Anche gli hacker si pentono "Lily Black"
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Questa confessione, la cui autrice si cela sotto lo pseudonimo
"Lily Black", è stata pubblicata sul sito di Salon (www.salon.com) il 2 settembre
Lunedì mattina sono stata folgorata da un titolo di giornale a
proposito dell'ormai celebre buco di Hotmail. Tre minuti dopo aver letto la notizia sul
sito della CNN ho trovato il codice segreto sul sito Slashdog.org, ho incollato
l'indirizzo sul mio browser e sostituito alla frase "ENTERLOGINHERE" l'indirizzo
di uno degli utenti di Hotmail.
(I grandi capi della Microsoft hanno detto ai giornalisti che ad avere
accesso abusivo alle caselle di posta di Hotmail erano stati pirati informatici "in
possesso di una conoscenza avanzata dei linguaggi di sviluppo più complessi del
Web". Ma io sono tutt'altro che un'abile hacker: sono una pollastra navigatrice di
mezza età per la quale l'incontro più ravvicinato con un codice era fino a quel
momento stato attivare dei macro in WordPerfect).
Ho pigiato il tasto Enter e dopo pochi secondi si è aperta sul mio
monitor la casella di posta della mia più acerrima nemica. All'inizio della scorsa estate
ero andata nell'est degli Stati Uniti per passare un po' di tempo con alcuni amici di
vecchia data, conosciuti attraverso l'incestuosa madre di tutte le mailing list. L'anno
scorso, durante una riunione dei componenti della lista, avevo avuto un incontro
passionale con uno di loro, un certo Tom. Anche quest'estate, la notte del mio arrivo,
abbiamo avuto una "riunione" piuttosto calda.

Ma quest'anno c'era anche la nuova fraschetta della lista, certa
Ashley. Ventenne, disoccupata, cazzeggiava in quel di Praga. Avevo già dovuto sopportare
la sua versione "bambola narcisista, petulante e disoccupata" in Rete. Nella
realtà, Ashley era bionda e carina. A giugno, quando ci siamo incontrate, ci siamo
scambiate sorrisi di convenienza e ce ne siamo andate in opposte direzioni. Poi lei ha
cominciato a fare il filo a Tom, il quale mi ha scaricata più velocemente di quanto la
Microsoft riesca a scansare la pubblicità negativa.
Ho vent'anni e venti chili più di Ashley. Ebbene sì, mi sono molto
incazzata. Per di più, la nostra era una mailing list molto sensibile e io dovevo far
finta di dimostrarmi "evoluta". Nonostante non avessi mai nutrito per Tom
sentimenti veramente romantici, il mio ego era messo a dura prova. Essere rimpiazzata da
una più giovane mi aveva fatto sentire vecchia.
Perciò, una volta tornata a casa, mi sono immersa in piacevoli
attività solitarie. Grazie alla radio serva elettronica e ai messaggi di Tom costellati
di faccine sorridenti, ho scoperto l'esistenza di bollette telefoniche astronomiche e di
una storia in corso. Ashley ha annunciato il loro incontro di agosto ai componenti della
lista dicendo: "Mentre sono in viaggio, potete raggiungermi al mio indirizzo
Hotmail".

Sulle prime, davanti alla casella di posta di Ashley, mi sono sentita
euforica. Ho frugato fra i suoi messaggi, trovando una missiva feroce da parte di un
ex-fidanzato acido, che l'accusava di averlo tradito e di dovergli anche dei soldi. Ho
pasticciato con una cartella di bigliettini d'amore fra Ashley e un altro membro della
lista, e ho letto dei suoi progetti per un imminente combino. Ho anche trovato le avance
di Ashley a una mezza dozzina di altri uomini, ognuna delle quali comprendeva la frase:
"Devo essere sincera con te: ti trovo molto attraente".
Poi però ho cominciato a provare pena - per Ashley, che ha vent'anni e
si è vista frugare fra la sua corrispondenza, per gli uomini che palleggiava come un
giocoliere, per me che ero gelosa di lei. Quando il buco di Hotmail è stato chiuso - 40
minuti dopo - mi sono sentita in colpa per avere acquisito tutte quelle informazioni. Mi
sono ricordata di quel racconto di John Cheever, "L'enorme radio", che parlava
di una casalinga frustrata con l'ossessione di ascoltare le conversazioni private dei suoi
vicini.
Peggio: mi ha rattristato la velocità con la quale avevo spiccato il
salto etico, non appena ne avevo avuto l'opportunità. Avevo commesso un crimine morale,
se non legale. E tuttavia l'esperienza era stata esaltante: per un po' mi ero crogiolata
nel potere e la gloria di aver portato a termine con successo un atto di pirateria
informatica.
Lunedì, sul tardi, Microsoft continuava a minimizzare l'assalto a
Hotmail, rilasciando alla Reuters la seguente dichiarazione: "Poichè abbiamo agito
tempestivamente, ci auguriamo che nessuno abbia subito danno ". Sì, buonanotte.
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