L'unico numero certo e'
2000. Per il resto l'ottovolante delle cifre che serviranno per riparare il difetto che
potrebbe mandare in tilt i computer immediatamente dopo l'ultimo cin-cin di questo
millennio non si e' fermato un attimo. La previsione piu' spesso ripetuta e' quella della
societa' di consulenza Gartner Group, ovvero 600 miliardi di dollari per mettere in regola
le macchine di tutto il mondo. Ma c'e' anche chi, come Capers Jones, fondatore di Software
Productivity Research, ha sparato stime di tremila seicento miliardi di dollari,
includendo le spese per i risarcmenti e le cause legali collegate ai guasti che si
produrranno.
Un piatto cosi' ricco ha richiamato un numero strabiliante di
concorrenti che annunciano sempre nuovi e migliori metodi per riparare il difetto in
maniera rapida, economica ed affidabile. Alla Year 2000 Conference and Expo che si e'
tenuta a Chicago agli inizi di luglio oltre cento "medici" informatici
magnificavano le qualita' della propria cura. Nessun leader incontrastato e' emerso per il
momento ma alcuni nomi si sentono piu' spesso di altri. E' il caso di MatriDigm di
Freemont, California, che ha investito piu' di un decennio di ricerche nel suo "Code
Analizer" che, in una dimostrazione pubblica, passava al setaccio e correggeva
milioni di linee di codice all'ora con un'accuratezza del 99 per cento. Il suo piu' vicino
concorrente - quanto a velocita' - e' la Peritus Software Services, Massachusetts, che
riesce a mettere a posto due milioni di linee al giorno (e recentemente ha avviato una
partnership in questo settore con Ibm e ha esordito in Borsa con quotazioni alle stelle).
Senza dimenticare che l'Electronic Data Systems, una delle piu' grandi compagnie nel
settore dell'assistenza dell'information technology, ha annunciato nuove versioni del
software Reasoning per riparare il "baco del 2000" sui computer dei suoi ricchi
clienti che figurano tra i primi 500 della classifica di Fortune. Non solo: la nuova linea
di produzione specializzata in queste tematiche dovrebbe dare lavoro a olre 1400 persone
entro i prossimi due anni.

"Con una torta cosi' grossa c'e' spazio per tutti" ha
dichiarato fiducioso il canadese Peter de Jager. Ex redattore della rivista
"Computerworld", e' considerato ormai la Cassandra ufficiale del largamente
sbandierato millenarismo informatico. Proprio un suo articolo del 1993 suono' l'allarme
sui rischi del "baco" e da allora de Jager passa le sue giornate in conferenze e
viaggi in mezzo mondo, spiegando alle imprese i terribili scenari cui potrebbero andare
incontro se non si muoveranno alla svelta. Il suo pessimismo e' molto sospetto, dal
momento che la sua societa' di consulenza (messa nell'apposito indice Amex di quelle da
tenere d'occhio) e' completamente coinvolta nel business delle riparazioni. Detto questo
la sua posizione e' chiara: "E' veramente difficile esagerare su cosa porebbe
accadere - avverte - e la strana cosa e' che non facciamo abbastanza per mitigare il
rischio". Secondo lui, mentre le banche e le assicurazioni stanno prendendo
contromisure serie, il settore pubblico non lo sta facendo affatto e cio' potrebbe avere
conseguenze nefaste addirittura sull'ordine pubblico: "Vi piacerebbe trovarvi a Los
Angeles quando gli uffici postali non consegneranno in tempo le pensioni perche' i
computer si saranno incantati?" e' la sua vetriolica domanda, che riecheggia i moti
del '92 nella citta' californiana.
Molte imprese sono gia' corse ai ripari, assoldando alcune delle varie
societa' specializzate ma altre stanno rimandando le decisioni e il concentrarsi delle
richieste negli ultimi anni utili fara' lievitare anche significativamente i prezzi dei
servizi. Stando a un sondaggio della International Data Corporation che l'anno scorso ha
analizzato cento compagnie americane con fatturato superiore ai 100 milioni di dollari,
oltre i due terzi avevano preso provvedimenti e il 7 per cento aveva gia' tutto in ordine.
Alla fine di marzo solo il 6 per cento non aveva neppure iniziato i lavori. Tuttavia le
compagnie piu' piccole non hanno reagito con altrettanta solerzia.
La febbre pero' sta montando e i consulenti non bastano piu': "Una
compagnia ha chiamato l'altro giorno chiedendo di 200 persone che andassero immediatamente
ad aggiustare i loro elaboratori" racconta Jack Devlin, un reclutatore di tecnici
specializzati. Pensate alla quantita' di riparazioni nei computer dell'anagrafe, delle
scuole, degli uffici delle poste. I contribuenti americani dovranno sborsare 2,3 miliardi
dollari affinche' l'amministrazione si metta in regola, stando a un recente preventivo,
ferocemente contestato, dell'Office of Management and Budget. "La cifra e' piu' di
dieci volte inferiore alla realta', consideratene almeno una trentina", hanno
sghignazzato gli esperti, sfregandosi le mani.
(Questo articolo è apparso sul "Corriere della Sera" nel
settembre del 1997)