La vita scomposta e ricomposta
Giuseppe Novelli
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Giuseppe Novelli è Ordinario di Genetica umana all'Università
degli Studi di Roma Tor Vergata. Questo testo è stato pubblicato su
"Lezioni scelte" dell'Università
di Castel Sant'Angelo , volume sesto, ips editrice
In questi tempi che definirei rapidi, niente come la biologia (forse
l'informatica, ma su questo possiamo discutere) ha subito
trasformazioni radicali. Pensare soltanto che per oltre cento anni la
biologia stessa è stata sempre focalizzata allo studio delle grandi
forme cioé delle strutture macroscopiche.
Negli ultimi dieci anni tuttio ciò è stato ribaltato e si sta ora
procedendo alla definizione di un'anatomia molecolare fine, che indaga
su quello cioé che c'è dentro per definire ciò che è fuori.
Gli organismi di conseguenza vengono classificati non più in base
alla forma, ma rispetto all loro contenuto molecolare, in tal modo
sono stati scomposti in organi, tessuti, e cellule. Oggi conosciamo
non solo quanto si trova all'interno della singola cellula ma anche il
contenuto di singoli organelli intracellulari.

Trattasi di strutture ultramicroscopiche: basti pensare che nel nucleo
del genoma vi sono almeno due metri di DNA di cui oltre il 95% circa
è stato completamente decifrato; disponiamo cioé di tutta la
sequenza delle tre miliardi di "letterine" o nucleotidi che
compongono la molecola del DNA ovvero il codice genetico. Il DNA è
diventato negli utlimi anni "trasversale" nel senso che è
di dominio pubblico, con un ruolo da protagonista nel campo della
cultura, della medicina e della scienza.
Attraverso la molecola del DNA è possibile identificare, in modo
univoco, ogni singolo individuo che vive su questa terra con una
precisione assoluta.
In campo clinico il DNA ha raggiunto una utilità incomparabile.
Quotidianamente, i ricercatori analizzano il DNA di persone ammalate
alla ricerca delle mutazioni, cioé di quelle variazioni del codice
genetico responsabili per gravi malattie, ad esempio la fibrosi
cistica, la talassemia, la corea di Hungtington ecc. Tutto questo era
impossibile soltanto qualche anno fa: oggi è diventato una realtà e
queste evidentemente lo dobbiamo alla tecnologia.
Attraverso lo studio delle famiglie è oggi possibile risalire
all'origine di una determinata malattia, anche se lontana migliaia di
anni: il DNA si trasmette attraverso le generazioni spesso in modo
inalterato lasciando tracce più o meno importanti di questo
passaggio. Ognuno di noi hai il suo DNA che è unico (soltanto nei
gemelli identici è uguale) e irripetibile e questo spiega la risposta
individuale ai farmaci e alle malattie.

Ogni giorno gli scienziati scoprono la causa genetica di una malattia
e cercano di capire come dalla alterazione anche di un a sola lettera
del codice genetico si giunge a patologie gravi e invalidanti con lo
scopo di trovare al più presto una cura. In laboratorio la cura delle
malattie genetiche è possibile, ma non riusciamo ancora a trasferire
queste informazioni all'organismo intero.
Vi sono infatti numerosi problemi non ancora risolti: tossicità,
rigetto ecc. Per superarli, molti di noi stanno cercando strade nuove
e idee innovative. In provetta è tutto più semplice, in un organismo
vivente invece diventa tutto più difficile; ecco allora che vengono
utilizzati modelli animali. L'obiettivo è quello di riprodurre la
malattia umana nell'animale in modo da studiarne le caratteristiche
patogeniche.
Potrà questo portare entro breve tempo alla ricomposizione della vita
umana? Io credo che lo scopo ultimo debba essere quello di sfruttare
queste tecniche per riprodurre in provetta tessuti e organi come il
fegato, il pancreas, il muscolo cardiaco, da utilizzare per sostituire
quegli organi che non funzionano, dopo averli opportunamente
modificati in laboratorio.
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