Un proprietario dazienda prende le
difese dei consumatori. O almeno, questo era lintento dichiarato del proprietario
della nota catena di supermercati Esselunga, che nei giorni scorsi ha comprato due intere
pagine di pubblicità sui più diffusi quotidiani nazionali per protestare a nome
dei cittadini, secondo lui contro i gravissimi disagi creati agli utenti dal
cattivo funzionamento dell'aeroporto di Malpensa, soprattutto per via dello spostamento di
quasi tutto il traffico aereo da e per Linate sul nuovo hub.

Una forma inedita di tutela o un curioso espediente per far conoscere il proprio
marchio? Lidea dellimprenditore è chiara: dal momento che il governo non
ascolta le esigenze e le proteste dei viaggiatori, tocca ai privati ergersi a paladini
della collettività. Di fatto, sembra che liniziativa del proprietario di Esselunga
abbia scavalcato le associazioni di difesa del consumatore.
"Posso avere dei dubbi sui modi e le forme delliniziativa, sicuramente
finalizzata anche a precisi interessi del promotore, ma sono perfettamente daccordo
sul merito", afferma Anna Bartolini, esperta della tutela dei consumatori e già
collaboratrice del programma televisivo Mi manda Lubrano. "Molte associazioni dei
consumatori avevano da tempo segnalato i gravissimi problemi creati da Malpensa. Lo
spostamento dei voli da Linate a Malpensa costringe gli utenti che vogliono partire e
tornare da una capitale europea in uno stesso giorno ad alzarsi prima dellalba per
raggiungere il decentratissimo aeroporto, oppure a partire la sera precedente,
sobbarcandosi così inutili costi aggiuntivi. Insomma, vogliono avvicinarci
allEuropa e, per farlo, hanno trasformato un viaggio facilissimo in una vera
tradotta!".

"Protestare è giusto" aggiunge Anna Bartolini "anche perché il governo
è assolutamente e colpevolmente sordo di fronte alle richieste dei consumatori. E nella
vicenda di Malpensa tale sordità ha raggiunto il culmine: va bene lintegrazione
europea, ma che non ricada sulle spalle dei cittadini!".
Sullopportunità del fatto che i privati prendano iniziative personali a difesa
del consumatore, come è accaduto nel caso di Esselunga, lavvocato Francesco
Giuffrida del Codacons nutre tuttavia molti dubbi. "Non sono contrario, in linea di
principio, a forme miste di collaborazione tra produttori e consumatori di prodotti.
Tuttavia, ho più di una perplessità sulla genuinità di un messaggio pubblicitario a
difesa dei consumatori che provenga da chi, ovviamente e giustamente, persegue interessi
opposti. Anche perché è di tutta evidenza (come ricordava di recente Giuliano Amato) che
i migliori difensori dei consumatori sono i consumatori stessi, al più aiutati dalle
associazioni che ne hanno i mezzi e le competenze".
Il rappresentante dei Codacons condivide con Anna Bartolini lopinione che il
governo non sia un interlocutore attento. "Nonostante una certa recente attenzione da
parte del governo al mondo dei consumatori", afferma lavvocato, "è ancora
insoddisfacente il ruolo che le associazioni che li rappresentano sono chiamate a
svolgere. Quella registrata negli ultimi tempi è unapertura di facciata, che
nasconde il tentativo di imbrigliare il movimento consumerista nella palude degli enti
inutili. In effetti, alcune delle associazioni oggi riconosciute, essendo derivazione di
movimenti sindacali e dopinione, si trovano già in una situazione contraddittoria
perché di fatto vestono due abiti, uno dei quali, quello consumerista, viene sacrificato
alla logica dellaltro, che deve privilegiare interessi sindacali."

"Il vero passo avanti da fare" prosegue Giuffrida, "è quello che il
Codacons chiede da sempre, cioè il riconoscimento delle associazioni di tutela dei
consumatori quali parti (o meglio, controparti dei produttori) negli organismi che
effettivamente regolano gli interventi forti' nelleconomia, come le authority
dellenergia, dei trasporti e delle telecomunicazioni. Perché, ci si deve domandare,
a quel tavolo siede, col governo, solo la parte dei produttori e non anche quella dei
consumatori dei prodotti? Perché relegare il cittadino utente al ruolo di destinatario di
decisioni e non promuoverlo a quello di corresponsabile delle stesse?".