Porta a porta/Tutto deve fare spettacolo?
Paolo Marcesini
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Bruno Vespa, il Parroco, si giustifica: "Perché dobbiamo lasciare
la cronaca di questo processo che ha diviso l'opinione pubblica in innocentisti e
colpevolisti alla tv commerciale?" Che sotto metafora, ma nemmeno troppo sotto,
significa: non abbiamo forse anche noi il sacrosanto diritto di fare un po' di spettacolo
con delitti, rimorsi, finte e vere lacrime? Chi in questo caso mette in discussione il
ruolo e la funzione di servizio pubblico, evidentemente non sa nemmeno cosa sia la
televisione ... In studio ci sono Scattone e Ferraro ma, dice, il bravo presentatore:
"Non vi preoccupate, perché le parole di Marta saranno le più belle che sentirete
in questa serata". Dissolvenza e la voce di una donna che legge proprio quelle parole
scritte su un diario. Ha ragione Vespa, sono belle parole. Ascoltiamo i sogni e le
speranze di una ragazza non ancora donna che immaginava, come tutti a quell'età, un
futuro fatto di amore, solidarietà, giustizia e libertà.
Poi arrivano le facce e sono quelle di Scattone e Ferraro. Il primo ha gli occhi lucidi,
anche per lui quelle di Marta sono belle parole. Poi è il turno di Ferraro: "Questa
ragazza ha diritto a un pò di giustizia, una giustizia che non può essere soddisfatta
dalla nostra condanna". Da casa li guardiamo bene in faccia. Sono loro gli assassini?
"Perché durante il processo eravate così freddi?", chiede Vespa che intanto si
frega le mani e sembra già un Arciprete che confessa. L'atmosfera è tesa. Ferraro:
"E' stato terribile, dovevamo restare calmi, lucidi, avevamo un unico scopo, quello
di difendere la nostra innocenza".

Vi considerate dei super uomini? "No, semplicemente delle persone normali, degli
umili servitori dell'università". Non sono presagi di morte quelli che ha scritto
sui suoi diari, Ferraro? "No, solo qualche vecchio testo di canzoni rock e una
parodia delle lettere di San Paolo". Si è parlato di teoria del delitto perfetto, ci
credete? "Ma non diciamo sciocchezze, alla fine ci hanno condannato per omicidio
colposo, come a dire, eravamo lì e improvvisamente è partito un colpo di pistola. In
appello dimostreremo la nostra innocenza". L'interrogatorio-confessione continua con
l'aiuto degli ospiti in studio. Il conduttore lascia capire che la sua neutralità è solo
apparente. Sta dalla parte della gente, Vespa, e si vede. Alla fine non ci sarà
assoluzione.
Intanto il dibattito dilaga. Scattone si guarda in giro un pò smarrito, Ferraro è curvo
sulla schiena. Psichiatri, giuristi, psicologi e giornalisti dicono la loro. Qualcuno usa
il buon senso e ricorda che i processi non si fanno sui giornali e tanto meno in
televisione, qualcun altro ricorda le telecamere nascoste durante l'interrogatorio di una
testimone ("Nemmeno ai tempi di Stalin succedevano certe cose"). E c'è chi,
naturalemte, parla di sentenza all'italiana. Il processo dopo il processo fila via liscio
e noioso. L'Arciprete promosso Vescovo, indaga: Cosa avete provato il giorno del vostro
arresto? "Era tutto surreale", risponde Ferraro. "Un trauma sapere di
essere accusati di omicidio e, soprattutto, di omicidio volontario", rinforza
Scattone. Ferraro rivela alla platea televisiva di avere ricevuto più volte l'invito di
accusare l'amico Scattone. "Farlo sarebbe stato una cosa pazza". Il Vescovo
ricostruisce il delitto, mette in fila le prove dell'accusa. E gli accusati si difendono:
"Le testimonianze? Una fatale catena di Sant'Antonio, non c'è un complotto. Ma tutti
hanno mentito". E forse, lasciano intuire, qualcuno li ha aiutati a mentire. Le frasi
sono molto brevi, soprattutto quelle di Scattone. "Ci hanno condannato per
insufficienza di prove, una novità assoluta nel panorama giuridico". Loro la legge
la conoscono bene.

Intanto gli ospiti officiano il rito della diretta. Hanno la faccia da colpevoli quei due?
E ancora, chi sorride, è colpevole o innocente? Si discute anche del look. "Provate
un po' voi a mettervi nei nostri panni. E se fossimo innocenti?" Il Vescovo ormai è
diventato Cardinale. Perché non avete mai scritto ai genitori di Marta Russo? Ricordano
al Cardinale, agli ospiti in studio e ai milioni di italiani che li guardano da casa che
loro, Marta, non l'hanno uccisa, che non andranno via dall'Italia e che, in futuro si
dedicheranno al volontariato. Per buona misura, la magistratura ha intanto sequestrato i
compensi di Scattone e Ferraro per la partecipazione televisiva. Amen.
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