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Diario di una fan

Maria Laura Rodotą con Paola Casella


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Come hai scoperto l'esistenza di Friends?

In un modo molto banale. L'estate di due anni fa ero finalmente sola in citta' perche' mia figlia era con la nonna al mare e in quella mezz'oretta in cui uno si prepara prima di uscire la sera c'era Friends, che io decisi di sostituire al telegiornale delle otto. Poi ogni tanto l'ho rivisto. E non ero la sola: divento' un culto per tutti i miei amici. Ci si vedeva a Campo de' Fiori per l'aperitivo dopo aver visto Friends.

 

Come ti spieghi il suo successo?

E' una sitcom non particolarmente acuta, ce n'e' di piu' intelligenti, ad esempio Seinfeld, che in Italia si e' vista poco e che era piu' sofisticata come battute. Ma Friends e' piu' veloce, con un sacco di plot da seguire, e secondo me molto divertente.

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Con che personaggio ti identifichi?

Fammici pensare... Non sono abbastanza New Age per essere Phoebe, anche se come lei sono molto stonata. Monica e' troppo bamboleggiante e sfigatona. Probabilmente mi riconosco soprattutto in Rachel, come la maggior parte delle donne: e' la ragazza incasinata metropolitana che siamo, siamo state e saremo. Fino ai 55 anni le nostre vite personali, almeno per una parte di noi, sembrano quelle di Friends, anche se abbiamo figli a carico. Ormai gli incasinati metropolitani sostituiscono alla famiglia tradizionale quelle a durata temporanea e il gruppo di amici con i quali, per un dato periodo, si stabiliscono legami molto forti, (veri e propri) network di supporto e di cazzeggio.

Probabilmente e' una delle cose che fanno piacere Friends: tutto sommato anche noi abbiamo una rete di telefonate e di appuntamenti con un gruppo di amici che diventa la nostra famiglia. Prima c'era la vita delle coppie che si vedevano fra di loro organizzando cene il sabato sera, adesso e' tutto molto piu' fluido, la nostra vita sociale e' meno sciccosa ma piu' intensa.

 

Quali altri particolari ti piacciono in Friends?

Il bar in cui i protagonisti della sitcom si incontrano. Ci sono davvero bar cosi' a NY, con i vecchi divani presi dai rigattieri, e sono davvero molto piacevoli. Non mi piace invece l'appartamento delle ragazze, e' proprio orrendo. Mi diverte molto il personaggio di Joey che fa l'attore un po' scemo: perche' l'attore che interpreta Joey e' particolarmente bravo nel fare lo scemo. E mi restano in mente certe battute, per esempio quella pronunciata durante la scena del parto della moglie di Ross dall'ostetrica: "Tutti fuori meno il padre, la madre e l'amante lesbica della madre".

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Credi che i trentenni di oggi si ricorderanno Friends come un rito generazionale?

No, siamo troppo grandi ed e' durato troppo poco. L'ultimo rito della mia generazione e' stato Happy Days.

 

Credi che possa esistere in Italia una sitcom paragonabile a Friends?

Il problema sarebbe trovare sei attori giovani che sappiano recitare, e questo mi vede molto pessimista. C'e' stato un minimo di divertimento per Un medico in famiglia: lo vedeva chiunque, dal pubblicitario all'editor di casa editrice. Funzionava perche' Banfi e' straordiariamente bravo, cosi' come Lunetta Savino, che interpreta Cettina. Anche li' si tratta del ritratto di un gruppo di individui con un luogo fisso dove vedersi, c'e' un sacco di plot, e i dialoghi sono un po' piu' veloci della media italiana. Non so se rifunzionera' ma credo che andra' bene ancora un'altra stagione, poi finira' per stufare. E Claudia Pandolfi non doveva fare tutto quel casino.

 

A differenza di Friends, pero', al centro di Un medico in famiglia c'e' comunque un nucleo familiare, che per quanto meno tradizionale non e' un surrogato totale.

Perche' noi italiani siamo comunque molto meno sradicati degli americani, vorremmo ancora tutti una famiglia: oddio, io non la vorrei per niente una famiglia come quella di Un medico in famiglia, pero' l'idea in se' e' rassicurante. In Italia cerchiamo ancora la continuita'. Il gruppo di Friends invece e' costituito da giovani sradicati e flessibili. Per come e' strutturata Friends, se uno di loro si sistemasse dovrebbe uscire dalla sitcom e la sitcom stessa acquisirebbe meno senso.

 

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