Franciacorta. Un nome che suona dolce, ed
evoca storie di cavalieri e paladini. Che si chiami così per merito di Carlo Magno, che
la trovò somigliante alla patria lontana, o perché, più prosaicamente, già nel
Medioevo i monasteri non pagavano le tasse, ed erano quindi "corti franche", un
fatto è certo: alla dolcezza del nome corrisponde la morbidezza di linee e colori di
questo paesaggio cosparso di ville, pievi e piccoli borghi. Brescia e le sue industrie
sono a pochi chilometri, ma qui la natura non è stata sconfitta dal cemento. Provate a
percorrere, in una bella mattina d'estate, la strada del Prosecco Doc, che si snoda da
Valdobbiadene a Conegliano, attraverso una serie ininterrotta di colline ricoperte di
vigneti.
State attraversando alcune delle vigne più belle d'Italia. A fondovalle ci sono i
seminativi, i campi coltivati. Poi a mano a mano che si sale cominciano i vigneti, che
formano un reticolo verde sopra le colline, e finiscono dove si aprono i boschi. Alcuni
sono così ripidi che ti domandi come si farà mai a lavorarli. In altre il lavoro di
generazioni e generazioni di vignaioli ha creato terrazzamenti che seguono l'andamento
delle curve di livello. E si continua così, senza soluzione di continuità, immersi nel
verde dei campi e delle vigne, collina dopo collina, per chilometri e chilometri. E poi
paesi che si raccolgono intorno al campanile e alle belle piazze, ville aristocratiche
come solo in Veneto se ne sono costruite, castelli e borghi antichi. E' la terra del
Prosecco, la marca trevigiana, dove si produce uno spumante assolutamente italiano
irripetibile in qualsiasi altra zona vinicola, per quanto blasonata, del mondo. Tante
sfumature di verde degradanti verso il lago d'Iseo, insinuato tra le montagne che si
alzano improvvisamente intorno. Al centro, Montisola, l'isola lacustre più grande
d'Europa, un piccolo paradiso naturale in cui le auto non hanno accesso, raggiungibile in
traghetto da Sulzano.
Sulle rive del lago la silenziosa riserva naturale delle Torbiere Sebine, dove, tra
ninfee e canneti, trovano rifugio anatre, folaghe e pendolini. Proprio al confine con le
Torbiere, si arrocca il paese d'Iseo, che ha mantenuto la sua struttura urbana medievale.
Si allarga a semicerchio tra le pendici del monte e il lago, in una raggera di vicoli che
arrivano al porto. Vale la pena di fermarsi ad ammirare almeno la Pieve di Sant'Andrea,
del V secolo, con il suo alto campanile in pietra calcarea. Ancora pochi passi, ed ecco la
distesa azzurra, su cui scivolano i tradizionali "naécc", le barche dei
pescatori. Ogni giorno scaricano sulla riva il loro bottino di persici, anguille, coregoni
e tinche.
Da qui si può costeggiare il lago verso nord, fino a Pisogne, in una successione di
paesini che sfilano nella loro serena bellezza. Poco prima di Sulzano, la penisoletta di
Montecolo offre uno splendido panorama, da ammirare prima di fermarsi a Sale Marasino,
dove, nella parrocchiale a croce greca, sono conservati affreschi seicenteschi.
Proseguendo verso Marone si incontrano i resti di una villa romana. Poi la provinciale
lambisce il parco delle "piramidi" di Cislano, frutto di un millenario processo
di erosione. Ancora pochi chilometri, ed ecco Pisogne, punto di scambio tra le vie del
lago e della Valcamonica. Il suo fiore all'occhiello è la Madonna della Pieve, con un
magnifico ciclo di affreschi del Romanino. A Lovere, sul lungolago, la tappa finale può
essere la Galleria dell'Accademia Tadini, una raccolta di porcellane e dipinti di scuola
veneta e lombarda, visitabile da maggio a settembre. Da Iseo ci si può anche addentrare
nel cuore della Franciacorta.
Fino a Provaglio, con il suo monastero di San Pietro in Lamosa, affacciato sulle
Torbiere. A un chilometro da Adro, Santa Maria del Favento custodisce interessanti
affreschi; nei pressi di Paratico, invece, si scorgono le rovine del castello Lentieri,
dove (forse) soggiornò Dante, e a Vanzago si ammira una cascina fortificata seicentesca,
messa sotto tutela artistica dalla Cee. Una tappa a Erbusco, per ammirare Villa Lechi,
esempio impeccabile di dimora residenziale palladiana del tardo '500, e a Rovato, dove, in
cima al monte Orfano, c'è il convento dell'Annunziata: 600 anni di vita, un affresco del
Romanino, un chiostro, un doppio loggiato con vista sulla pianura. Affacciarvisi è il
modo migliore per congedarsi dalla Franciacorta.
DOVE MANGIARE
Gussago
ARTIGLIERE
via Forcella, 6
tel. 0302 770 373
Chiuso: lunedì e martedì sera
Ferie: agosto e 15 gg. a gennaio
£. 55mila (vini escl)
C. di credito: CSì, Visa
Bella trattoria di campagna dove Davide Botta con professionalità e passione propone
una cucina moderna ma attenta alle tradizioni gastronomiche locali. Si inizia con insalata
di lonza affumicata su salsa tartara, una tenerissima insalata di polpo con patate o una
composta di fegato d'oca e fegatelli con marmellata di cipolle. Poi i primi: gnocchi alla
bresciana (gratinati al forno con gorgonzola), risotto con porcini e fegatini di pollo e
crespella aperta con asparagi. Secondi soprattutto di carne: un robusto filetto in crosta
di guanciale e spinaci o lombata di agnello arrosto in salsa di vino e mirtilli. Chi
preferisce il pesce potrà assaggiare la coda di rospo dorata in salsa allo zafferano.
Dolci senz'altro validi, con un interessante semifreddo alle noci e salsa al caramello e
pere in gabbia alle due salse. Lista dei vini veramente valida e servizio un po' in
affanno nei momenti di pienone.
Iseo (BS)
23 km da Brescia
Il Volto
via Mirolte, 33
tel: 030 981 462
Chiuso: giovedì a pranzo e mercoledì
Ferie: in gennaio e in luglio
Coperti: 50
L. 60.000 vini escl.
Carte di credito: CSi, Visa
Ristorante. Questo accogliente locale dalla piacevole ambientazione rustica, con
diverse sale, da quella con un bel bancone bar all'ingresso a quella con il camino,
riscuote vasti consensi. In effetti i prezzi sono molto onesti, sia per i cibi sia per i
vini, proposti in un'ampia carta. Abbiamo trovato in menu diversi piatti nuovi, ferme
restando alcune proposte consolidate, ma non tutto è andato come speravamo. Ottimo
stuzzichino di pesce persico marinato, poi terrina di trota e pan brioche, insalata di
orzo salmerino e ostrica, insalata tiepida di fegati, farfalle alla pasta di salame, una
splendida crema di piselli con gamberi di fiume (il miglior piatto della nostra cena),
lasagnette al salmì di lepre e testina di vitello, filetto di Sampietro con spinaci (non
molto convincente), petto d'anatra con cipolline glassate all'aceto balsamico, testina di
vitello al vapore con zenzero. Dolci leggermente inferiori alle aspettative: gratin di
zabaione all'arancia, torta di pere con salsa al ribes e panna cotta. Servizio
particolarmente garbato e cordiale.
Erbusco (BS)
22 km da Brescia
Gualtiero Marchesi
via V. Emanuele, 11
% 030/7760562
Chiuso: domenica sera e lunedì
Ferie: 1-31/1
Coperti: 60
L. 170.000 vini escl.
Ristorante. Ma dov'è finito il sapore? È quello che ci siamo chiesti al termine del
seguente menu degustazione primaverile (160mila lire, per un minimo di due persone) di
Gualtiero Marchesi: asparagi al tartufo con vellutata di asparagi, tagliatelle al burro di
basilico con noci di capesante, filetti di triglia in foglie di porri e tartufo di Norcia,
fritto di code di scampi e verdure in salsa agrodolce (il piatto migliore, di
straordinaria pulizia e chiara derivazione orientale), agnello da latte con patate e
carciofi (in alternativa c'era il petto di quaglia farcito in crosta), formaggi da
scegliere dal carrello (certo non ricchissimo), soufflé alla vaniglia con frutta candita
al rhum. Tutti piatti tecnicamente perfetti (a parte le tagliatelle, un po' passate di
cottura), ma anche privi di mordente e non indimenticabili. Forse perché, come spesso
accade da Marchesi, sono il frutto di una cucina concepita più per la mente che per il
cuore (e la gola). Decisamente migliore l'esito di una seconda prova, dove abbiamo scelto
tra le proposte della carta la zuppa di vongole al cerfoglio, il classico, impeccabile
riso allo zafferano, il galletto bollito al profumo di soja ed erbe fresche, l'orata con
verdure croccanti e prosciutto di Langhirano e un semplice quanto fantastico tortino al
cioccolato. La razionale carta dei vini, ricca e completa sia nel settore italiano sia in
quello internazionale, merita un punto in più, oltre a un bonus per l'ampia possibilità
di ordinare vini al bicchiere. Il servizio di sala è di grande professionalità
(bravissimo, in particolare, il giovane sommelier giapponese.
La Mongolfiera dei Sodi
via Cavour, 7
tel: 030/7268303
Chiuso: giovedì
Ferie: 1-10/1; in agosto
Coperti: 40
L. 75.000 vini escl.
tutte P L
Ristorante. In una bella cascina con grande portico restaurata con gusto la famiglia
Coppini presenta piatti con suggestioni che vanno dalle tradizioni lombarde a quelle
toscane. Buoni i crostini e i flan di verdure, delicati i filetti di faraona in escabece,
invitanti la sfogliatina tiepida di porri e fegato di coniglio, la cipolla tartufata e lo
stoccafisso mantecato. Per continuare, gustosi e raffinati tortelloni di ricotta e spinaci
al burro versato, ribollita o minestra di farro, trippa alla milanese, fagiano disossato,
il fragrante cervello dorato, brasato di manzo in salsa di sole verdure e alcune invitanti
pietanze di pesce. Sezione cibi grigliati: a vostra scelta la "fiorentona dei
Sodi" e la "costatina di manzo". Mousse, sorbetti, gelati, crème brulée,
crêpes alle mele il dolce finale. La carta dei vini è ben presentata e propone
essenzialmente vini della Franciacorta e qualche rosso toscano.
DOVE DORMIRE
Iseo
I DUE ROCCOLI
via Silvio Bonomelli
località Celline
tel. 0309 821 853
Ferie: gennaio/febbraio
£.190mila doppia,
prima colazione inclusa
C. di credito: tutte
Sulla strada per la Valtrompia, in posizione panoramica sul lago, immerso in un bel
parco. Piscina e campo da tennis. Tredici camere confortevoli e ristorante con prodotti
biologici. Relax assicurato.
Erbusco (BS)
22 km da Brescia
L'Albereta
bbbb
via V. Emanuele, 11
tel: 0307 760 550
e-mail: albereta@ terramorett.it
Ferie: 1-31/1
Camere: 44
Doppia: 195/890mila
Fascinoso relais immerso nel verde, nei pressi dei vigneti dell'azienda vinicola
Bellavista. Gli ambienti comuni sono arredati splendidamente così come le camere (doppie
o doppie uso singola), che godono tutte di una vista meravigliosa. I bagni in marmo
offrono asciugacapelli, ricco set cortesia, vasca con idromassaggio, accappatoio e
scaldasciugamani. Piscina coperta con grandi vetrate e idromassaggio, sauna, piccola
palestra, tennis e mountain bike. Convenzione con il vicino Franciacorta Golf Club. Da
segnalare anche il servizio di limousine e il ristorante di Gualtiero Marchesi annesso,
dove si mangia ad alto livello.
ARTIGIANATO
Rovato
FRATELLI MARTINELLI
via Vantini, 6
tel. 030/721024
I Martinelli hanno un'azienda che si occupa della stagionatura del Quartirolo,
formaggio Doc della zona. Vendono sia all'ingrosso che al dettaglio.
LA RICETTA
Cotoletta alla milanese
Ingredienti per due persone: 2 cotolette con l'osso ricavate dal
carré di vitella di latte del peso di circa 250 g l'una; mollica di pane grattugiata
ottenuta da 8 fette di pancarré; 1 uovo; 100 g di burro chiarificato; sale.
Ripulite le cotolette da parti grasse e nervetti scartando la
parte che si stacca naturalmente e mettendo a nudo l'osso. Con un coltellone spuntate
l'osso nella parte inferiore in modo da eliminare quella specie di sperone sporgente.
Incidete leggermente in due punti il perimetro della carne in modo che
non si arricci durante la cottura e battetela con il batticarne ma molto delicatamente
soltanto per pareggiarne lo spessore e non per appiattirla. Non salatela assolutamente.
Eliminate la crosta tutto intorno alle fette di pancarré e
spezzettatele. Premete i pezzetti di mollica contro un setaccio a maglie larghe in modo da
sbriciolarla finemente. Si può ottenere un ottimo risultato anche frullando il pane nel
mixer per un paio di minuti.
Distendete il pane in un foglio di carta e lasciatelo asciugare per una
mezz'ora all'aria. Rompete l'uovo in una terrina, sbattetelo con una forchetta senza
salarlo e passatevi le cotolette senza bagnare l'osso sporgente.
Passate le cotolette nel pane premendo bene con la mano aperta in modo
che il rivestimento sia uniforme (anche nei bordi) e l'impanatura non si stacchi in
Mettete il burro in una padella (consigliabile quelle di rame o quelle
classiche da frittura, di ferro) non troppo grande in modo che il burro fuso sia alto
circa un cm. Quando il burro è ben caldo, salatelo e deponetevi la cotoletta e lasciatela
cuocere per 5-6 minuti.
Quando si sarà formata una crosticina dorata, giratela senza bucarla con la forchetta
e lasciatela cuocere per altrettanti minuti anche dall'altra parte. Giratela una sola
volta e, quando è pronta, tiratela su e passatela sulla carta da cucina prima di servirla
caldissima, leggermente spruzzata di sale.
Cotoletta alla viennese
Alcuni fanno risalire l'origine della cotoletta all'occupazione
austriaca di Milano e ritengono quindi che questa preparazione sia una derivazione dalla Wienerschnitzel,
la tipica cotoletta alla viennese. Pare che le cose si siano svolte in maniera del tutto
diversa. Durante l'occupazione austriaca di Milano, il maresciallo Radetzky, in un
rapporto inviato a Vienna sulla situazione militare e politica della città, citava
marginalmente anche la cotoletta, decantandola come una delle glorie della cucina
meneghina. E i cuochi imperiali, incuriositi da questa preparazione, se ne fecero
raccontare la ricetta e, rielaborandola, crearono la Wienerschnitzel: una fetta di
fesa di vitella, larga e sottile, impanata, fritta nello strutto o nell'olio e servita
sormontata da una fettina di limone e da un filetto di acciuga. Magari la storia non è
proprio vera ma ci piace credere che sia andata così.