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“Il Papa a Mosca? Non dipende da me”

Vladimir Putin con Bibi David

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"Lo scopo del mio viaggio in Europa è quello di mostrare all'Occidente quanto la Russia sia cambiata e stia cambiando. Ormai credo davvero che l'immagine del mio Paese vada vista al di là del passato sovietico: il nostro popolo guarda al futuro e vuole aprirsi a un intenso rapporto di collaborazione con l'Unione Europea e con gli Stati Uniti". Il neopresidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha scelto Roma come prima tappa di un viaggio in Europa che lo porterà anche in Germania e in Spagna. E proprio durante il suo soggiorno nella capitale, dove ha incontrato Amato, Ciampi e il Papa, il leader del Cremlino ha accettato di rispondere brevemente a tre nostre domande.

Presidente Putin, per quali ragioni lei ha scelto l'Italia come partner privilegiato?

"Anzitutto per una ragione sentimentale: amo davvero molto l'Italia, da sempre. E poi per una ragione politica. Ho voluto parlare con i dirigenti del vostro Paese nella certezza che essi siano assai adatti a intendere a fondo la buona volontà che anima la Russia nell'approccio ai grandi problemi che incombono sull'Europa, dal tema degli armamenti alla questione balcanica, alla situazione in Cecenia. Inoltre, l'Italia è un partner economico fondamentale per Mosca: culturalmente è vicina alla Russia e ha un ruolo strategico tanto nel G8 quanto fra i quindici membri dell'Ue, con la quale vogliamo che il dialogo si rafforzi in modo sempre maggiore".

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Quanto incombe su di lei, politicamente, la figura del suo predecessore Boris Eltsin?

"Un personaggio come Eltsin ha certamente lasciato un segno indelebile sulla coscienza collettiva dei russi. Tuttavia non sono d’accordo con coloro che mi vogliono vedere come un suo semplice seguace. Ciò che della politica di Eltsin intendo portare avanti è soprattutto l'atteggiamento di apertura in politica estera e di liberalizzazione nel campo economico. Insomma: considero il mio predecessore come ungrandissimo statista, ma non certo come un rivale. Tantomeno come un'ombra incombente sul mio lavoro di uomo politico".

Il suo mancato invito al Papa a visitare Mosca ha fatto discutere...

"Non escludo, in linea di principio, che Giovanni Paolo II possa venire a Mosca. Tuttavia, invitarlo esclusivamente come capo di Stato e non come autorità religiosa sarebbe stato assurdo. D'altra parte, posso dirle che nel mio colloquio col Pontefice non si è proprio parlato del suo eventuale viaggio in Russia: quando il papa riterrà maturi i tempi e vorrà venire a Mosca, io sarò felice di accoglierlo. Non posso tuttavia sottovalutare le preoccupazioni del Patriarca Alessio II riguardo al proselitismo cattolico che, almeno nel passato, ha recato un grave danno ai rapporti fra gli ortodossi e la Chiesa romana. Spero che questa difficile situazione possa risolversi al più presto e che, dopo tanti problemi e mille occasioni perdute (penso ad esempio al mancato incontro fra il Papa e il Patriarca in Austria nel '97) Giovanni Paolo II possa finalmente visitare la Russia".

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