Domande e risposte sui sondaggi
deliberativi
Mauro Buonocore
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deliberativi
Che cos’è il deliberative polling, l’”antisondaggio”
proposto da Reset, e ideato da James Fishkin?
È un metodo di discussione che rovescia la logica del sondaggio
perché ne critica un aspetto centrale: le persone sondate dagli
istituti demoscopici spesso non hanno informazioni sufficienti sul
tema per il quale vengono sondate; altrettanto spesso non ci hanno
riflettuto e non hanno confrontato le proprie preferenze, scelte,
credenze, convinzioni con gli argomenti in contrasto in una libera e
approfondita discussione.

Che scopo ha?
Quello di migliorare la qualità della discussione pubblica,
elevando il livello generale di informazione, competenza, capacità
di confrontare argomenti contrastanti. Il suo valore previsionale,
nella proposta di Reset, passa in secondo piano rispetto alla sua
funzione di “integratore”, rafforzativo della vita democratica
di una moderna società di massa.
Come si fa?
Un vasto campione di diverse centinaia di persone viene riunito in
seminari di più giorni su argomenti cruciali e controversi, e viene
diviso in molti gruppi più piccoli. Gruppi di esperti articolano le
domande sui temi scelti, preparano le informazioni, illustrano le
opzioni alternative. Moderatori neutrali conducono le discussioni,
alle quali partecipano i politici che sostengono le loro tesi e i
loro programmi a confronto. La televisione e la stampa danno ampia
copertura all’evento e ne moltiplicano gli effetti, mostrando come
questo metodo produca effetti sensibili sulle opinioni dei
partecipanti.
Chi lo finanzia?
Le centinaia di partecipanti saranno retribuite in una misura
equivalente al costo medio di una giornata di lavoro, più o meno
come accade per gli scrutatori alle elezioni. Questo costo si deve
aggiungere a quello della preparazione dei dossier e delle schede
informative, a quello degli esperti e dei moderatori, a quello della
sede dove tenere gli incontri e dove ospitare e nutrire i
partecipanti, la gran parte ei quali sarà fuori sede. È necessario
quindi uno sponsor: negli esperimenti fin qui condotti in
Inghilterra, America, Australia il più adatto si è rivelato un
canale televisivo, perché ne ha ricavato ore di trasmissione di un
certo interesse ed ha quindi direttamente recuperato l’investimento.

Perché può essere utile?
Perché si presenta come un modo per aumentare la consapevolezza dei
cittadini di fronte alle questioni pubbliche. Perché sulle
questioni controverse consente di uscire da valutazioni puramente
emotive o condizionate dalla propaganda per affrontare valutazioni
di merito, per discutere tutti gli aspetti di una scelta politica
mettendo a fuoco la reale portata della differenza tra opzioni
contrapposte: si pensi al confronto utile e necessario sulle
politiche contro la criminalità, sull’immigrazione, o su
questioni istituzionali come i sistemi elettorali o la nuova
Costituzione europea.
Cosa vuol dire deliberation?
Deliberation è il termine inglese che sta ad indicare, a
differenza di quello italiano, il processo in base al quale delle
persone si riuniscono e danno luogo ad una discussione basata sul
libero confronto di argomenti e non la sua conclusione.
Come viene scelto il campione?
Attraverso un insieme di criteri in base ai quali estrarre
casualmente il campione da insiemi e sottoinsiemi rappresentativi
delle aree geografiche, delle dimensioni urbane, delle fasce di
età, del sesso, del titolo di studio etc. Per questo aspetto sarà
preziosa la professionalità degli istituti demoscopici.
Link informativi:
Biografia di
James Fishkin:
Sui “deliberative
pollings”:
Sul “deliberation
day”:
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