"E' un attacco al Web, la generosita'
paga" Raf Scelsi con Riccardo
Staglianò
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"E' un attacco al Web, la generosita' paga"
Questo articolo e' apparso sul "Corriere della Sera" (www.corriere.it) del 6 settembre.
"Che la regolamentazione del copyright sia la nuova frontiera
giuridico-economica del ventunesimo secolo non c'e' dubbio, ma un capitalismo maturo
dovrebbe capire che i ragionamenti miopi non pagano". Raf "Valvola" Scelsi,
autore di "No copyright. Nuovi diritti nel 2000" (Shake Edizioni) si occupa
della materia da tempo e non si meraviglia per le ultime recrudescenze nella tutela del
diritto d'autore online.
Ma non e' anacronistico che sulla rete, dove molti sostengono che tutto
dovrebbe essere libero e gratis, si possa pensare di imbrigliare anche la facolta' di
linkare siti altrui? "Non e' anacronistico, e' piuttosto l'epifenomeno di una
tendenza generale al restringimento dell'accesso alla conoscenza: ci sono gia' norme che
dicono che la compilazione di database e' protetta dal copyright mentre per il momento
rimangono fuori le bibliografie ma anche questo potrebbe cambiare presto, con evidente
aggravio per chi studia e fa ricerca.
Per quanto riguarda Internet, finche' non si riuscira' a trovare un
sistema di marcamento standard per i materiali digitali questa impeto giurificatore non
verra' meno. L'unica cosa che mi tranquillizza e' che la rete e' per sua natura
tentacolare e tende a sfuggire a tutto, non sara' semplice applicare una logica
centralizzata di controllo a un'entita' cosi' decentralizzata. Tuttavia resta che
quest'ultima trovata di vietare i link - dopo la recente durissima offensiva sugli Mp3 -
e' un attacco forte che mina le basi stesse della rete". Qual e' la sua proposta
quindi: quella del titolo del suo libro sembra un po' forte: abolire tout court il
copyright?
"'No copyright' e' un titolo volutamente provocatorio. La difesa
dei piccoli interessi e' sacrosanta: gli autori hanno bisogno dei soldi per vivere. Ma per
quanto riguarda le grosse multinazionali i loro brevetti possono limitare il diritto alla
conoscenza di tutti i cittadini. Mi spiego: se voglio imparare l'inglese non devo pagare
un canone al British Council mentre se, per entrare nel mondo del lavoro, devo imparare a
utilizzare almeno i programmi informatici fondamentali, devo pagare una sorta di canone a
Microsoft che li produce. E' un ostacolo che, per quelli che sono gia' svantaggiati, puo'
tagliarli fuori del tutto".
Una gestione generosa del copyright, infine, puo' anche avere un forte
senso commerciale: "Non e' una novita': negli anni '70 i Grateful Dead lasciavano
registrare i loro concerti e sono diventati un mito - e hanno fatto anche tanti soldi - ;
nel calcio moderno la vendita dei biglietti copre una percentuale ridicola dei costi,
mentre il resto viene dal marketing a vari livelli. Insomma, a volte regalando - o facendo
pagar poco - si guadagna anche di piu'".
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