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I lettori scrivono
From: "STEFANO TOMASSO" hophto@tin.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Eyes Wide
Shut -Il doppio sogno di una coppia scissa
Date: Sat, 13 May 2000 16:45:19 +0200
Gentile redazione,
mi permetto di scrivervi in risposta ad un articolo apparso sulla vostra rivista a
proposito dell'ultimo film di Stanley Kubrick, "Eyes Wide Shut", articolo che mi
ha lasciato perplesso in più di un passaggio. L'articolo è firmato da Mauro Mancia e
Paola Casella, di cui naturalmente non discuto la professionalità e la preparazione in
materia cinematografica ma che mi permetto di sollecitare ad una più attenta riflessione
sui significati profondi del film che esulano dal discorso strettamente tecnico.
Per questo propongo ad entrambi, e alla redazione intera, alcune osservazioni:
a) il film non è un tentativo malriuscito di provocazione erotica. Tutti i riferimenti,
tanto espliciti quanto impliciti, alla sfera erotica, sono assolutamente necessari per la
coerenza interna del film e risultano dei tasselli indispensabili di un mosaico variopinto
e straordinariamente intricato. Il sesso sognato, sfiorato, anelato, morbosamente
integrato nel "tranquillo" idillio della coppia alto-borghese Cruise-Kidman è
un presagio e un monito al tempo stesso: è proprio con il sesso che la benestante ed
ipocrita società occidentale di fine millennio - tale era agli occhi dell'ultimo Kubrick
- dovrà fare i conti per ritrovare degli equilibri a livello di individuo e a livello di
sistema. Siamo dunque lontani dal sesso trattato in modo voyeristico-masturbatorio di cui
si parla nell'articolo in questione. Il discorso è più profondo e sottile: la sfera
della sessualità è la sfera in cui più forti ed evidenti appaiono le ipocrisie di un
sistema sociale che ha perso la coscienza di se stesso e la fiducia in se stesso.
Attraverso le perversioni e gli ardenti "dérapages" in seduzioni politically
incorrect la crisi dell'individuo contemporaneo, qualcuno direbbe post-moderno,
esplode in tutta la sua evidente cronicità e sembra irresolubile: l'inno finale non è
all'eterno amore, come ho letto nell'articolo con enorme stupore, bensì all'attività
sessuale come necessità primaria e linfa vitale anche per una vita matrimoniale meno
noiosa ed angosciante. "To fuck", è ciò che l'irreprensibile mogliettina
(questo è ciò che voi avete voluto vedere nella figura di Alice/Kidman) desidera come
clausola finale per un contratto matrimoniale da terzo millennio.
b) la dialettica sogno-realtà è affrontata e descritta nei suoi aspetti più angoscianti
e crudeli, ma resta pur sempre una dialettica, vale a dire un procedimento di
interazione-opposizione tra due forze che non ha né l'obiettivo, né tantomeno l'assurda
pretesa di condurre ad una composizione finale tra le forze stesse. E' pertanto riduttivo
e fuorviante parlare delle avventure onirico-reali dei protagonisti come di
pseudo-avventure o peggio di avventure mortifere solo perché danno sfogo a delle
perversioni e a delle scissioni: mi chiedo che cosa associno gli autori dell'articolo al
termine avventura, quali possibilità di attuazione concedano all'avventura metropolitana
di una coppia alto-borghese. A mio modestissimo parere il film di Kubrick raggiunge una
tensione drammatica straordinaria proprio grazie alla sovrapposizione dei piani - onirico
e reale - e ad una loro conseguente confusione che è esattamente lo specchio della crisi
d'identità dell'individuo contemporaneo. Non capisco dunque il senso del discorso sulla
caricatura del sesso - discorso allargato anche all'opera kubrickiana con il riferimento
ad Arancia Meccanica in quanto caricatura della violenza -. In che modo, e mi rivolgo agli
autori dell'articolo, pensate che la rappresentazione del sesso sarebbe stata vera ed
autentica o, per utilizzare il vostro linguaggio, non posticcia e assolutamente non falsa?
Credete davvero che l'immagine della sessualità a cui siamo confrontati quotidianamente
sia intrisa di verità incontrovertibili e di autenticità inscalfibili? E' mai possibile
che non si riesca a capire che il quadro a tinte fosche disegnato da Kubrick non è un
tentativo di dare delle risposte, né tantomeno di dilettare il pubblico con quattro
misere scene di sesso "reale" (dunque non voyeristico e men che mai
masturbatorio), bensì di guardare con sguardo ironico e caustico il crollo di un edificio
umano che non ha resistito all'azione corrosiva del tempo? Che cosasignifica che le
immagini del sesso - la seduzione iniziale e l'orgia - non appartengono né al sogno e né
alla realtà? Spero che qualcuno mi fornisca dei chiarimenti in merito.
c) in ultima analisi vorrei far presente che il discorso relativo ai trailers e alla
delusione delle aspettative ad essi collegate è l'esatta riprova di quanto si sia diffusa
una schiavitù da immagine che rovina le fondamenta stesse della sessualità contemporanea
e rovina anche le capacità di giudizio del pubblico.I giudizi sul film, infatti, sono
stati in gran parte influenzati dalla mistificante promozione pubblicitaria che annunciava
due ore di nudità proibite. Povero Kubrick. Povero cinema.
Cordialmente
Stefano Tomasso
Risponde Paola Casella:
Ho trovato molto interessanti le sue considerazioni. Devo tuttavia specificare che su
Caffè Europa quando usiamo la dicitura "Mauro Mancia con Paola Casella"
intendiamo dire che Mancia è stato intervistato da Casella, e dunque l'unico parere
rappresentato è quello di Mancia, non quello dell'intervistatrice.
Se è interessato al mio parere di critico cinematografico sul film, può leggere la recensione
che faceva parte dello stesso dossier. Grazie per il suo contributo a una
discussione che ha coinvolto molti lettori.
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