Pubblichiamo la prefazione del
presidente dell'associazione "Società Libera" che apre il catalogo della mostra
"Il Cammino della Libertà", nella quale sono illustrate le diverse tappe
percorse dal pensiero liberale, dal giusnaturalismo alla scuola austriaca passando per le
rivoluzioni inglese, americana e francese. La mostra resterà esposta alla Sala Viscontea
del Castello Sforzesco di Milano fino al 21 novembre.
"Il Cammino della Libertà" non è una mostra storica, come potrebbe pensare
chi vede scolasticamente letà liberale come una fase specifica, definita della
storia moderna.
Il liberalismo è un metodo, che certamente si è modificato ed arricchito nel tempo,
ma che mantiene fisso il proprio obiettivo di fondo: rafforzare la libertà in una
società di cittadini che hanno uguali diritti e uguali doveri.
Diceva già Stuart Mill nelle sue "Considerazioni sul governo
rappresentativo": "La libertà produce un effetto tonificante sul carattere
quando lindividuo come cittadino possiede in maniera paritaria il godimento completo
dei diritti".
La mostra "Il Cammino della Libertà" propone al pubblico ed in particolare
ai giovani lo sviluppo del pensiero e dellesperienza liberale dalle sue origini. Uno
sviluppo che nel nostro paese è avvenuto con ritardo, rispetto al mondo anglosassone, per
ragioni storiche e culturali.

Ricordiamole queste ragioni: la frantumazione politica perdurata oltre la metà del
secolo scorso, il faticoso processo di unificazione imposto più che guidato dalla
monarchia sabauda, la scarsa consistenza della borghesia industriale e commerciale,
diffusa soltanto in alcune zone del nord e del centro del paese, la prevalenza delle
corporazioni e delle burocrazie rispetto al libero mercato.
Si può avere unidea molto concreta di quanto questi fattori abbiamo inciso
negativamente sullo sviluppo di un moderno mercato competitivo leggendo i consigli per i
viaggiatori, che negli anni dellunificazione visitavano lItalia per motivi
turistici o di affari nella seconda metà del secolo scorso.
Nelledizione ottocentesca del Baedeker sono ritratte molte delle pittoresche
abitudini che ancor oggi contraddistinguono laccoglienza riservata da molte città
ai visitatori, soprattutto stranieri.
In quella guida pionieristica erano impietosamente riportate le angherie dei dazi,
lindeterminatezza dei cambi delle diverse monete, le incredibili differenze di
prezzo e di qualità che caratterizzavano i mercati locali delle merci e dei servizi. Un
quadro di assoluta incertezza del diritto e di elevatissimi costi di transazione, come
direbbero gli economisti di oggi.
In quegli anni di costruzione dello Stato unitario erano frequenti i taglieggiamenti
sui movimenti delle persone e delle merci da parte delle guardie frontaliere degli
staterelli confinanti. Anche degli staterelli soppressi, a dimostrazione che ha antiche
origini lusanza nazionale di non buttare mai via nulla in campo istituzionale e
giuridico (gli esempi di oggi non mancano: dai ministeri aboliti e poi ricostituiti con
nuovi nomi alle provincie che dovevano scomparire, agli enti che non sono mai del tutto
inutili, agli interventi che debbono essere sempre un po straordinari). A volte
sembra che il tempo si sia fermato.

Ed effettivamente in Italia il tempo spesso si ferma. Il tempo delle regole, il tempo
delle istituzioni, il tempo dellamministrazione pubblica si fermano. Allora si crea
uno stacco insostenibile con il tempo delleconomia e con quello della società
civile che sono scarsi, e occorre imprimere unaccelerazione.
È sempre difficile per i contemporanei percepire i limiti che un assetto istituzionale
obsoleto pone allampliamento del mercato e allallargamento delle libertà in
campo economico e politico. La mostra rende ragione a quei pionieri del pensiero liberale
che hanno intravisto nuovi scenari istituzionali, in cui le nuove regole provvedono a
semplificare le relazioni tra i soggetti economici e ad equiparare quelle tra i soggetti
giuridici, creando il presupposto per il rafforzamento delle libertà di cui parlava
Stuart Mill.
Il percorso di questa mostra sottolinea come il progresso dei diritti del cittadino si
accompagni allaffermazione delle libertà di impresa e allaffermazione del
libero mercato. Un processo che non si può più leggere in base agli schieramenti
ideologici della destra o della sinistra, ma che alimenta levoluzione etica e il
progresso istituzionale della società in quanto tale.
La frontiera del liberismo di oggi, per lo meno in Italia, è il processo di
integrazione europea. Lintegrazione europea può essere affrontata, deve essere
sostenuta e sarà portata a compimento solo con un rinnovato impegno della cultura
liberale, alla cui diffusione "Società Libera" continuerà a dare il proprio
contributo.