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Borsa/La scena italiana

Riccardo Staglianò

 

 

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L'articolo che qui riproduciamo per gentile concessione dell'editore, è apparso sul Corriere della Sera di lunedì 11 gennaio.

Quello del business di Internet, in Italia, e' un club sempre piu' affollato. La maggior parte degli iscritti pero' e' fatta di soggetti piccoli, nella tradizione imprenditoriale nostrana. Due grossi player sono invece Matrix e Telecom Italia Net, la prima impegnata sui contenuti, la seconda sulla connettivita'. "L'Italia non ha la cultura delle start-up - esordisce Carlo Gualandri, co-fondatore della societa' milanese che produce Virgilio, il popolare elenco, possiede una concessionaria pubblicitaria specializzata e produce siti per grossi clienti - : il nostro e' un sistema economico e complessivo con differenze enormi da quello americano. Amazon.com, per dire, non potrebbe essere nata qui. Non perche' si tratti di un'idea geniale irreplicabile ma piuttosto perche' e' l'ultimo gradino di una scala cui hanno collaborato molti attori.

Un'infrastruttura efficientissima cui l'America ha lavorato negli ultimi 20 anni, in primo luogo. Da noi, come e' noto, le poste non funzionano, la gente non e' abituata ad aver fiducia nelle vendite per corrispondenza, i corrieri privati sono troppo cari, e poi i sistemi di distribuzione dei libri (e delle altre merci) sono troppo ingessati, in mano a pochi grossi gestori che rendono impossibile comprare a prezzi scontati o in maniera e quantita' flessibili". Il rapido successo di Matrix non basta a smentire il giudizio complessivo: "Se ci misuriamo su scala italiana stiamo andando molto bene. I nostri 8 miliardi di fatturato di quest'anno sono poco rilevanti ma quello che conta davvero e' che siamo passati dai 5 dipendenti originari della fine del 1995 ai circa 60 attuali e prevediamo di crescere di altri 20-30 nel 1999. Per parlare del prodotto, poi, Virgilio ha un'audience cresciuta dalle 100 mila pagine al giorno dell'inizio del '98 alle 600 mila della fine". Lo sforzo economico per un'idea cresciuta troppo in fretta richiede ormai nuovi capitali e apporti esterni: "Da adesso in avanti avremo altri soci. Stimiamo di dover spendere ancora 10 miliardi prima di essere profittevoli, circostanza che potrebbe avverarsi gia' nel 2001, e quindi e' necessario dividere l'impegno".

Previsione di redditivita' analoga - "tra 1 o 2 anni, ma un'azienda e' solida quando si autofinanzia, al di la' dei tecnicismi contabili" - e' quella che fa Andrea Granelli, responsabile di Telecom Italia Net, il numero uno dei service provider nazionali. "La nostra missione e' portare la gente online, offrendo strumenti semplici, robusti e a basso prezzo. Abbiamo festeggiato pochi giorni fa i 400 mila abbonati: un ottimo risultato considerando la scarsa penetrazione dei Pc nel nostro paese". Ma come si puo' motivare qualcuno ad andare online? "Fornendo valore aggiunto. Credo soprattutto alle potenzialita' delle comunita' virtuali, dove la gente si raccoglie sulla base di interessi comuni. Stiamo lanciando strumenti ad hoc come il C6, un'applicazione che consente a chi si collega di sapere se un suo amico e' collegato nello stesso momento e soprattutto. Amplieremo l'offerta di pagine personali per gli utenti, abbiamo firmato un importante accordo con il motore di ricerca Excite, penseremo, infine, a servizi di telefonia via Internet".

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