"Spesso l'orizzonte è alle nostre spalle". Scritta da Tonino Guerra, questa
frase ben si adatta a Rimini e alla riviera romagnola. Valore culturale e storico di
questa terra stanno infatti annidati proprio in direzione opposta all'orizzonte marino,
sopra le colline della Valmarecchia, immenso patrimonio naturale e monumentale fra i più
singolari d'Italia. La storia comincia già nel IX secolo a.C., quando intorno al paese di
Verrucchio fiorì una raffinatissima civiltà. Ma sono Medioevo e Rinascimento a lasciare
i maggiori segni, in particolare a seguito dello scontro-confronto tra i Malatesta,
signori di Rimini, e i Montefeltro, di origine marchigiana. Tappa iniziale d'obbligo è Santarcangelo
di Romagna. Paese speciale dalla doppia anima, popolare e nobile, intatto nel nucleo
medioevale disteso sul colle chiamato Monte Giove, è rinomato soprattutto per il Festival
del Teatro di Strada organizzato di solito agli inizi di luglio.
La sua Rocca malatestiana, uno dei capisaldi del sistema difensivo, è
a pianta quadrata e risale al 1386. Sotto la città, un vero e proprio reticolo di grotte
tufacee usate oggi come ripostigli e magazzini. Ai piedi della città, la Stamperia
Marchi, celebre bottega artigiana per la stampa "a ruggine" della stoffa, antico
sistema di colorazione. In questa bottega, la cui struttura è del 1633, si può osservare
uno dei più antichi esempi di pressa primitiva, già in uso presso i Romani: è il
Mangano, unico esemplare esistente al mondo. Lasciato il paese, direzione San Marino, Verucchio
domina la vallata fino al mare e, per tale posizione strategica, fu scelto dai Malatesta
come luogo di una potente fortezza intorno alla quale nacque il borgo; mentre a sceglierlo
millenni prima, anche per la fertilità delle sue terre, è stato chi vi ha lasciato ampie
testimonianze.
A poca e suggestiva distanza verso l'interno (il paesaggio è
incantevole), Montebello è "Mons belli", monte della guerra. Strappata
ai Montefeltro nel 1393 dopo una battaglia sanguinosissima, la Rocca del XII secolo è una
tra le meglio conservate. Riportata all'antico splendore grazie all'investimento fatto
dagli eredi dei Guidi di Bagno, famiglia di origine quattrocentesca, e alla cura della
signora Welleda Tiboni, un'antropologa che la abita, la costruzione custodisce gioielli
dell'artigianato e pezzi d'arredo italiano preziosissimi che spaziano dal '400 al '700. Su
di lei aleggia un fantasma, quello di Azzurrina, la figlia del comandante del maniero
scomparsa misteriosamente, inghiottita da un cunicolo nel 1735, che continua ad apparire
con le sue risate infantili la notte del 21 giugno di ogni anno terminante con lo zero o
con il cinque.
Attraverso Rimini e la costa, dalla Valmarecchia alla Valconca, che
domina il mare tra Riccione e Cattolica. Paesaggio meno impervio, decisamente più dolce e
un insieme di promontori tra i quali spicca il paese di Montefiore con l'imponente
Rocca. Cinque chilometri prima di arrivarci, Gemmano vale una sosta per le Grotte
di Onferno (dell'Inferno), immaginate come ingresso agli inferi e in realtà importanti
per il loro valore scientifico (il complesso si apre su un affioramento risalente a 5-6
milioni di anni fa) e come grotte dei gessi. Costruita nel 1340 su incarico di Galeotto
Malatesta, la Rocca di Montefiore custodisce diversi affreschi di Jacopo Avanzi. Anche qui
i fantasmi: quello di un soldato senza testa e quello di una donna che piange.
RISTORANTI
Santarcangelo di Romagna (RN)
11 km da Rimini
La Sangiovesa
via Saffi, 27
tel.: 0541/620710
Chiuso: lunedì; aperto solo la sera
Ferie: mai
Coperti: 150
L. 45.000 vini escl.
È un locale suggestivo, frutto del sapiente e accurato restauro
dell'antico palazzo Nadiani nel cuore del paese. Attraverso la "Bottega della
Sangiovesa", dove sono in vendita prodotti tipici (olio, marmellate, distillati e
vini), si accede all'osteria e al ristorante, tutto articolato in numerose sale (anche per
non *fumatori) ognuna con una propria storia e fascino particolare (bonus). La cucina
rispecchia l'antica tradizione regionale: come antipasti salumi di Romagna, squacquerone e
rucola, crostini misti; di seguito pasta e fagioli, stringhetti con funghi carciofi e
spinaci o al formaggio di fossa, squisite tagliatelle della Minghina. Tra i secondi
l'ottimo scortichino di filetto alla Conte Nadiani e un sostanzioso fritto dell'Arzdora
(misto di carne e verdure). I dolci sono casalinghi, piuttosto robusti e calorici: crema
della casa in scodella, ciambella di Romagna, torta alla ricotta. Da ricordare che al
piano nobile del Palazzo Nadiani la Dolce Sangiovesa offre nelle sue sale dai soffitti
affrescati degustazione di vini, caffetteria e dolci.
Verucchio (RN)
15 km da Rimini
Casa Zanni
loc. Villa Verucchio
via Casale, 205
tel.: 0541/678449
Chiuso: martedì (in inverno)
Ferie: mai
Coperti: 300
L. 35.000 vini escl.
Trattoria. Offerta molto varia: trattoria, macelleria, cantina e
caffè-bar, un bel patio estivo nel verde e un grande camino sempre acceso. Classici
piatti della tradizione romagnola: salumi misti, prosciutto di Carpegna, tomini al forno
con melanzane; buone tagliatelle al ragù, gnocchi all'ortolana, ravioli burro e salvia,
ottime carni ai ferri. Il tutto accompagnato da una superba piadina, da un buon vino della
casa e da un servizio affabile ed efficiente.
ALBERGHI
Santarcangelo di Romagna
HOTEL DELLA PORTA
via Andrea Costa, 85
tel. 0541/622152
Ferie: mai
lire. 120mila doppia,
prima colazione inclusa
C. di credito: tutte
Due vecchi mulini riadattati. Nella dependance quattro camere
deliziose: mobili antichi dal sapore campagnolo, soffitto affrescato con effetto
"trompe l'oeil".
Rimini
ESEDRA
v.le Duilio, 3
tel.0541/23421
Ferie: mai
lire 120mila doppia,
prima colazione inclusa
C. di credito: tutte
In una bella villa fine secolo, avvolta da un grazioso giardino. Stanze silenziose, ampie,
luminose, arredate in modo semplice. Grande terrazza all'ultimo piano ideale per i bagni
di sole.
ARTIGIANATO
Gambettola
ANTICA BOTTEGA PASCUCCI
via Verdi, 18
Tovaglie, lenzuola, copriletti e asciugamani realizzati con i sistemi di un tempo nella
capitale delle tele stampate.
Capocolle Bertinoro
BABBI
via Caduti di via Fani, 80
I leggendari waferini Babbi sono venduti allo spaccio della fabbrica (chiuso sabato e
domenica; aperto dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18).
Coniglio in porchetta
Ingredienti per 6 persone: 1 coniglio completo di fegato del
peso di circa 1,2 kg; 300 g circa di finocchietto selvatico fresco; 100 g di pancetta; 4
spicchi d'aglio; 3 cucchiai d'olio extravergine d'oliva; 1/2 bicchiere di vino bianco
secco; maggiorana; rosmarino; sale e pepe.
Svuotate il coniglio, privatelo della testa e lasciatelo per un'oretta
sotto l'acqua corrente quindi lavatelo e asciugatelo anche internamente. Mondate e lavate
il finocchietto conservando solo la parte verde e scottatelo per pochi minuti in poca
acqua salata in ebollizione, aromatizzata con gli spicchi d'aglio quindi scolatelo e
tagliuzzatelo grossolanamente (conservate qualche cucchiaio dell'acqua di cottura).
Scaldate un cucchiaio d'olio in una padella e fatevi soffriggere la pancetta tritata.
Quando è dorata, unitevi il fegato del coniglio tagliato a dadini e, dopo pochi minuti
unite anche il finocchietto. Insaporite con sale, pepe e con qualche fogliolina di
maggiorana e lasciate soffriggere il finocchietto fino a quando si sarà asciugato.
Spolverate il coniglio di sale e pepe anche all'interno e riempitelo con il composto di
verdura quindi cucite l'apertura con ago e filo bianco e sistematelo in una teglia.
Contornatelo con due rametti di rosmarino, oliatelo leggermente e versate il vino sul
fondo della teglia. Mettete il coniglio nel forno già caldo a 180° e lasciate cuocere
per circa un'ora e mezzo. Durante questo tempo, girate ogni tanto il coniglio, bagnatelo
con il sugo che si sarà formato e con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura del
finocchietto. Una volta pronto, lasciatelo un po' intiepidire quindi svuotatelo,
tagliatelo a pezzi e servitelo con il ripieno come contorno. Potete servirlo caldo o
tiepido ma è ottimo anche freddo.