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Da: Francesca <botro@katamail.com>
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it>
Data: Lunedì, 10 luglio 2000 7:23
Oggetto: Sulla relazione D'Alema

 

Carissimi amici di Caffè Europa,

  a D'Alema qualcuno dovrebbe far sapere che l'analisi pre-elettorale che egli ha presentato sulla situazione italiana e sulle prospettive del centro-sinistra ci conduce, a seguirne la logica interna, all'appuntamento di una sconfitta che non è azzardato definire storica. Non tanto perché l'analisi svolta sia in sé implausibile, quanto soprattutto perché è colpevolmente reticente su una questione strategica da cui dipende la debolezza strutturale della sinistra di governo del nostro Paese, vale a dire la mancanza di un'élite dirigente di livello europeo (e, prima ancora, nazionale).

  Sul piano della rappresentanza politica, il maggior partito della sinistra italiana è ancora una "nomenclatura" delle classi e dei ceti sociali incardinati e tutelati dal welfare State, mentre sul piano organizzativo è l'espressione di un ceto politico interamente ereditato dal passato, con in più - se mai - fenomeni di rampantismo e di "craxismo" latente. A questo proposito, potremmo dire che, se alla vecchia DC e al vecchio PSI furono necessari decenni di pratiche di sottogoverno per secernere una classe politica, per così dire, 'degenere', al maggior partito della sinistra italiana è bastata una sola legislatura per evidenziare tendenze inquietanti.

  Inoltre, ciò che D'Alema afferma sulla Puglia è totalmente falso. Accettare per vera la tesi secondo cui, essendo la Puglia la regione più sviluppata del Mezzogiorno, era destinata per questo ad essere governata dal Polo, sarebbe un suicidio politico. In Puglia abbiamo clamorosamente perso, perché la classe dirigente del centro-sinistra è ancora quella degli anni Settanta e Ottanta. E' mia convinzione che le prossime politiche saranno una "debacle" per il centro-sinistra: anzitutto, perché ormai c'è nel Paese un "pensiero desiderante" che identifica nel centro-destra e in Berlusconi le potenzialità del cambiamento atteso, e in secondo luogo perché la sinistra democratica nei suoi rappresentanti somiglia ad una galleria di ritratti del passato.

  Quando Caffè Europa si deciderà a parlare francamente di queste cose?

 

Auguri e buon lavoro

  Francesco Fistetti

 




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