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Berlusconi ineleggibile? Sì, no, anzi forse.

Tommaso Debenedetti


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Silvio Berlusconi sarebbe ‘ineleggibile’ al Parlamento. Questa, in sintesi, la tesi espressa nei giorni scorsi dal costituzionalista Giovanni Sartori ed immediatamente appoggiata da Paolo Sylos Labini. Il leader di Forza Italia, secondo i due studiosi, non potrebbe diventare deputato in virtù di un decreto del 1957 che nega l’eleggibilità a chi gode di concessioni statali. "Abbiamo un giocatore di scacchi con due regine - ha sostenuto Sartori riferendosi a Berlusconi - cioè qualcuno che, partito con 5 mila miliardi di debito, dopo l’ingresso in politica è arrivato a 16 miliardi di attivo solo per Mediaset". Marco Vitale, da parte sua, giudica ormai tardiva ogni mossa per mettere Berlusconi fuori gioco e sostiene che bisogna puntare a batterlo con una "buona politica".

"Dobbiamo risolvere con una solida normativa il conflitto d’interesse, questo è lo sforzo da compiere in queste settimane. Per il resto, - dice il segretario Ds Walter Veltroni - condivido l’idea che solo una buona politica, come quella che oggi la sinistra sta facendo, una politica fatta di idee e di concretezza, potrebbe assicurarci la vittoria sulla destra".

"Il decreto del 1957 sull’ineleggibilità esiste. Non ci sarebbe nulla di scandaloso nell’applicarlo - afferma Elio Veltri, deputato dei Democratici - fermo restando che per sconfiggere la destra occorre sul serio una buona politica".

Nel Polo i toni sono accesi. Berlusconi non vuol parlare: "Preferisco lasciare ad altri i commenti - spiega il leader di Forza Italia - anche perché certe affermazioni si commentano da sole".

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Pierferdinando Casini, presidente del Ccd, spiega: "Battere la destra con la buona politica? Magari la sinistra avesse davvero questo obbiettivo! In realtà, fino ad ora ha preferito combattere con colpi bassi e insinuazioni. Quanto alle tesi di Sartori, sono convinto che siano un esercizio accademico. Non credo che la maggioranza abbia intenzione di azzoppare il Cavaliere con la questione del conflitto d’interessi. Ciò equivarrebbe a dichiarare a tutte lettere che siamo in un regime!"


Gianfranco Fini, leader di An, è categorico: "Se la sinistra porterà in Parlamento la norma sull’ineleggibilità, semplicemente non la faremo passare! Il problema, però, è un altro. Da tutte queste dichiarazioni, idee ‘geniali’, articoli, appare evidente che la sinistra è nervosa. Il consenso sfugge loro di mano e il governo è moribondo: perciò s’attaccano a qualunque cavillo. Altro che buona politica!".

 

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