Houllebecq, quando la letteratura
anticipa la realtà
Elisabetta Ambrosi
Articoli collegati:
La speranza è un Euro-islam
liberale
In cerca di una chiave di lettura
Houllebecq, quando la
letteratura anticipa la realtà
“I primi soccorsi giunsero dopo una decina di minuti, da Krabi;
si diressero subito verso il centro ricreativo. La bomba era esplosa
nel Crazy Lips, il bar più frequentato, e nel momento della massima
affluenza; era stata nascosta in uno zainetto lasciato a pochi metri
dalla pista da ballo. […] Il medico mi disse che il bilancio dell’attentato
era agghiacciante: fino a quel momento i morti erano
centodiciassette; era la prima volta che in Asia veniva compiuto un
attentato turistico così sanguinario”. L’ultimo
libro di Michel Houllebecq, giovane e provocatorio scrittore
francese, Piattaforma, scritto appena un anno fa, mi è
ritornato improvvisamente alla mente sentendo la sconvolgente
notizia del recente attentato a Bali.
Per la verità, il libro di Houllebecq non era mai scomparso né dai
miei pensieri né dalla cronache dei giornali. Appena uscito, aveva
colpito e scandalizzato molti per la sua storia intensa: una storia
che provoca brividi di rifiuto, ripulsa e al tempo stesso blocca la
protesta in gola, perché racconta un desiderio, una passione che
poche persone possono dire di non avere. Piattaforma è
infatti il racconto della ricerca di un abbandono fiducioso al
mondo, di una riconciliazione completa con il proprio corpo e con la
propria sessualità - strumento da utilizzare fin nelle corde più
estreme - di un addio definitivo ai pudori, ai divieti o anche alle
tradizioni legate alle modalità di esprimere la propria vita
sessuale (con chi, come e quando lo si dovrebbe fare, come se la
passione fosse un fatto da sezionare e regolamentare).

La storia di Michel
Michel, il protagonista di Piattaforma, un buon lavoro e una
buona casa a Parigi, conosce una giovane donna francese, Valérie,
durante un viaggio in Asia. Dopo poco tempo si ritrovano a vivere
insieme. Diversi tra loro, sono però accomunati da una passione
fisica intensa, descritta da Houllebecq con soavità fin nei
particolari, e da una identica visione del mondo: la vita nelle
metropoli occidentali è faticosa, innaturale, degenerata, sempre
più insicura e minacciata dalla violenza. Al contrario l’Asia, la
generosità delle donne asiatiche, la loro intatta capacità di far
provare piacere, a differenza delle ormai frigide donne europee,
testimonia invece di un rapporto con la natura diverso, che forse è
l’unica strada di uscita dalla degradata “condizione umana
occidentale”.
“Non sono io a essere strana, è la gente che mi sta intorno.
Dimmi, hai veramente voglia di comprarti una Ferrari cabrio? Una
casa a Deauville per il sabato e la domenica - ovvero destinata ad
essere svaligiata nei giorni feriali? Hai davvero voglia di lavorare
novanta ore la settimana fino a quando avrai sessant’anni? Di
pagare metà dello stipendio in tasse che servono a finanaziare
operazioni militari nel Kossovo o piani di recupero delle periferie?
Qui si sta bene; c’è tutto quello che serve per vivere. L’unica
cosa che può offrirti il mondo occidentali sono i prodotti firmati.
Se credi ai prodotti firmati, allora fai bene a restare in
Occidente; se invece non ci credi, la Thailandia è piena di
imitazioni perfette”.
Così Valérie spiega la decisione comune della coppia prima di
aprire una catena di villaggi turistici in Thailandia,
significativamente chiamati Aphrodite, in grado di permettere la
libertà del corpo e l’abbandono rilassato alla natura. E poi la
decidione di trasferirsi a vivere direttamente lì. L’epilogo
tragico della storia arriva improvviso, preannunciato solo un
macabro avvertimento di due turisti uccisi e mutilati pochi giorni
prima dell’inaugurazione: pochi mesi dopo l’apertura della
catena dei villaggi, che ottiene grandissimo successo, un gruppo di
fondamentalisti islamici organizza un attentato che uccide centinaia
di persone, tra cui la stessa Valerie. Michel si lascia morire
consumato dall’odio e dal desiderio di vendetta.
Houllebecq sotto processo
Apologia della prostituzione (“Che benedizione, mi dissi,
queste dolci puttane thailandesi; un dono del cielo, una vera manna”),
esaltazione del turismo sessuale (“La gente ha bisogno di
sesso, tutto qui, solo che ha paura di ammetterlo”): queste le
prime gravi accuse che una parte dell’opinione pubblica ha rivolto
a Houllebecq all'epoca dell'uscita del romanzo. Ma c’è di più: l’autore
del libro è stato messo sotto processo, al pari di Oriana Fallaci,
perché accusato, a causa di una intervista rilasciata ad una
rivista francese, di istigare al razzismo e all’odio verso la
religione musulmana.
E' stata quell'intervista, e non direttamente Piattaforma, a
causare la messa sotto processo di Houllebecq, che tuttavia anche
nel libro non evita giri di parole: “L’Islam aveva rovinato
la mia vita, e l’Islam era certamente qualcosa che potevo odiare;
nei giorni segeunti mi sforzai di provare odio per i musulmani. Vidi
che ci riuscivo benissimo, e ripresi a interessarmi dell’attualità
internazionale. Ogni volta che leggevo o sentivo che un terrorista
palestinese, o un bambino palestinese, o una donna incinta
palestinese, erano stati riempiti di piombo nella strscia di Gaza,
provavo un brivido di entusiasmo all’idea che ci fosse un
musulmano in meno sulla faccia della terra. Sì, in quel modo si
poteva benissimo vivere”- queste le parole di Michel,
pronunciate, tuttavia, da un uomo a pochi giorni dell’assassinio
della sua amata compagna di vita, unico motivo di riscatto della sua
amara esistenza di occidentale.
Bisogna ricordare, però, che, se è vero che la condanna di
Houllebecq dell’islamismo , nella sua espressione fondamentalista,
appare senza appello, parole non meno dure sono riservate
dall'autore all’Occidente (e implicitamente al cristianesimo). “Rimarrò
fino all’ultimo un figlio dell’Europa, dell’ansia e della
vergogna; non ho alcun messaggio di speranza da comunicare. Per l’Occidente
non nutro odio, tutt’al più immenso disprezzo. So soltanto che,
dal primo all’ultimo, noi occidentali puzziamo di egoismo, di
masochismo e di morte. Abbiamo creato un sistema nel quale è
impossibile vivere; e, come se non bastasse, continuiamo ad
esportarlo”: queste le ultime parole di Michel.
Una “metafisica della sessualità”
Al di là delle accuse di anti-islamismo a Houllebecq (che
personalmente ritengo assai meno fondate di quelle invece rivolte
alla Fallaci), la storia di Michel in Piattaforma ha tuttavia
ben poco di storico: essa è soprattutto un pretesto per raccontare
l’esistenza, una metafora attraverso la quale Houllebecq racconta
la sua immagine della vita, priva di senso a meno che una passione
assoluta non riesca a riscattarla: ed è una passione che passa per
i sensi, e che vede nell’orgasmo l’unica immagine di pienezza
disponibile e fruibile.
Non tanto una critica al fondamentalismo, dunque, è il libro di
Houllebecq, quanto una vera e propria metafisica della
sessualità; ed è semmai su questo punto che il libro va
criticato: come tutte le metafisiche, infatti, si fa portatore della
ricerca di un meccanismo, in questo caso quello sessuale, che ci
permetta di uscir fuori, seppure, appunto, per lo spazio di un
orgasmo, dalla durezza della condizione umana, ricoprendo tutto il
resto dell’esistenza di un’ombra buia, oscurando la realtà, le
sue articolazioni, la complessità della vita.

Che il libro sia espressione di una vera e propria
metafisica è confermato da due altri elementi. In primo luogo, dall’epilogo:
l’attentato islamico, che qui non ha nulla di reale, è solo un escamotage
per impersonare un elemento che nella metafisica non può essere
assente, e cioè il nemico, il male, permettendo all’autore di
cullarsi nell’illusione di una persecuzione che in verità non
esiste (a maggior ragione oggi nel mondo secolarizzato e
individualista).
In secondo luogo, dall’appello ad un concetto di “natura”
incontaminata, un’idea semplice, inarticolata, che si sottrae alla
discussione, alla trattativa, al tentativo doloroso di trovare delle
distinzioni e delle zone di grigio all’interno di una realtà
assai confusa com’è sempre quella delle faccende umane. Non è un
caso, infatti, che ad un certo punto la protagonista del libro,
Valerie, si dichiari quasi stordita dall’orrore che le suscitano
pratiche sessuali sadomasochiste, giudicate senza mezzi termini
schifose, e costringa Michel a portarla, semisvenuta, fuori dal
locale nel quale si volgevano le pratiche.
“Michel…mi trovi troppo conformista?” chiede Valerie
con occhi ingenui. “Niente affatto, anche a me faceva schifo
quella roba”, risponde Michel. Se pure c’è probabilmente
del vero nel fatto che il sesso sadomasochista è fatto, come dicono
i protagonisti, da persone sole e chiuse nei loro rivestimenti di
pelle, incapaci di contatto fisico e di abbandono, la conclusione
dei due protagonisti (che fanno sesso a gruppi, con prostitute, con
amici) suona forse un poco semplificatoria (e presuntuosa): “È
molto più semplice di quello che si potrebbe pensare…c’è la
sessualità delle persone che si amano e c’è la sessualità delle
persone che non si amano”. La metafisica, si sa, non ama le
cose complicate.
Il vero scandalo di Piattaforma
Dunque, sebbene l’avvenimento di Bali sembri confermare il
contrario di quanto detto finora, e cioè che Piattaforma
abbia anche e soprattutto una portata storica, e nonostante la
violenza del fondamentalismo islamico sia sotto i nostri occhi, e in
misura crescente (e vada affrontata con tutti i mezzi possibili),
continuo a ritenere che la “realtà” non abbia molto a che fare
con il libro di Houllebecq: anzi, forse l’autore sbaglia nell’“incarnare”
la sua idea nella decisione dei protagonisti di aprire una catena di
villagi turistici inneggianti alla liberazione del corpo.
Sbaglia sia perché rischia di far passare il suo libro per un
manifesto ideologico-politico, cosa che non è, sia perché la sua
difesa appassionata della meraviglia delle “dolci ragazze
thailandesi” si apre ad un’accusa reale: come si può avere l’illusione
di esaltare questo tipo di lavoro senza rendersi conto di quello che
significa per chi è costretto a farlo? Si affanni pure Houllebecq a
sottolineare che nei villaggi dei protagonisti le ragazze si tengono
tutto il denaro senza versare a loro una percentuale. Si affanni a
far vedere che, molto spesso, l’atto sessuale è anticipato dal
rito del preservativo. La sostanza non cambia molto. L’immagine
continua di effusioni, di sorrisi e di bagni di vapore, di spiaggie,
mare, e risacca, non nasconde l’orrore della piaga della
prostituzione asiatica e delle sofferenze enormi che essa causa alle
ragazze che ne sono coinvolte: ha visitato Houllebecq gli
orfanotrofi asiatici? Ha visto gli istituti dove le ragazze
sieropositive vanno a morire?
Nel libro, addirittura, la figura di una donna che si oppone allo
sfruttamento in nome dei diritti umani viene caricaturizzata e resa
grottesca, fino a farla sembrare una povera isterica frustrata
(queste le parole della donna nel corso di una conversazione a
tavola: “Schiavismo sessuale! strillò Josiane, che non aveva
sentito”. E ancora: “Dite quello che volete,.squittì con
voce acutissima, ma l’idea che uno di quei maiali sia libero di
infilare dentro una bambina il suo sporco uccello mi fa vomitare”.
A queste accuse alcuni commensali rispondono con ironia, dicendo che
in realtà le suddette ragazze non guadagnano affatto poco, e che
spesso possono permettersi in tal modo una vita elegante e agiata e
aiutare le proprie famiglie).
Avrebbe fatto meglio, Houllebecq, a non arrivare a questa grottesca
esaltazione della prostituzione. Ma forse, essa non è che una
ennesima conseguenza della sua metafisica della sessualità.
Infatti, anche quella della sessualità, come tutte le metafisiche,
detesta il limite. E limitare il piacere laddove esso sia causa
della sofferenza di altri è una frustrazione reale, che tuttavia
non solo l’etica (ormai piuttosto impotente per la verità) ma
ogni sistema sociale e politico dovrebbe imporre senza deroghe.
Articoli collegati:
La speranza è un Euro-islam
liberale
In cerca di una chiave di lettura
Houllebecq, quando la
letteratura anticipa la realtà
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da
fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio
Attualita' |