Clara Bucci è psicologa
presso il Ser. T di Rimini. I Ser.T sono centri di assistenza pubblici regionali e
nazionali che si occupano di tutte le patologie da tossicodipendenza, sotto il
coordinamento del Ministero per gli Affari Sociali.
Secondo la sua esperienza professionale e umana, è vero che ogni generazione ha la sua
droga?
Sì, posso dire che in questi dieci anni che lavoro qui ho visto diverse generazioni di
tossicodipendenze. I primi anni lavoravo solo con gli eroinomani. Dal 94 sono
arrivati i poliassuntivi, cioè quelle persone che fanno uso di più droghe: ecstasy,
acidi, cannabinoidi e alcool. Al Ser.T è difficile che arrivino ragazzi che fanno uso
unicamente di ecstasy. I nostri pazienti dal 94 al 98 sono stati per il 90%
eroinomani mentre gli assuntori di ecstasy solo il 9%.
Si può parlare comunque di un fenomeno in crescita?
Negli ultimi 5 anni sono aumentati i consumatori di nuove droghe, e sono sempre più
giovani. I Ser.T dellEmilia Romagna si stanno attrezzando con l'istituzione di
consultori per informare e dare assistenza specifica ai ragazzi.

Secondo lei c'è poca informazione sugli effetti di queste droghe?
Ci sono due fenomeni legati alle nuove droghe: la compatibilità e lasetticità.
Cioè i ragazzi pensano che le pasticche non diano alcun tipo di dipendenza e che possano
essere sottovalutate perché non implicano il rischio dell'AIDS. I danni a cui si va
incontro con queste nuove droghe invece sono molti: situazioni depressive, psicosi
tossiche, crisi di panico e di ansia.
Qual è lo status sociale di questi ragazzi?
E' trasversale. Qui a Rimini lo status economico-sociale è abbastanza elevato.
Comunque nella maggior parte dei casi non ci sono più situazioni familiari problematiche
alle spalle dei ragazzi che assumono droga. Negli anni 80 gli eroinomani provenivano
da casi di marginalizzazioni, oppure alla fonte cera una sorta di svincolo
traumatico dalla famiglia.
Qual è la differenza tra un ragazzo degli anni 70 che si drogava e uno che
prende oggi lecstasy?
Negli anni 70 cera un altro contesto sociale. In Italia le droghe non
arrivavano molto facilmente. Di solito si associavano hashish, marijuana e acido. Anche i
contesti in cui si consumavano gli stupefacenti e le motivazioni che cerano dietro
erano diversi: era tutto più ideologizzato e politicizzato.
Oggi le nuove droghe sono facilmente accessibili e i ragazzi le usano in contesti
prettamente ricreativi, e non solo in discoteca: infatti si parla di consumo da week-end.
I ragazzi che vedo io sono molto conformisti e soprattutto svuotati .Cè un grande
senso di smarrimento nei confronti del futuro.

Perché prendono lecstasy?
Per molti è importante il gruppo. Si deve dimostrare di essere sempre
allaltezza, di non farsi vedere debole. E cosi si fanno trascinare per emulare gli
amici. Per altri è euforia della trasgressione. In tutti e due i casi io vedo una grande
difficoltà di comunicazione tra i ragazzi, un grande bisogno di socializzazione mediata
da qualcosa. Le pasticche di ecstasy non a caso sono definite empatogene, il che significa
che favoriscono una socialità senza inibizioni.
Come si cura un assuntore di ecstasy?
E' molto difficile un accesso spontaneo del ragazzo al consultorio, a meno che non si
presenti con un parente o con un amico. Il fatto è che chi fa uso di queste nuove droghe
non pensa di avere alcun tipo di dipendenza, se ne instaura una psicologica molto forte.
Quello che noi stiamo cercando di fare è di creare degli spazi di informazione e di
ascolto per i giovani.
Cosa pensa dellinformazione che hanno fatto i media sullargomento ecstasy?
Credo che sia stata molto superficiale. Il fenomeno è complesso e non così nuovo come
si pensa. Noi al Ser.T sono già dieci anni che ne parliamo. Oggi il nostro progetto più
importante è quello di raggiungere i giovani, di informarli e capirli.