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L'informazione corre in Rete



Massimiliano Lanzi Rath

 

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Il 15 giugno si è tenuto a Roma, nell'ambito della Smau Com, il convegno Nella società della Net information. Massimiliano Lanzi Rath è responsabile dell’Osservatorio Italia Media Online e curatore di Internet Mediasurfer.

Senza freni. L’informazione corre in Rete a tutta velocità e non sembra avere nessuna intenzione di rallentare. Internet, questo nuovo medium che tiene in comunicazione 24 ore su 24 l’intero pianeta, si è rivelato l’habitat più adatto a far viaggiare l’informazione, scritta, parlata, video in tempo reale da, e per, ogni angolo di questo mondo.

Con un po’ di soldi e tanto impegno chiunque può aprire il suo giornale su Internet e la chiave del successo è tornata ad essere in gran parte legata alla bontà dei progetti editoriali, alla qualità delle notizie prodotte, alla creatività ed alla buona volontà.

Un paradiso del giornalista? Diciamo una pista dove si può correre senza troppi ostacoli e dove si può mostrare il proprio valore. Certo i giganti dell’informazione hanno messo in campo dei mezzi difficilmente eguagliabili con lo scopo di accaparrarsi quanto più ‘traffico’ possibile. Ma anche qui non tutti hanno fatto i conti con il nuovo mezzo e le sue ‘leggi’, comportandosi come se si trattasse di lanciare un prodotto sui tradizionali mercati editoriali.

Ma Internet offre comunque tanto spazio a tutti e le chance per emergere ci sono. Molti ostacoli la Rete li ha spazzati via. I vincoli legati a giochi di potere, a frequenze limitate, a concessioni, ai grandi capitali da dover investire per aprire giornali, radio e televisioni, ai necessari appoggi politico-istituzionali in Internet sono solo un brutto ricordo. Tutti questi sine qua non non esistono più. E la riprova sono le centinaia di iniziative editoriali, di cui alcune veramente buone, che fioriscono in Rete.

Potrebbe sembrare una bella favola ma i numeri che abbiamo raccolto ci danno ragione. Diamo uno sguardo a cosa è accaduto ai media in Rete negli ultimi 365 giorni con una avvertenza. Il Centro di Documentazione Giornalistica non è un istituto di rilevazione statistica ma si occupa, da ormai 34 anni, di fotografare di anno in anno l’evoluzione del mondo dell’informazione in Italia. Le ricerche sono state fatte con accuratezza ma le valutazioni rispondono a criteri di sensibilità giornalistica assolutamente non matematici. Tanto per fare un esempio abbiamo visitato più di 2.400 siti che vengono indicati in rete come E-zine (Electronic magazine) ma abbiamo inserito e valutato solo le 512 che a nostro giudizio sono portatrici di contenuti informativi.

Sotto la voce media abbiamo inserito agenzie di stampa, quotidiani, periodici, e-zine, radio, televisioni, portal ed anche, è una scelta che abbiamo fatto tre anni fa, le reti civiche dei capoluoghi di provincia italiani. Dal prossimo anno cercheremo di inserire anche i quadri più alti della pubblica amministrazione italiana che ancora in questa edizione di Internet Mediasurfer sono invece raccolti nel capitolo dedicato alle fonti di informazione.

Per la prima volta quest’anno abbiamo segnalato i siti che fanno riferimento al trattamento dei dati personali.

I media in Rete che abbiamo contato alla fine di maggio di quest’anno sono 2.359 con una crescita del 102,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno quando ne avevamo trovati 1.164. La maggiore quantità di contenuti informativi viene ovviamente riversata in Rete da chi già si avvale di grandi redazioni giornalistiche. E la stragrande maggioranza di agenzie di stampa e quotidiani hanno aperto ormai da più di un anno il proprio sito web offrendo i propri articoli al pubblico della rete. E' per questo che le loro percentuali di crescita non risultano elevate.

Abbiamo contato 56 agenzie di stampa, una meno dello scorso anno, e 78 quotidiani in rete (69 nel ’99; +13,04%). Grande balzo in avanti lo hanno compiuto i periodici, quelli a cui corrisponde una stessa testata cartacea, che sono passati da 473 a 1.212 con una crescita del 156%. Di electronic magazine, come già detto, ne abbiamo inseriti 512 rispetto alle 271 del giugno ’99. Un incremento dell’88,9 % a conferma della vitalità e del fermento di questo settore.

Le emittenti televisive hanno rotto gli indugi e sono approdate in forze sul World Wide Web. Sono infatti passate da 21 a 95 (+352,4%). Più nutrita la rappresentanza delle radio in Rete che sono aumentate del 55,2% passando dalle 183 della scorsa primavera alle 284 censite quest’anno.

Quello passato è stato senza dubbio un anno caratterizzato dal proliferare dei portal. Tra generalisti e specializzati ne sono nati tanti e molti con dei grandi gruppi editoriali alle spalle. Kataweb, Jumpy, Ciaoweb, Clarence, Monrif, Caltanet sono solo alcuni esempi della nutrita schiera di portali italiani. Tra portal e provider-portal ne abbiamo contati 26.

Il 10 maggio il Senato ha approvato la legge che riconosce la figura del comunicatore nella pubblica amministrazione. Sotto questo aspetto le reti civiche assumono ancora maggiore importanza. Sia perché rappresenteranno una fonte d’informazione agevolmente accessibile per i cosiddetti media tradizionali ma anche perché si accentuerà il loro ruolo di mezzo diretto di informazione per i cittadini. Dei 103 capoluoghi di provincia italiani ben 96 sono presenti in Internet con una rete civica, il 93,2% del totale, +12,94% rispetto allo scorso anno quando erano 85.

La Rete, è evidente, continua a manifestare una grande sete di contenuti informativi. Contenuti quanto più possibile affidabili se non, in qualche modo, certificati. Qualità dell’informazione, garanzia di autenticità, overload di notizie, sono stati per ora ottenute e risolti spesso affidando la gestione dell’informazione a redazioni giornalistiche. E quindi il ‘marchio di qualità’ alle informazioni è stato assicurato dalle doti di affidabilità e correttezza che portano in sé le testate già affermate in stampa, radio e televisione.

Queste garanzie, però, appaiono superate. Non che non siano più valide anzi sono tuttora necessarie ma non più sufficienti. Siamo stati catapultati in un nuovo sistema di riferimento dove le regole finora adottate sono obsolete, spesso inapplicabili e soprattutto non vigenti. Ed ora che la Rete è diventata una realtà quotidiana per milioni di cittadini i problemi sono immancabilmente venuti a galla.

Qualcuno ad esempio si è accorto che l’informazione su Internet, non è più solo appannaggio delle grandi testate tradizionali ma fa riferimento, mutuando un termine borsistico, ad un azionariato diffuso. E sì, una delle realtà che Internet ci ha scodellato sul piatto senza possibilità di rimandarlo indietro è che l’informazione non è più un’esclusiva del giornalista e neanche del grande editore.

La parte paurosa della favola

Un ‘azionariato diffuso’ comunque che fa vera e propria informazione e di alto livello. Si pensi, ed è solo uno degli esempi possibili, ai siti finanziari gestiti da professionisti della finanza e frequentatissimi dal nuovo popolo degli investitori online, che fanno molte più hit di blasonatissime ed autorevolissime testate giornalistiche. Lì, si dica quel che si vuole, la merce di scambio è l’informazione e di giornalisti non ce n’è l’ombra.

E’ probabilmente questa l’altra faccia della medaglia. La parte paurosa della favola. Su Internet si combatte in campo aperto. Libero mercato senza più monopoli né posizioni di rendita. Qualità dell’informazione, deontologia professionale, trasparenza, rispetto della privacy, verifica scrupolosa delle fonti, tutto quello insomma, che fa del nostro mestiere una professione, sono le frecce con cui armare l’arco dei giornalisti.

Informazione ed Internet è per ora un gioco senza regole, ma allo stesso tempo la prima grande opportunità per il giornalismo da molti anni a questa parte.
Un sincero ‘in bocca al lupo’ quindi a tutti i presenti e futuri web reporter e poi, non scordiamocelo, le favole sono sempre a lieto fine.

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