| Sachertorte e Terlaner Weinsuppe nell'isola
        felice di Merano    
 
 
  Merano è una città "sui
        generis", nella quale convivono armonicamente due identità totalmente diverse, in
        apparenza difficilmente conciliabili: da una parte l'anima storica, che si esprime nelle
        sobrie architetture nordiche del centro storico, dall'altra, l'anima turistico-mondana,
        che celebra i suoi fasti nella "città di cura" (der Kurort), rinomata a livello
        internazionale ed intensamente frequentata. Il clima eccezionalmente mite (la conca
        meranese è riparata dai venti settentrionali dal Monte Benedetto o Segenbühel, e dalle
        cime del Gruppo di Tessa), la salubrità dell'aria e la presenza di sorgenti termominerali
        hanno fatto sì che sin dall'antichità questa zona fosse considerata una sorta di
        "isola felice" nel cuore dell'arco alpino. 
 L' "esplosione" turistica di Merano risale al 1836, quando il medico viennese
        Josef Huber decantò in una sua pubblicazione i benefici effetti della "cura
        dell'uva". Le autorità locali ed il governo asburgico seppero far tesoro di questa
        pubblicità, e già nel 1850 venne istituita l'Azienda di Cura; i visitatori divennero
        sempre più numerosi, e lo sviluppo delle attività legate al turismo fu così rapido e
        consistente che l'abitato si espanse fino ad inglobare i villaggi di Maia Alta (Obermais)
        e Maia Bassa (Untermais). Accanto all'antica città gotica ne sorse un'altra,
        austroungarica e Liberty, colorata e scenografica, monumentale e rappresentativa.
        Collaborarono alla sua creazione insigni architetti austriaci e tedeschi dell'epoca (tra
        gli altri, Weber, von Schmidt, Wolmer, Dülfer, Chabert, Langheinrich, Ohmam), e
        l'urbanista Theodor Fischer.
 
 Nel nuovo tessuto urbano, a completare questo ideale scenario "belle époque",
        un ruolo fondamentale fu dato al verde, e la "città di cura" venne costellata
        di alberi e vegetazione mediterranea, di fiori, di curatissime siepi; a questo proposito
        ricordiamo la Passeggiata Lungo Passirio, che conduce al Lido, le Passeggiate d'Inverno e
        d'Estate, la Passeggiata Gilf con il suo piccolo e suggestivo Belvedere, la Passeggiata
        Tappeiner, che si arrampica sul versante del Monte Benedetto e giunge fino al Castel
        Torre, presso Tirolo; e ancora, il Parco Schiller, e i tanti giardini, da quelli della
        stazione a quelli della residenza Kalmünz.
 
 In questa parte dell'abitato si trovano anche il moderno Centro Termale, il Casinò
        Municipale ed il grandioso Ippodromo (costruito nel 1935), dove si svolge tra l'altro il
        famoso Gran Premio abbinato alla lotteria nazionale, nonché alcuni importanti edifici di
        epoca precedente alla costruzione della città di cura: è il caso del santuario medievale
        di Santa Maria del Conforto a Maia Bassa e della chiesa gotica di Santo Spirito (XV
        secolo), nella quale sono conservati affreschi di Ambrogio Gander ed un polittico ligneo
        di Jorg Lederer. Oltre il fiume Passirio c'è il centro storico, corrispondente al nucleo
        originario della città; oggi come oggi gli studiosi non accettano più la tradizionale
        identificazione di Merano con la romana Statio Maiensis o Miensis, e per avere notizie
        certe dobbiamo arrivare all'857 d. C., quando troviamo la località citata come Meirania.
 
 Vista la sua posizione strategica nel quadro delle comunicazioni regionali, il villaggio
        divenne un importante borgo mercantile, e nel XIII secolo venne eletta capitale della
        contea di Tirolo. Quando nel 1363 gli Asburgo-Tirolo trasferirono la sede ducale ad
        Innsbruck, iniziò un periodo di decadenza, aggravato dalla micidiale successione di
        inondazioni che colpirono la città nei secoli successivi. Solo con la valorizzazione
        definitiva della sua vocazione turistica Merano riuscì a risorgere dalle sue ceneri,
        divenendo anzi sinonimo di esclusività sociale e raffinatezza, e meta privilegiata
        dell'élite borghese ed intellettuale tedesca, austriaca ed ungherese.
 
 Come abbiamo già avuto modo di dire, la radicale trasformazione urbanistica avvenuta a
        partire dall'Ottocento non ha fortunatamente "inghiottito" la città vecchia, il
        cui centro ideale è il Duomo gotico, dedicato a San Nicolò. La chiesa, la cui
        costruzione durò dal 1367 al 1495, è sormontata da un campanile alto ben 83 metri;
        all'interno si trovano pregevoli dipinti (citiamo in particolare quelli di Martin
        Knoller), sculture ed arredi, per lo più risalenti ai secoli XV e XVI. Da vedere anche, a
        pochi passi di distanza dal Duomo, la chiesa gotica di Santa Barbara. Altri elementi
        nodali del nucleo storico sono la Piazza del Teatro (in questo caso, Teatro Puccini), che
        è un po' il "salotto" della città, il Corso della Libertà, la medievale via
        dei Portici (la più lunga delle antiche"strade-mercato" sudtirolesi), la via
        delle Corse con la Porta Venosta, la caratteristica Piazza del Grano, nella quale si
        trovano i resti dell'antico Convento delle Clarisse, ed infine la via Galileo Galilei,
        percorrendo la quale si arriva al Castello Principesco (Landesfürstliche), costruito nel
        XV secolo dal duca Sigismondo il Danaroso: particolarmente interessanti gli ambienti della
        residenza, con begli affreschi, arredi e rivestimenti lignei d'epoca.
 
  Merano
 Villa Mozart
 Via S. Marco, 26
 Tel. 0473/30630
 Giorno di chiusura:
 Ferie: da novembre a marzo
 Carte di credito: AE, CSi, DC, Visa
 Anche se "orfano" del ristorante, Villa Mozart rimane uno degli alberghi più
        belli d'Italia: soltanto 10 camere, curate in ogni dettaglio, tutte in un perfetto
        Jugendstil, giocato su un rigoroso geometrismo basato sul bianco e nero. Il servizio è
        all'altezza della classe dell'albergo. Il complesso è situato in una stradina lontana dal
        traffico, in un bel parco immerso nella più assoluta quiete. Il pernottamento con prima
        colazione costa 150mila lire, 205mila lire la mezza pensione.
 Merano
 Andrea
 Via Galilei, 44
 Tel. 0473/37400
 Giorno di chiusura: lunedì
 Ferie: tre settimane in febbraio
 Carte di credito: AE, CSi, DC, Visa
 Andrea Hellrigl, il creatore di quello che è uno dei classici della ristorazione
        altoatesina, nonché il miglior locale della città, si è ormai trasferito a New York, ma
        ha lasciato la sua "creatura" in buone mani, quelle dello chef Walther
        Oberrauch, brillantemente coadiuvato dal maître Pepi Northdurfter. Per chi voglia
        pasteggiare in una cornice caratteristica, al piano superiore c'è anche una classica
        Stube, per pochi intimi. La proposta gastronomica è ad alti livelli, ed ai piatti della
        tradizione si affiancano valide proposte di cucina creativa ed internazionale.
 
 
 Merano
 Dolomiten
 Via Haller, 4
 Tel. 0473/36377
 Giorno di chiusura: mercoledì
 Ferie: gennaio e 10 gg. in luglio
 Carte di credito: CSi, EC, MC, Visa
 Questa antica trattoria ha mantenuto tutte le caratteristiche dei tempi andati, compresi i
        prezzi veramente "da trattoria". E se siete entrati in un posto come questo
        convinti di trovare una cucina casalinga e rispettosa della tradizione, ebbene, le vostre
        aspettative non rimarranno deluse.
 
 
 Merano
 Flora
 Via Portici, 75
 Tel. 0473/31484
 Giorno di chiusura: domenica
 Ferie: dal 15/1 al 28/2
 Carte di credito: AE, Bancomat, CSi, DC, EC, MC, Visa
 Il Flora è un locale di livello, gestito dal valente Louis Oberstolz, che dopo varie
        esperienze all'estero ha trasfuso qui tutto il suo bagaglio di cultura gastronomica. Tra
        le sue più interessanti creazioni, ricordiamo la Liguria di vitello e cuori d'insalata
        all'aceto balsamico, nonché la serie delle paste fatte in casa, tutte ugualmente
        raccomandabili, fra le quali spicca quella bianca e nera con gamberi ed erbe. La cucina
        del Flora chiude a mezzanotte, un orario strabiliante per queste parti, dove normalmente i
        locali non accettano clienti dopo le 21.30. I prezzi corrispondono alla qualità
        dell'offerta.
 
 
 Merano
 Sissi
 Via Plankestein, 3
 Tel. 0473/31062
 Giorno di chiusura: lunedì
 Ferie: variabili
 Carte di credito: no
 Ogni giorno viene proposto un solo menu, ma se qualcuno dei piatti proposti non è di
        gradimento del cliente, può essere sostituito con qualcos'altro. Il servizio è molto
        gentile e premuroso; più che buona la carta dei vini, dove ovviamente non mancano
        etichette piemontesi, e conto abbordabile.
 Merano
 Terlaner Weinstube
 Via Portici, 231
 Tel. 0473/35571
 Giorno di chiusura: mercoledì
 Ferie: tra gennaio e febbraio
 Carte di credito: CSi, Visa
 La Terlaner Weinsuppe è uno dei piatti più conosciuti della provincia di Bolzano; nella
        versione "filologicamente" più corretta viene preparato con brodo di carne,
        tuorlo d'uovo, un filo di panna e un bicchiere di vino bianco di Terlano; tocco finale,
        una spolverata di cannella e pane tagliato a dadini. E questo è, naturalmente, uno dei
        piatti che non mancano mai in questo piacevole locale del centro di Merano.
 
 
 Merano
 Caffè König
 C.so Libertà, 168
 Tel. 0473/37162
 Fondato nel 1893, è indubbiamente uno dei locali più eleganti di Merano; da quattro
        generazioni la famiglia König sforna golosità di vario genere per la gioia degli
        affezionati clienti. Da non perdere la piccola pasticceria da the, lo strudel, la Sacher e
        le numerose torte a base di panna, con o senza frutta.
 Merano
 Castel Rametz
 Loc. Castello Rametz
 Tel. 0473/292222
 Questa grande azienda vinicola ha sede nel castello al quale deve il nome, una vasta villa
        merlata risalente al XVI secolo e radicalmente restaurata nell'Ottocento. Ai pochi ettari
        di vigneto di proprietà si sono recentemente aggiunti i terreni di Castel Monreale, 22
        ettari nel comune di Faedo, al confine fra Trentino ed Alto Adige. I nuovi vigneti sono
        stati impiantati con criteri moderni e rigorosi, allo scopo di ottenere esclusivamente uve
        di qualità. Altro segnale del nuovo corso dell'azienda è la scelta, come consulente, di
        Giorgio Grai, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni. Da questa collaborazione
        sono nati un Riesling secco e piacevolmente acidulo, e due Cabernet (Riserva e Riserva
        Privata) pieni, tipici e dotati di notevole carattere. Dalle uve dei nuovi vigneti di
        Faedo è stato ottenuto il Cesuret, un buon vino da tavola a base chardonnay.
 
 
 
  
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