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Borsa/Un salutare ottovolante

Stefano Caviglia

 

 

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Quando i mercati hanno riaperto, subito dopo le vacanze e la nascita dell'Euro, molti gestori di fondi comuni italiani sono impalliditi. In un solo giorno, l'indice del listino e' schizzato in alto di quasi il 6 per cento, continuando a crescere anche nei giorni successivi. E loro non avevano ancora avuto il tempo di comprare quasi nulla! Il '98 si era chiuso con ottime performance, ma con una previsione di crescita relativamente modesta per l'anno successivo: 8-10 dieci per cento, a essere ottimisti. Niente a che vedere con i risultati strabilianti che la borsa italiana, come e più delle altre borse europee, aveva avuto nel biennio precedente. "E ora - si chiedevano preoccupati i gestori - come sara' possibile garantire ai clienti i rendimenti che si aspettano, comprando titoli che gia' contengono il 70 o l'80% della crescita prevista per tutto l'anno?" Cosi', mentre gli speculatori (e gli investitori fai-da-te), brindavano, i professionisti dell'investimento quotidiano sudavano freddo.

L'unica era aspettare che i prezzi in borsa tornassero su livelli più ragionevoli. E cosi' hanno fatto, ma certo nessuno si aspettava che l'attesa sarebbe durata cosi' poco, e tanto meno che la correzione sarebbe stata più brusca dell'impennata euforica dei giorni precedenti: nel giro di tre giorni l'indice mibtel e' calato dell'8 per cento. Nella sola seduta di mercoledi' scorso, verso le due del pomeriggio, la perdita dell'indice mibtel e' arrivata a superare il 7 per cento: un livello quasi da panico, che e' stato seguito poi da un recupero di quasi la meta'.

Che cosa e' accaduto nei giorni scorsi, che possa spiegare un'inversione di rotta cosi' brusca? E come mai, dopo un avvio a razzo, la borsa ha imboccato di nuovo la strada delle montagne russe? Osservatori di tutte le scuole di pensiero segnalano un mix di elementi che si sono amplificati l'un l'altro, guastando la festa prima ancora che fosse iniziata. I piu' accorti riconoscono pero' che questa delusione puo' essere salutare, riportando tutti con i piedi per terra. Il primo elemento e' di natura psicologica: l'impennata iniziale, sospinta anche dall'onda dell'euro, e' stata troppo forte per non causare un contraccolpo. Anche perche' le previsioni economiche, specie per l'Europa, non sono un granche'. Cosi', tutti quelli che hanno visto crescere le proprie azioni del 6 per cento in un giorno solo, si sono fatti due conti e hanno capito che era il caso di vendere in fretta.

Fosse stato solo questo, nessun problema. Ma il fatto e' che proprio mentre gli investitori vendevano per portare a casa i guadagni dei primi giorni dell'anno, un paio di mazzate coi fiocchi sono arrivate sulle borse dalle situazioni più a rischio dell'economia mondiale. In Brasile lo stato del Minas Gerais ha annunciato la propria insolvenza nei confronti del governo federale (per oltre 13 milioni di dollari), mettendo in allarme tutti coloro che hanno interessi e soprattutto crediti in quel paese, e anche in Asia le cose non sembrano affatto tranquille: la crisi giapponese e' ancora da risolvere e da qualche giorno si parla anche di un rischio-Cina, che secondo alcune voci potrebbe portare il colosso asiatico a svalutare la sua moneta, lo yuan, in tempi brevi. L'ultima volta che si prospetto' un'ipotesi del genere, nella primavera scorsa, le borse tremarono per una settimana buona e ripresero un po' di fiducia solo quando Clinton torno' da Pechino con l'assicurazione che i governanti cinesi avrebbero tenuto duro, in nome dei buoni rapporti con gli Usa. Ora tutti assicurano di non credere affatto a queste voci, ma con una motivazione che non lascia troppo tranquilli. "Altrimenti - dicono - sarebbe una tale catastrofe...".

Tutto questo non puo' che gettare qualche ombra sulle prospettive di crescita e di guadagno delle imprese, che costituiscono il criterio ultimo su cui si basano i mercati. Eppure, dopo aver vissuto qualche brutto momento, le borse di tutto il mondo sembrano aver trovato la forza di fermare le perdite. Soprattutto perche' Clinton e il suo ministro del Tesoro, Robert Rubin, sono stati svelti a rassicurare il mondo circa la volonta' degli organismi internazionali di sostenere il Brasile. In tutti i paesi occidentali, ormai, l'investimento azionario e' cosi' diffuso che nessun governo puo' permettersi di lasciare che le borse vadano a picco. I mercati lo sanno e lo scontano nei prezzi dei titoli. In questo l'Italia non fa ormai eccezione in alcun modo rispetto agli altri. "Noi siamo in contatto continuo con i nostri clienti - dice Massimo Fortuzzi di Finanza e Futuro (Deutsche Bank) - e non riscontriamo nessun segnale di panico. I risparmiatori ormai hanno capito che bisogna tenere i nervi saldi se si vuole guadagnare in borsa".

Del resto, nonostante le montagne russe di inizio d'anno, le previsioni dicono ancora che nel '99 si potra' guadagnare con le azioni piu' che con gli investimenti obbligazionari. E non va dimenticato neppure che le borse, specie in Europa, continuano a essere investite da un grande flusso di denaro, che lascia i titoli di Stato, ormai poco appetibili. Questo significa che, in mancanza di disastri dell'economia internazionale, la tendenza naturale continuera' ad essere al rialzo. Basti pensare ai primi risultati e alle previsioni che si fanno per i fondi pensione, che hanno aperto i battenti nel mese di dicembre. In pochi giorni circa 18 mila italiani hanno deciso di farsi una pensione per conto proprio, sfruttando la possibilita' di beneficiare di uno sgravio fiscale per il 6% del reddito e fino a 5 milioni di lire. Ma nel '99 dovrebbe esserci un vero e proprio boom. Per Sergio Marini della Sim Cogef, uno dei primi fondi a partire, questa dovrebbe essere un'annata da ricordare. "Prevediamo che in questi dodici mesi 700-750.000 italiani aderiscano ai fondi pensione, per un totale di 3.500 miliardi". E a partire dal 2000 si dovrebbe viaggiare su un incremento medio del 10% l'anno. Senza contare le previsioni di crescita per i fondi chiusi, quelli riservati alle categorie dei lavoratori. Anche questo e' un elemento che potrebbe contribuire a stabilizzare la borsa Italiana. Crisi internazionali permettendo, naturalmente.


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