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Da: Carlo Gualtieri <gualtieri@mclink.it>
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Domenica, 16 luglio 2000 13:38
Oggetto: Il centrosinistra cerca identita'

Se è vero che il centrosinistra cerca la sua identità, non si può precindere dall'identità ancora niente affatto definita delle sue componenti. Qui proverò a esprimere il mio pensiero sull'identità del "popolo della sinistra", oggi in percentuale consistente "base" dei Democratici di Sinistra.

Innanzitutto il problema del partito in cui si potrà riconoscere il "popolo della sinistra" nel 2000 va posto nella consapevolezza che il "partito leggero" non è solo una scelta politica, è anche un'esigenza di soppravvivenza, a meno che non vogliamo tornare alle vecchie abitudini. Si pone quindi il problema di un partito che non debba finanziare un apparato e una sede ogni 100 iscritti. Di un partito quindi che sappia considerare "luogho fisico" anche la rete. Di una formazione e di un utilizzo dei pensionati. Gratis.

Tutto questo presuppone però una nuova identificazione del "popolo della sinistra", che secondo me non può non partire da un approfondimento della nostra storia, dal '21 a oggi, con tutte le sue luci e le sue ombre: gli errori strategici più volte compiuti in passato dai dirigenti che si sono succeduti alla guida del partito hanno motivazioni nobili, quei grandi nomi della nostra storia di quegli errori sono certo responsabili (e tale responsabilità noi DS ce la portiamo dietro, perchè la Storia presenta sempre i suoi conti) ma non "colpevoli".

Quando avremo compreso fino in fondo ed elaborato la nostra storia (operazione per cui non ce la possiamo cavare con qualche slogan), potremo, e sono certo che potremo farlo mantenendo intatto il nostro orgoglio per ciò che siamo stati (basti pensare alla scelta di Togliatti di aprire il PCI e di farne un partito di massa, ai Padri Costituenti, agli anni del primo boom economico che ha trasformato un paese di straccioni ed emigrati in un grande Paese), potremo, dicevo, cominciare una nuova riflessione: al di là del significato che ciascuno di noi dà al suo "essere di sinistra", potremo e dovremo individuare i valori prioritari - che dovranno necessariamente essere coerenti con quelli della sinistra mondiale - che soli possono dare un senso all'essere di sinistra nel 2000, in questo mondo, in questa Europa, in questa Italia.

Sono anche certo che dalla base e solo dalla base può partire un'operazione di questo genere. E sarà bene che la rete diventi sempre più rappresentativa di questa base, diventi di fatto il principale luogo fisico in cui la base elabora, riflette e quindi progetta. Perciò tra le priorità iscriverei l'informatizzazione  di tutti coloro che si considerano "di sinistra"; io credo che sia possibile.

Carlo Gualtieri




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