Letti per voi/Una voce indispensabile   
         
        Paolo Serventi Longhi   
         
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        Tutto rinviato a luglio  
        Letti per voi/Una voce indispensabile  
          
        Questo articolo è apparso su L'Unità del 14 giugno 
         
        L'Unità deve continuare a vivere. Lo diciamo con forza ai lettori ed a tutti coloro che
        hanno a cuore il pluralismo dell'informazione. I lavoratori, giornalisti, poligrafici e
        amministrativi, insieme ai loro sindacati, faranno di tutto perché non venga a mancare
        una voce storica, patrimonio non solo della sinistra ma dell'intera società
        italiana.Infatti, oggi, mentre scrivo queste righe al termine di un'affollatissima
        assemblea in redazione, il capitale della Società Editrice Multimediale non esiste più
        ed i debiti sono rilevanti.Se non interverranno fatti nuovi, se cioè non si faranno
        avanti nuovi soci per pagare i debiti e ricostituire il capitale sociale, l'azienda sarà
        costretta a cessare le pubblicazioni e l'Assemblea dei Soci a dichiarare la liquidazione.
        Si tratterebbe di un evento certamente tra i più negativi nella storia dell'editoria
        italiana e per il quale esistono responsabilità sia di chi ha amministrato il giornale
        negli ultimi anni, sia degli azionisti.I dirigenti del partito dei Democratici della
        Sinistra, del quale l'Unità è organo ufficiale, hanno reso noto l'esistenza di
        trattative per l'ingresso dei nuovi soci e hanno confermato l'impegno a sostenere
        finanziariamente il giornale fino alla conclusione del negoziato. I lavoratori ne prendono
        atto, ma non possono nascondere la loro grande preoccupazione per una vicenda societaria
        certamente difficile ma che si protrae ormai da troppi anni. E' bene ricordare ai lettori
        dell'Unità, ma soprattutto ai dirigenti dell'azienda ed agli azionisti, che la redazione
        del giornale, negli ultimi due anni, ha sostenuto sacrifici pesantissimi sia dal punto di
        vista occupazionale, attraverso la cancellazione di 110 posti di lavoro (dai 235
        giornalisti dipendenti all'inizio del '98 agli attuali 124), sia retributivo con un
        meccanismo, i contratti di solidarietà, che ha ridotto in maniera consistente le
        retribuzioni per salvare altri posti di lavoro.Un sacrificio sopportato soprattutto dalle
        colleghe e dai colleghi delle redazioni di Bologna e di Firenze, chiuse in base a dolorosi
        accordi sindacali, e solo una minima parte dei quali ha trovato una nuova occupazione. Una
        situazione ancora più grave in quanto i giornalisti di Bologna, licenziati alla fine del
        1999, non hanno percepito che una parte minima delle loro liquidazioni.Coloro che sono
        rimasti a lavorare all'Unità per mesi sono stati retribuiti con forte ritardo rispetto
        alla data consueta del pagamento degli stipendi e soltanto alle 16 di ieri l'azienda ha
        annunciato che lo stipendio del mese scorso sarà pagato domani.Non posso non ricordare,
        inoltre, che negli ultimi anni si sono succeduti numerosi direttori, sono stati assunti
        condirettori e nuovi manager, sono stati presentati alla redazione diversi piani
        editoriali.Cosa resta di tutto ciò? Di fatto, la sorte del collettivo dei lavoratori,
        giornalisti e poligrafici, è oggi appesa ad un filo. L'azienda ha annunciato, infatti,
        che l'assemblea dei soci, che dovrebbe tenersi a luglio, avrebbe soltanto due ipotesi
        alternative di ordine del giorno: la ricostituzione del capitale sociale oppure la
        liquidazione della società.Questo annuncio è giunto dopo settimane, mesi, di continua
        logorante doccia scozzese, rappresentata dalle ripetute dichiarazioni di chi ha
        responsabilità nell'azienda circa l'ingresso dei nuovi soci, dopo che una parte di coloro
        che avevano affiancato i DS nella nuovo società se ne sono andati.Il sindacato non
        accetterà mai alcuna minaccia di sospensione delle pubblicazioni oppure soluzioni
        pasticciate che abbiano l'unico scopo di cacciare una parte dei dipendenti. Qualunque
        soluzione dovrà rispettare la storia del giornale, ed andrà ricercata con equilibrio a
        partire dagli accordi già sottoscritti dal sindacato. In ogni caso non accetteremo alcuna
        soluzione unilaterale e già da ora rivendichiamo l'apertura dei tavoli di consultazione
        sindacale previsti dai contratti e dalle leggi, anche con l'intervento del Ministero del
        Lavoro.Esponenti dei Democratici della Sinistra hanno detto di avere la ragionevole
        convinzione di poter recuperare la oggettivamente difficile situazione del giornale.
        Ebbene, il Sindacato chiede di sapere subito quale sia la reale situazione. La redazione
        ha deciso per il momento di non fare mancare il giornale ai lettori, di tenerli informati
        sugli sviluppi di questa vicenda, di esprimere quindi come sempre un grande senso di
        responsabilità. Chiediamo che tutti i soggetti in causa facciano altrettanto; lo ripeto,
        l'Unità deve continuare a vivere. 
         
         
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