Piccoli omicidi
Costanza Macchi
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19 aprile 2001, Bologna, Italia. Muore Sarah Jay. Il presunto
assassino, che prima di strangolarla l'ha violentata, è Sinisha
Nicolic detto Milan, il compagno della sorella maggiore. L'uomo ha 25
anni ed è padre di un bambino di 14 mesi. Il corpo della piccola
viene trovato con attorno al collo ancora la corda usata per
strangolarla. Tre giorni dopo l'assassinio Sarah avrebbe compiuto 9
anni. Anna Vercelli, il medico legale incaricato di compiere
l'autopsia sul cadavere della bambina, definirà la violenza con
l'espressione tecnica "lo strazio delle carni".

23 aprile 2001, Kristiansand, Norvegia. Inizia il processo ai presunti
assassini di Stine Sofe Sorstronen e Lena Slogedal Paulsen, 8 anni la
prima e 10 la seconda. Sul banco degli imputati, accusati di stupro e
omicidio, siedono Jan Helge Andersen, 20 anni, e Viggo Kristiansen di
21. Il primo, accusato dalla prova del Dna, ha ammesso una
responsabilità "parziale", il secondo si è dichiarato
"non colpevole". I giudici hanno rifiutato la richiesta di
celebrare a porte chiuse il processo, per il quale è prevista una
durata di sei settimane.
23 aprile 2001, Roma, Italia. Per aver violentato due bambine, di 5 e
7 anni, una maestra, ex suora, è stata condannata a quattro anni e
due mesi di reclusione dal tribunale di Roma per violenza sessuale
aggravata su minori. A Margherita De Vito, 58 anni e ora in pensione,
il giudice ha imposto l'interdizione dai pubblici uffici per cinque
anni e l'interdizione perpetua dalla curatela e tutela dei minori. Il
tribunale ha inoltre condannato la maestra al risarcimento dei danni
per un totale di 50 milioni di lire da dividersi tra le famiglie delle
due bimbe.

La violenza mascherata da amore ha la voce forte della cronaca che
impone di stare ad ascoltare e la memoria debole di quando ricordare
non fa comodo. In ogni caso è "fenomeno sociale", secondo
gli psichiatri Massimo Fagioli ed Ernesto Caffo e ciò che resta è,
per la psicologa Silvia Vegetti Finzi, "educare i bambini alla
diffidenza". Anche tra coetanei, visto che i protagonisti delle
horror stories sono spesso teen-agers di 14 o 15 anni per i quali lo
stupro collettivo è un bel gioco trasgressivo. Quello che si consuma
in Francia ne è un esempio. Nelle aree suburbane degradate - le
'banlieue' delle grandi città - il fenomeno ha un nome, in gergo è
"la tournante": in tre o quattro prendono una ragazzina e la
violentano a turno, riuscendo quasi sempre a farla franca. E se su Le
Monde, meno di due settimane fa proprio su questo argomento è
stata scritta una pagina, è stato soprattutto grazie a La Squale,
film-shock da qualche mese proiettato nelle sale d'oltralpe. E la
"tournante" è sempre meno un tabù . Così succede come a
Besancon, dove giudici e poliziotti si sono dati una mossa: su quattro
ragazzini dagli 11 ai 14 anni pende adesso l'accusa di violenze
sessuali su una tredicenne.

La vittima, d'altra parte, "quasi mai" si rivolge alla
polizia: è paralizzata da sentimenti di vergogna e di colpa. Per non
parlare poi del pericolo rappresaglie: a Evry la famiglia di una
ragazzina violentata ha dovuto traslocare dopo che il loro
appartamento è stato incendiato dai baby-stupratori denunciati.
Storie, queste, che ricordano quella sull'infanzia violata raccontata
nel '99 da Simona Vinci nel libro-evento Dei bambini non si sa
niente, edito per i tipi dell'Einaudi. E se la realtà a
differenza della letteratura non si preoccupa mai di essere
verosimile, perché è vera, è fuori di dubbio che le vicende di
Greta, Martina, Luca, Matteo e Mirko possano realizzarsi davvero. Che,
cioè, bambini quasi tutti di quinta elementare e di periferia,
possano, al di là della scrittura decisiva e sottovetro, per pura
mimesi di riviste porno, percorrere fino allo scempio finale la loro
breve stagione all'Inferno.

La spiegazione per gli assistenti sociali è nel fatto che "nelle
periferie urbane i rapporti di forza hanno un’importanza cruciale,
visto che vi dominano i valori della virilità e della violenza".
E in questo senso diventa preponderante il ruolo dei genitori. A
metterlo in luce è, fresco di stampa e di successo editoriale, il
saggio di Paolo Crepet Non siamo capaci di ascoltarli, dove le
domande che lo studioso si pone sull'infanzia e sull'adolescenza (Sono
liberi i nostri bambini e i nostri ragazzi? C'è qualcuno disposto ad
ascoltare la loro creatività?) rappresentano uno strumento importante
per genitori ed educatori. In particolare, accanto alla fatica che un’educazione
buona comporta, viene denunciata anche l'immaturità, l'egoismo e
l'irresponsabilità che gli adulti spesso applicano. E non è un caso
che Crepet metta in luce, ancora e soprattutto, il ruolo fondamentale
della comunicazione e del dialogo, unica via d'uscita e di prevenzione
ai momenti di crisi.
E rispetto agli abusi sui minori, come si collocano e come debbono
comportarsi i genitori? Hanno provato a rispondere a questa domanda
Claudio Camarca e Maria Rita Parsi con il loro Sos pedofilia.
Parole per sconfiggere l'orco, pubblicato l'anno scorso da Baldini&Castoldi.
Nel pamphlet spiegano proprio ai genitori chi è il pedofilo, come si
fa a individuarlo, come ci si può difendere. E chi sono le sue
vittime, su quali basi vengono scelte. Soprattutto, però, cerca di
capire perché questa società partorisce l'orco, perché lo alleva,
perché lo foraggia. Già perché il baratro che determina il gioco
della violenza non è solo nella complicità di chi non parla, ma
anche nel più esile ma profondo solco che separa l'adulto dal
piccolo: il primo sa, il secondo no. Il primo percepisce, il secondo
ignora. E lo dimostrano i numeri del traffico e dello smercio di
immagini di pornografia infantile attraverso la Rete: con l'Operazione
Gemini - una delle più importanti in Europa - è stato portato alla
luce un traffico di oltre 20mila foto di abusi sessuali su minori
dalla metà del 2000 fino a venerdì scorso. Il materiale partiva da
un indirizzo di Pamplona e veniva distribuito in 21 Paesi attraverso
la formula di una mailing-list particolare, Nudeboys2, che inneggiando
alla pedofilia, si schierava contro "la criminalizzazione di una
preferenza sessuale".
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