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Tutto rinviato a luglio

Silvio Trevisani

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La sofferenza continua: per "L’Unità" e i suoi 120 giornalisti tutto è rinviato ai primi di luglio. Il giorno 13 il Consiglio di amministrazione si riunirà per verificare l’esistenza di nuovi soci disposti a investire i miliardi necessari per salvare la testata fondata da Antonio Gramsci. Solo che questa volta la decisione non potrà più essere quella di mettere un’altra pezza, più o meno colorata, al buco di bilancio che, secondo le ultime voci è di qualche decina di miliardi. No, se veramente si vorrà salvare "L’Unità" sarà obbligatorio un piano editoriale che abbia come obbiettivo il rilancio di un giornale che nonostante tutte le vicissitudini passate e subite in questi ultimi anni riesce a difendere un segmento di mercato in ogni caso significativo (quaranta/cinquanta mila copie al giorno).

Ad ascoltare i rappresentanti del nuovo Comitato di redazione, eletto solo due giorni fa, la capacità di resistenza della redazione (120 giornalisti, che alla fine del 1997 erano 239) è allo stremo. Anche perché non passa giorno che nuove voci vengono messe in circolazione e nomi di nuovi soci sussurrate nei corridoi. "Abbiamo avuto un incontro con alcuni membri del Consiglio di amministrazione - riferisce un rappresentante del Cdr- e la sensazione è quella di una situazione kafkiana. L’azionista di riferimento, i Ds, non sanno più che pesci pigliare e a volte danno l’impressione di un’impotenza terribile. Non si sa neppure se faranno parte della nuova proprietà, a parole, e noi vogliamo credere non solo a parole, l’impegno c’è, anche perché sappiamo tutti che il costo politico ed economico di un’eventuale chiusura sarebbe altissimo. Noi per ora abbiamo deciso di non seguire più i fantasmi ma reagiremo al momento in cui le notizie ci verranno comunicate in modo certo e definitivo. Anche se l’esperienza della prima "privatizzazione" non garantisce nulla, nel senso che all’inizio i soci erano arrivati, ma poi si sono defilati, e, nonostante dimissioni, licenziamenti e ‘solidarietà’, il rosso, quello di bilancio, ha ricominciato a correre".

E gli ultimi fantasmi parlano di una banca del Nord che starebbe costruendo una cordata di imprenditori, si fa il nome di Alessandro Dalai, della casa editrice Baldini&Castoldi, come capofila dell’eventuale nuova proprietà, e al quale verrebbe anche affidata la gestione dell’ennesima ristrutturazione di questo incredibile giornale, "L’Unità" che è stato ed è uno straordinario, insostituibile testimone - protagonista della storia della sinistra e dell’Italia. .

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