I workshop della conferenza
a cura di Odette Hassan
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I workshop della conferenza
Quella che segue è una sintesi dei workshop che hanno fatto parte
della Seconda conferenza nazionale per l’educazione alimentare
promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione, dal Ministero delle
Politiche Agricole e Forestali e dal’INRAN (Istituto Nazionale di
Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione)
Workshop 1. Educazione e prevenzione nella scuola: problematiche su
cui intervenire
L’educazione alla salute è definita come ogni attività intrapresa
da organizzazioni che abilita un individuo a comprendere e a prendere
decisioni sulle questioni e circostanze che influiscono sulla salute.
Nell’età evolutiva questo dovere è a carico della famiglia, della
scuola, della società.
La salute non può essere a carico del solo sistema sanitario: la
promozione alla salute necessita dell’azione coordinata di diversi
attori sociali: governo, enti economici, autorità locali e industria:
in particolare è necessaria un’alleanza con il settore della
ristorazione.
La promozione alla salute agisce attraverso azioni concrete ed
efficaci nello stabilire priorità, prendere decisioni, pianificare
strategie e implementarle per costruire, raggiungere e mantenere uno
stato di salute ottimale personale e sociale. Essenziale in questo
processo è il ruolo della scuola quale comunità organizzata e
competente.
La scuola, dove esistono competenze diffuse e idonee, può offrire
tramite percorsi educativi e didattici adeguati l’opportunità di
raggiungere e interagire con continuità con bambini e adolescenti per
un arco evolutivo dai 3 ai 18 anni. Tali percorsi andrebbero
completati con un programma integrato di ristorazione scolastica a
sfondo educazionale.
La popolazione infantile di età tra 2 e 11 anni è il target
prioritario per una strategia di prevenzione primaria. Dovrebbe essere
promosso il mangiare sano e l’attivita’ fisica e non la dieta come
terapia impositiva per evitare d’innescare cronic dieting e DCA.
In ambito scolastico le problematiche di maggior rilevanza sono
principalmente costituite da obesità, sedentarietà e comportamenti
alimentari incongrui
L’obesità dell’età evolutiva
L’obesità infantile coinvolge aspetti genetici, nutrizionali,
relazionali, di attività fisica e fattori socioeconomici. Il metodo
per la diagnosi dell’obesità dell’età evolutiva è quello del
Body Mass Index (BMI). Il cut-off point per la diagnosi di OEE
corrisponde al 97° centile per l’obesità e al 90° per il
sovrappeso. Una diagnosi precoce è importante poiché quanto più a
lungo l’OEE dura, tanto meno facilmente regredisce. L’OEE può
continuare nell’età adulta e costituisce fattore di rischio per
diabete, malattie cardiovascolari e tumori.
La prevalenza in Italia dell’obesità dell’età evolutiva (OEE)
mostra valori che la rendono un problema di sanità pubblica.
I contenuti di un intervento di prevenzione
L’educazione alimentare viene proposta come ambito multidisciplinare
per migliorare il livello di conoscenza e per modificare le abitudini
attraverso interventi di educazione al gusto, integrati alla refezione
scolastica.
Gli interventi mirati alla modifica delle abitudini alimentari
dovrebbero essere finalizzati alla riduzione dell’assunzione di
grassi animali, all’incremento del consumo di frutta, verdura e
legumi; a sensibilizzare gruppi di popolazione nei confronti di una
corretta razione alimentare. Per i bambini a rischio due messaggi
essenziali: essere più attivi e mangiare più sano.
Nelle situazioni formative di educazione alimentare, le famiglie
devono assumere un ruolo attivo. Deve essere facilitato il
coinvolgimento dei bambini nella preparazione dei pasti. Occorre
sottolineare l’importanza dell’apparecchiamento, del mangiare
insieme e della condivisione delle regole a tavola.
I metodi
Nei progetti di educazione alimentare è necessario entrare
criticamente nel merito del tipo di informazione da erogare. Molta
cura va posta alla segmentazione del target: è necessario quindi
utilizzare canali e materiali differenziati, utili per il passaggio
dalla fase di informazione alla fase di conoscenza e di modifica dei
comportamenti. Dovrebbero essere opportunamente selezionati i messaggi
dei media e accuratamente vagliati i meccanismi per determinare l’efficacia,
la frequenza dell’attività, le risorse materiali e immateriali
disponibili. Occorre anche prevedere un appropriato intervento per
gruppi etnici e religiosi.
Gli interventi educativo-formativi non dovrebbero essere esperienze
puntiformi, ma continuative e strutturali, come peraltro già reso
possibile dalla normativa vigente. Dovrebbero comprendere in un
disegno preventivo misurabile reti di scuole che costituiscano una
coorte di popolazione epidemiologicamente significativa.
In sintesi le fasi fondamentali dell'intervento sono: analisi dei
soggetti destinatari dell’intervento e della situazione sociale in
cui vivono, individuazione degli obiettivi del processo formativo,
progressione delle competenze e contenuti essenziali, pianificazione e
selezione della strategia, selezione di canali e materiali, sviluppo
dei materiali ed esperienze pilota, realizzazione, valutazione di
efficacia, retroazione e affinamento.
L'attività fisica
L'attività fisica concorre a mantenere uno stato di salute ottimale a
tutte le età; è importante per il controllo del peso corporeo,
riduce il rischio cardiovascolare, contribuisce alla formazione e alla
conservazione della massa ossea, aumenta l'efficienza articolare e il
tono muscolare, promuove l'autostima e l’immagine positiva del sé,
migliora il tono dell'umore. La diffusione della pratica dell’attività
fisica è un problema di cultura e non solo di spazi fisici.
Le cautele
La deistintualizzazione e la medicalizzazione delle abitudini
alimentari può essere pericolosa, e i programmi che stimolano l’induzione
alla dieta possono avere gravi rischi con modifiche della composizione
corporea, weight recicling sindrome, perdita della autostima e
depressione indotta da dieta per gli adolescenti. Principio ispiratore
fondamentale di ogni intervento dovrebbe essere primum non ledere,
poichè significativi effetti non desiderati sono stati osservati in
trattamenti incongrui.
E' fondamentamentale una strategia di comunicazione in positivo dei
messaggi depurata dal concetto di malattia, compatibilmente con l’esigenza
di intervenire sulla malattia stessa. Termini e concetti soggiacenti
come obesità, sovrappeso e controllo del peso dovrebbero essere usati
con particolare sensibilità, poiché etichettare il
bambino/adolescente di per sé lo può porre in una condizione di
diversità. Il reclutamento di gruppi a rischio dovrebbe evitare
messaggi discriminanti. Dovrebbe essere erogato supporto psicologico
per aumentare l’autostima e prevenire i disturbi dell’immagine
corporea.
Gli attori dell'educazione alimentare
Formatori
Un ruolo molto importante, per garantire il successo delle
iniziative a livello scolastico, è svolto dagli insegnanti. La loro
collaborazione richiede una preparazione idonea e un diretto
coinvolgimento nella impostazione e realizzazione del progetto
educativo. Dovrebbe essere previsto l’accreditamento dei formatori
come veicolo di cultura specifica e dovrebbe essere facilitata l’acquisizione
di una mentalità orientata al progetto e alla gestione “sul campo”,
anzichè al semplice svolgimento di un compito o di un programma. La
formazione dei formatori dovrebbe essere compito di società
scientifiche e/o istituzioni certificate ECM.
Famiglie
Nonostante negli ultimi anni si sia accentuato il fenomeno di
delega alle istituzioni formative - scuola in testa - da parte delle
famiglie, riguardo ai compiti relativi all’educazione dei giovani,
la famiglia va considerata un potente alleato nel tentativo di
modifica dello stile di vita. Per inverso l’obesità del bambino
spesso non viene riconosciuta all’interno della famiglia. L’incapacità
della famiglia obesa di riconoscere il problema porterà al fallimento
degli interventi sanitari pubblici perché non ritenuti necessari, ma
addirittura dannosi per la salute.
Ristorazione scolastica
La ristorazione scolastica rappresenta uno dei servizi più importanti
per la collettività ed è l’ambiente più adatto per una creativa
socializzazione, nonché sede opportuna di diffusione di una nuova
cultura alimentare, da impostare sull’esperienza diretta degli
utenti. che possono essere stimolati a partecipare con entusiasmo
quasi fosse un gioco. Attraverso la ristorazione è possibile l’ampliamento
degli orizzonti alimentari anche per emulazione. Altre valenze sono l’
educazione al gusto, il contatto con le diversità etniche e religiose
e con le diversità alimentari per allergia o intolleranza.
Lo strumento che può portare a unità le molteplici soluzioni dei
problemi specifici e generali del servizio ristorazione scolastica è
la Carta dei Servizi che rappresenta la sintesi delle esigenze
dell'utenza e la capacità del gestore di aderirvi in termini dinamici
e verificabili anche da parte delle competenti autorità.
Workshop 3. Contenuti, mezzi e canali per l'informazione
alimentare nelle scuole
Il gruppo di lavoro, in sintonia con il protocollo di intesa siglato
il 20 settembre 2000 dal Ministro della Pubblica Istruzione, dal
Ministro delle Politiche Agricole e Forestali e dal Commissario
Straordinario dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la
Nutrizione, che condivide pienamente, propone:
1. una Conferenza Nazionale per l'Educazione Alimentare a scadenza
biennale, che abbia linee di indirizzo (esempio: sicurezza degli
alimenti, valorizzazione delle produzioni agro-alimentari). Attorno
alle linee di indirizzo tutte le Istituzioni potrebbero privilegiare
progetti, iniziative, contenuti, strumenti confacenti.
2. Attivare una banca dati per
- rilevare ció che esiste a livello di territorio regionale e
nazionale, per conoscere i vari progetti attivati, espressione di
differenti contesti geografici e/o storici;
- mettere in Rete programmi computerizzati che favoriscano le
attivitá di educazione alimentare
- creare un efficace collegamento tra scuola, Universitá,
associazioni e territorio a livello regionale e a livello nazionale;
- realizzare l'integrazione dei curricula offrendo alla scuola la
possibilitá di ampliamento dell'azione formativa;
- socializzare l'esistente.
3. Istituire comitati scientifici che supervisionino I materiali
informativi a livello contenutistico.
4. Prevedere la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza i
ogni progetto o campagna.
5. Favorire progetti propositivi "dalla scuola alle
famiglie" che vedano il coinvolgimento degli anziani per il
recupero delle tradizioni.
6. Favorire visite alle aziende di produzioni "certificate"
di qualitá per evidenziare il legame che esiste tra qualitá del cibo
e qualitá dell'ambiente in cui si vive.
7. Implementare percorsi nel territorio quali le fattorie didattiche,
che favoriscono esperienze complesse ricche di emozioni e di
sensazioni corporee; itinerari riguardanti le attivitá dei sensi a
livello visivo, olfattivo, gustativo, tattile poichè oltre alle
conoscenze sono anche i sensi che condizionano le scelte alimentari e
i comportamenti alimentari.
8. Auspicare per le mense scolastiche una "raccomandazione
giuridica" in cui le gare di appalto, alla luce della
legislazione vigente e della giurisprudenza, contemplino non solo la
possibilitá di legare la valutazione economica dell'offerta alla
qualitá dei prodotti, ma di tener conto anche dei gusti e delle
tradizioni locali, quindi la scelta degli alimenti tipici deve essere
orientata, sostenuta ed aiutata.
9. Attivare la "settimana o le giornate dell'Agricoltura e
dell'Alimentazione" che coinvolga intorno alla scuola gli Enti e
le Istituzioni del territorio, le Associazioni dei Consumatori e dei
Produttori, quelle Ambientaliste, le famiglie e la cittadinanza in
senso lato.
10. Incrementare le risorse economiche per l' Educazione Alimentare.
Workshop 2. Educazione alimentare, informazione e disinformazione
attraverso i media;
Workshop 4. Contenuti, mezzi e canali per l’informazione
alimentare nella società
I due gruppi di lavoro che hanno affrontato i temi dell’informazione
alimentare nella società, intesa come universo dei suoi componenti e
considerata nella molteplicità dei ruoli degli stessi, evidenziano i
seguenti principali aspetti emersi nella discussione, unitamente ad
alcune proposte operative.
_ Il consumatore, oggi più attento e in grado di percepire i
rischi/benefici dei prodotti alimentari e dei loro processi
produttivi, chiede informazioni e garanzie sul cibo soprattutto alle
Autorità e alle Istituzioni competenti.
_ Viene riconosciuto utile che i contenuti delle iniziative di
informazione per il consumatore riguardino non solo le caratteristiche
nutrizionali e salutistiche degli alimenti ma anche quelle
organolettiche (sfera sensoriale), insieme alle valenze di tipicità e
di qualità caratteristiche del patrimonio enogastronomico italiano.
_ Le organizzazioni dei consumatori richiedono di avere una
informazione più affidabile attraverso le etichette e di poter
disporre di prodotti controllati e certificati. Tale informazione non
deve riguardare il solo prodotto finito, ma anche la sua storia (tracciabilità).
Le organizzazioni stesse ritengono inoltre che i test comparativi
possano rappresentare uno strumento efficace su cui investire,
unitamente alle iniziative di educazione.
_ Le etichette dei prodotti alimentari devono essere semplici,
chiare, di facile lettura e comprensione (con uso di termini del
linguaggio corrente), per poter costituire un valido strumento di
informazione per il consumatore.
_ L’industria alimentare è disponibile a collaborare con
tutti gli altri attori per mettere a disposizione dei consumatori
alimenti sicuri, di qualità e a prezzi contenuti, anche nella forte
convinzione che i marchi sono il vero patrimonio del settore.
_ Il mondo della pubblicità ribadisce l’esigenza che i
messaggi, ancorché efficaci, persuasivi e anche allettanti, si
mantengano, nel campo alimentare più che in ogni altro, sempre nella
sfera della più rigorosa correttezza. Qualora ciò non avvenisse si
è concordi sulla necessità di intervenire in maniera tempestiva.
_ A questo proposito l’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato, pur riconoscendo la particolare insidiosità di taluni
messaggi relativi ad alcuni settori alimentari (integratori e prodotti
dietetici), rileva la bassa incidenza delle pronunce di sentenze di
condanna nei riguardi di messaggi che pubblicizzano gli alimenti
propriamente detti.
_ In ogni caso viene sottolineata la opportunità che i provvedimenti
del Garante della Concorrenza e del Mercato, nonché quelli del Giurì
dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, trovino maggiore
visibilità sui mass-media, onde garantire loro un’efficacia
preventiva.
_ Il mondo sanitario sottolinea l’esigenza di migliorare la
qualità dei diversi canali informativi del settore. Questo obiettivo
può essere raggiunto in particolare attraverso i Servizi di Igiene
degli Alimenti e della Nutrizione, attraverso le strutture ospedaliere
(con l’attivazione dei Servizi Speciali di Nutrizione) e soprattutto
attraverso l’attività dei medici di famiglia, quali soggetti che
possono efficacemente interagire con le varie fasce di popolazione.
Per i medesimi obiettivi si rende necessario implementare i curricula
universitari dei medici e dei tecnici di sanità con la formazione
in nutrizione.
_ I rappresentanti del mondo dei media riconoscono la
necessità di migliorare gli aspetti etici della comunicazione nonché
la grande portata delle relative ricadute sui comportamenti e sulla
salute. A tal fine indicano il conseguimento di una maggiore
specializzazione dei giornalisti che si occupano di questioni
medico-scientifiche come la via più efficace per migliorare la
situazione.
Gli stessi rappresentanti dei media sottolineano anche la necessità
che Ministeri e Istituzioni mettano in atto una costante strategia per
la comunicazione. Il primo passo dovrebbe essere la costituzione di
strutture permanenti (come ad es. Uffici Stampa) che fungano da punti
di riferimento per gli operatori dell’informazione e che attuino
anche autonome iniziative di diffusione delle notizie, quando ne
ravvedano l’opportunità.
_ Infine viene auspicata la costituzione di una “Unità di
informazione sugli alimenti e la nutrizione” gestita dall’INRAN e
dall’ISS con l’obiettivo di porre a disposizione di tutti (medici,
giornalisti, insegnanti, consumatori, ecc.), tramite un sito Internet,
le informazioni relative alla sicurezza degli alimenti e al ruolo
nutrizionale degli stessi, in una ottica di promozione della salute.
Tale Unità dovrà avvalersi della collaborazione di una rete di
esperti appartenenti agli Enti di Ricerca e alle Università del
nostro e di altri Paesi.
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