La febbre pero' sta montando e i consulenti non bastano piu': "Una compagnia ha chiamato l'altro giorno chiedendo di 200 persone che andassero immediatamente ad aggiustare i loro elaboratori" racconta Jack Devlin, un reclutatore di tecnici specializzati. Pensate alla quantita' di riparazioni nei computer dell'anagrafe, delle scuole, degli uffici delle poste. I contribuenti americani dovranno sborsare 2,3 miliardi dollari affinche' l'amministrazione si metta in regola, stando a un recente preventivo, ferocemente contestato, dell'Office of Management and Budget. "La cifra e' piu' di dieci volte inferiore alla realta', consideratene almeno una trentina", hanno sghignazzato gli esperti, sfregandosi le mani.

 

(Questo articolo è apparso sul "Corriere della Sera" nel settembre del 1997)

 

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